All’inaugurazione della sede del suo comitato, in via Settevalli, Andrea Romizi aveva indossato (così come i suoi sostenitori) una maglietta con la “R” sul petto. Come nelle divise dei supereroi. “Ma non c’è SuperRomizi” spiega il candidato sindaco del centrodestra aprendo la campagna elettorale dalla Sala Eden di Ponte Felcino. “Quella ‘R‘ – prosegue rivolgendosi alle tante persone in sala – racchiude tutto il vostro impegno“. Quella gente a cui Romizi non chiede ora solo “il voto”, ma “energia ed entusiasmo” perché “tanto ancora c’è da fare per Perugia“.
Del resto, visto il passo con cui ha governato in questi cinque anni, tenendo sempre un basso profilo, lontano dagli eccessi e quasi sempre dalle zuffe della politica, Romizi ci starebbe scomodo in una tuta da supereroe con mantello. Meglio i pantaloni e la camicia bianca (alla Renzi, ma solo nel look, per carità) con cui si è presentato sul palco. Tono pacato, ma che si alza quando rivendica le cose fatte in questi cinque anni. Un percorso che Romizi è intenzionato a proseguire.
“Cinque anni fa siamo partiti da qui e siamo di nuovo qui per dire che non abbiamo intenzione di fermarci e di proseguire nel cambiamento avviato – esordisce Romizi – Oggi devo fare uno sforzo per non emozionarmi troppo. È una giornata importante nella quale ci accomunano sentimenti, emozioni e ricordi. Vedendo il filmato di cinque anni fa voglio ricordare chi c’era allora e adesso non c’è più, perché in questi cinque anni oltre che amministrare abbiamo continuato con le nostre vite. Abbiamo raccolto, non quanto seminato, ma siamo qui – prosegue il candidato del centrodestra – Voglio ringraziare gli assessori e i consiglieri comunali, portare a voi la gratitudine della città, e ricordare che quanto fatto non è merito di un uomo, di Andrea Romizi, ma di tutti voi”.
Nella sala, tanti candidati delle otto liste che lo sostengono. E rivolgendosi a loro, Romizi dice: “Davanti a voi in questa sala mi pongo due domande: perché e come lo facciamo? Leggo frasi sui social, dal tenore ‘bisogna riprendere la città, mandare via questi come se fossero barbari’. Noi ci presentiamo non per perdere la città, come se fosse il mio Anello di Gollum. Siamo qui per non perdere un’opportunità che ci siamo e vi siete dati: fondare una comunità su valori diversi, lontani da quanto accadeva in passato. Un percorso di sensibilità e storie diverse, legati da un progetto di bene comune – prosegue – Come? Abbiamo tante carte da giocarci, ma non chiediamo il voto perché siamo meno peggio degli altri, ma perché possiamo confrontarci e misurarci su quanto fatto e su quanto proponiamo di fare. La priorità di questo paese è alzare l’asticella del dibattito politico e umano, fornendo risposte ai problemi reali delle persone. Su questo saremo rigorosi ed è anche quanto ci ha caratterizzato in questi anni”.
E se il primo mandato è servito a rimettere nei giusti binari il bilancio del Comune, per il futuro Romizi promette ai perugini che potrà sforbiciare le tasse. E parla di numeri, “noiosi“, ma necessari “per fare grandi sogni“. Ricorda i tagli ai trasferimenti statali (“da quando sono sindaco sono 15 milioni di euro all’anno in meno“), le casse trovate vuote (“forte indebitamento e con disavanzo molto alto, per 35 milioni di euro”) ed i risultati ottenuti (“l’indebitamento da 133 a 100 milioni di euro e il disavanzo da 35 a 22 milioni di euro“). La macchina comunale sottoposta ad una cura dimagrante, ma altro ancora c’è da fare, tipo le locazioni passive, “scendendo dagli attuali 3 milioni a 500mila euro di affitti”.
La riarticolazione degli uffici comunali, le voci di spesa controllate (“tipo l’acqua con la fontanella a palazzo dei Priori, si tratta di 800 euro in meno di bottigliette“.
“Le scuole sono l’altra vera criticità del Comune – ricorda il sindaco – Ne abbiamo 110 e abbiamo pensato ad un piano di messa in sicurezza, ristrutturazione e miglioramento, liberando risorse per 26 milioni di euro (rispetto ai 3 del quinquennio precedente). Abbiamo immaginato anche la realizzazione di nuove scuole come a Ponte Pattoli con una progettazione avanzata, il complesso unico di San Martino in Campo che accorperà 4 scuole che richiedono interventi costosi e non funzionali, e quello di Pila”.
