(Adnkronos) - Un lavoratore del centro di ricerche di Casaccia, alle porte di Roma, sarebbe stato esposto al plutonio nell'impianto. A darne notizia è l'Isin, l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare.
L'impianto di Casaccia, si legge sul sito dell'Enea, "è il più grande complesso di laboratori e impianti dell'Enea. Sorge sulla via Anguillarese, circa 25 km a nord-ovest di Roma, presso il lago di Bracciano".
"L'Isin - si legge nella nota dell'ispettorato - nell'immediatezza della contaminazione ha effettuato una prima ispezione e ha raccolto a verbale le dichiarazioni dei responsabili dell'impianto sulla dinamica di quanto accaduto". "Parallelamente, sta seguendo l'evolversi della vicenda, che sembra al momento non prefigurare conseguenze severe. Una seconda ispezione è stata già programmata e sarà effettuata nei prossimi giorni. Resta, naturalmente, l'esigenza di accertare quanto accaduto e come si è potuta verificare la contaminazione di un esponente del personale, che dovrebbe operare in piena sicurezza grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative in materia. Compito dell'Isin - si conclude la nota - è anche accertare, ove vi fossero state, falle nelle procedure di sicurezza o nella loro attuazione e raccogliere elementi per individuare eventuali responsabilità".
(Adnkronos) – Un lavoratore del centro di ricerche di Casaccia, alle porte di Roma, sarebbe stato esposto al plutonio nell’impianto. A darne notizia è l’Isin, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare.
L’impianto di Casaccia, si legge sul sito dell’Enea, “è il più grande complesso di laboratori e impianti dell’Enea. Sorge sulla via Anguillarese, circa 25 km a nord-ovest di Roma, presso il lago di Bracciano”.
“L’Isin – si legge nella nota dell’ispettorato – nell’immediatezza della contaminazione ha effettuato una prima ispezione e ha raccolto a verbale le dichiarazioni dei responsabili dell’impianto sulla dinamica di quanto accaduto”. “Parallelamente, sta seguendo l’evolversi della vicenda, che sembra al momento non prefigurare conseguenze severe. Una seconda ispezione è stata già programmata e sarà effettuata nei prossimi giorni. Resta, naturalmente, l’esigenza di accertare quanto accaduto e come si è potuta verificare la contaminazione di un esponente del personale, che dovrebbe operare in piena sicurezza grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative in materia. Compito dell’Isin – si conclude la nota – è anche accertare, ove vi fossero state, falle nelle procedure di sicurezza o nella loro attuazione e raccogliere elementi per individuare eventuali responsabilità”.