Alessia Chiriatti
“Rinasce, riparte, rilancia”: si presenta con questo slogan il candidato sindaco del centrodestra per Perugia Andrea Romizi, giovane avvocato, che con la voce rotta dall'evidente emozione affronta i giornalisti durante la conferenza stampa di stamattina, tenutasi all'interno della Biblioteca dell'Ostello della Gioventù, contornato dai suoi amici di partito e progetto. Perchè di amici si parla, aldilà delle connotazioni prettamente politiche. Al suo fianco, durante la conferenza stampa c'erano proprio i suoi amici, gli stessi che in prima battuta avevano puntato su un altro avvocato, Corrado Zaganelli, come gli altri che durante un'altra conferenza stampa sembravano volerlo silurare: Massimo Perari, per Forza Italia, Marco Squarta (Fd'I), Emanuele Scarponi (Ncd), e 2 liste civiche, “Perugia Domani”, con Federico Mazzi, e “Progetto per Perugia”, con Otello Numerini. Un incontro più disteso e aperto, a differenza di quello con Zaganelli, durante il quale nelle retrovie si sono affacciati anche Massimo Monni, Emanuele Prisco, Rocco Valentino, Luciano Rossi, e Leonardo Varasano. Assente, pare, Maria Rosi.
Lo slogan – “Rinascere come città, ricominciare a camminare, rilanciare e non sedersi“: questo lo slogan del progetto di Romizi e del centrodestra, la cui paternità sarebbe da attribuire ai comunicatori della squadra. A questo si aggiunge “una Perugia più bella, più competitiva, più giusta“: una scritta vergata con il gesso sulla lavagna della biblioteca dallo stesso Romizi, poco prima dell'inizio della conferenza. Il programma non è ancora pronto (sarebbe in fase conclusiva una prima bozza, sembra “ambiziosa“), ma verrà presentato già dopo Pasqua: a sponsorizzare Romizi ci sarà Alessandro Cattaneo, 35enne, forzista anche definito “Renzi di centrodestra”, rottamatore e sindaco di Pavia, il primo cittadino più amato d'Italia. E a proposito di Forza Italia non si nega che sul simbolo della lista ci sarà anche Berlusconi.
L'eredità – “Non sono una scelta di seconda mano, nè il salvatore della patria. Ma credo che un giudizio negativo sull'amministrazione Boccali sia un punto di partenza. La società perugina è rachitica, sfilacciata, egoista. Soffre di imposte ingenti, con i tassi più alti d'Italia“. Incalza così Romizi, senza voler “sgranellare come un rosario le malefatte dell'amministrazione uscente. Non voglio fare leva sul rancore sviluppato nei confronti di Boccali, ma partire dal fatto che la politica è un servizio incompatibile con la politica come lavoro”. Dati alla mano, differenze nette: citando l'Osservatorio Tariffe e Tributi Locali, “a Perugia per i rifiuti si pagano 341 euro contro i 79 di Lisciano Niccone, con una media regionale che è comunque pari a 165 euro”.
Studenti, crisi, imprese – E se di programma ancora non se ne parla, almeno alcuni punti saldi ci sono: si insiste sulla “perdita” per Perugia del suo ruolo di città universitaria, con il calo vertiginoso degli iscritti e la conseguente ripercussione sull'indotto economico per l'Umbria. “Non possiamo continuare a comportarci come degli struzzi, a nascondere la testa sotto la sabbia e perdere tempo dietro a un becero patriottismo. Dobbiamo provare a scardinare quei meccanismi dell'arroganza del potere e della sottocultura dell'aiutino”.
Gli altri – Almeno a detta di Romizi, non si sarebbe comunque consumato nessuno strappo internamente al partito e alle forze che lo sostengono: dialogo ancora aperto con Zaganelli, dunque. Sul Movimento Cinque stelle, invece, così dichiara: “Rosetti ha una capacità di analisi notevole, ma fino ad ora nel movimento dei grillini ho visto una forte azione di protesta e una certa carenza sul versante delle proposte. La lista e le forze che mi sostengono punta a convicere i suoi elettori, non fa calcoli sul 51% nè tantomeno sul ballottaggio“.
La campagna elettorale – Intanto anche Massimo Perari pubblica una sua nota su Perugia e l'Università: “ad oggi la citta di Perugia e le sue Università sembrano vivere in condizioni di separatezza ed in una sorta di indifferenza reciproca. L'immagine del capoluogo pare scissa da quella del suo storico ateneo; gli enti locali al massimo “dialogano” (con alterni risultati) con le istituzioni universitarie. Emblematico è il caso della più importante infrastruttura realizzata nel capoluogo negli ultimi decenni, quel Minimetro il cui tracciato ad oggi non è funzionale ad alcuna facoltà universitaria. I problemi e le necessità del glorioso studium sembrano non essere i problemi e le necessità della città. Il marchio Perugia sembra separato da quello dell' “Università di Perugia”. E gli effetti si vedono: l'immagine della città si sgretola nonostante la candidatura a capitale europea della cultura, le iscrizioni universitarie diminuiscono, Perugia si impoverisce sotto ogni punto di vista”. Forza Italia immagina un rapporto nuovo tra l'istituzione Comune di Perugia e le università cittadine: “Un rapporto – spiega Perari – ispirato alla massima collaborazione nell'interesse comune del bene, del prestigio, dell'immagine e della ricchezza della città. Con due obiettivi: il primo che Perugia torni a connotarsi come centro universitario culturale e turistico percependo appieno l'importanza dell'industria della cultura. Dire Perugia dovrebbe significare dire Università, come per Oxford come per Cambridge, una città che vive con e della sua Università, con e per i suoi studenti; secondo, evitare scelte politiche e corto circuiti istituzionali incomprensibili come scelte urbanistiche slegate dalle esigenze universitarie e l'assurda tassa di soggiorno imposta agli studenti che alloggiano in strutture gestite da religiosi”. Poi la ricetta per come ottenere questi obiettivi: “Con un dialogo continuo, costante e proficuo tra università e amministrazione comunale, nell'interesse sovrano della città. A tal fine – conclude Perari – potrebbe essere utile una cabina di regia composta da sindaco, rettore dell'università italiana e rettore dell'Università per stranieri che si riunisca con cadenza precisa, per definire obiettivi e strategie nell'interesse di Perugia e dei suoi centri di alta cultura”.
Leggi anche:
Riproduzione riservata