Altro tema che sta molto a cuore al centrodestra è quello dela sicurezza. “Il censimento dei sistemi privati ha permesso la mappatura di oltre 4mila telecamere private mettendo a disposizione delle forze dell’ordine uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza e permettere di individuare gli autori di crimini, sapendo subito a chi rivolgersi per ottenere i filmati. Con questa iniziativa siamo diventati un caso di scuola e altri Comuni stanno verificando la fattibilità – ricorda Romizi – Quando ci siamo insediati le telecamere erano meno di 80. Da scout mi piace ragionare: la città la lasciamo un po’ peggio o un po’ meglio? Dopo cinque anni siamo ad oltre 400 telecamere nei parchi, lungo il Raccordo, nei quartieri e nelle aree sensibili”.
Come Fontivegge, che merita un capitolo a parte nell’intervento di Romizi: “Quando dissi che avrei lavorato come se non mi ricandidassi, intendevo di lavorare senza riscontro e consenso immediato, effimero, ma rifare il palazzo dalle fondamenta, ristrutturare profondamente la comunità. Alcune azioni non si vedono perché si è ripartiti dal basso – dice – e penso a Fontivegge, dove il cambiamento non si vede subito, perché non c’è stato stravolgimento, ma abbiamo iniziato a coinvolgere forze dell’ordine, cittadini, condomini, per aumentare la sicurezza. Di tutti i progetti previsti per Fontivegge ne è partito solo uno, vi dico abbiate pazienza, siamo fratelli o no? Se siamo fratelli ci accorgiamo che lì ci sono concittadini che hanno maggiori bisogni, facendo atterrare ogni risorsa straordinaria lì. Abbiamo investimenti per 30 milioni di euro, siamo alla fase esecutiva e i lavori possono iniziare a breve per trasformare Fontivegge in qualcosa di speciale, dove trovare talenti che non ci sono altrove – aggiunge – Ed è questa la scommessa di Binario 5, un progetto dalla valenza simbolica unica. Ricordo le foto di quell’area disgraziata, dove si vendeva la morte. Adesso vi si custodisce una cosa preziosa, il talento, dove le idee possono essere sviluppate, trovare finanziamenti per iniziare. Partirà il progetto dell’ex scalo merci, ristrutturato l’immobile, pulita l’area con spazi verdi e vi troverà spazio la biblioteca delle nuvole e la grafica gaming e tecnologia, e a Perugia abbiamo talenti in quel campo di livello internazionale. È una sfida incredibile quella di trasformare l’area nella più smart possibile”.
Nelle buche delle strade perugine, cinque anni fa, deragliò Wladimiro Boccali. Nell’ultimo anno, la macchina dell’asfalto si è messa in modo con particolare velocità in più punti della città. Romizi rivendica “quanto fatto e che per le strade abbiamo messo grandi risorse, molto più di quanto fosse stato messo nel passato, anche dieci volte di più. Rivendico il metodo, quello della programmazione, vedendo prima quali fossero le situazioni più gravi e programmando gli interventi. Prima si mettevanno a bilancio le risorse vincolate alle dismissioni di beni immobili, se non vendevi non stendevi il catrame. Non è un discorso elettorale, basta fare un giro per la città e vedere dove sono stati fatti gli interventi. Si possono vedere anche le zone dove non si sono rifatte le strade, ma c’è un cronoprogramma e si arriverà anche lì dove adesso non si è intervenuti. Rivendico in maniera convinta che strade e scuole sono gli ambiti in cui abbiamo messo più risorse”.
Dalle strade alla mobilità il passo è breve. Per Romizi si tratta di una sfida da vincere. “Non è che uno vince le elezioni – assicura – e il giorno dopo straccia i contratti. Non abbiamo più le municipalizzate, ci sono gare, contratti di servizio. Siamo riusciti ad abbinare due record negativi: meno utilizzo del trasporto pubblico, 1 perugino su 10; siamo una delle città che spende più soldi sulla mobilità. Bologna spende 3 milioni, Perugia 14. qualcosa non funziona. La nostra ambizione è quella di spendere bene. Abbiamo pensato a due grandi arterie che si integrino con il minimetrò con funzionamento a frequenza e non ad orario, con corsie preferenziali e che siano belli, con funzione di ricucitura con quartieri cresciuti in maniera disordinata”.
Mentre la Sir sta sudando contro Modena per ottenere l’accesso alla finale Scudetto, Romizi tocca anche il capitolo PalaBarton. Insieme al Santa Giuliana, ma annuncia anche iprossimi lavori al Palasport di via Pellini, al palazzetto di Ponte Felcino. “Ci metteremo le risorse adeguate – assicura – ma rientra nel discorso della programmazione, non si poteva fare tutto e subito”.
Romizi, che non si sente supereroe ma neanche Gollum, replica infine all’accusa che gli viene rivolta dalle opposizioni di non essere stato in mezzo alla gente: “Sono le persone – dice – che stanno vicine al sindaco. Mi avete accompagnato in questi anni difficili e faticosi. Noi continueremo a lavorare per la realizzazione de nostri progetti, abbiamo bisogno di voi, non solo del vostro voto, ma anche delle idee, dell’energia, dell’entusiasmo.Noi cercheremo di essere degni del compito che intendete assegnarci – conclude Romizi – con la decisione di confermarci alla guida del Comune di Perugia”.