Un complice di Varoshi? o comunque, qualcuno che conosceva il piano del giovane albanese di fare del male, spaventare e dunque gettare liquido infiammabile sulla sua ex per vendicarsi? e che quindi lo ha più o meno consapevolmente aiutato? Gli inquirenti stanno cercando di chiarire il ruolo che nella vicenda ha avuto l’amico dell’albanese che lo ha accompagnato in macchina presso la casa di Alessandra mentre questo, in teoria, poteva già avere con le taniche di benzina e bastone per completare il piano.
Per questo il pm spoletino Michela Petrini ha iscritto al registro degli indagati l’amico, che nel corso di un’interrogatorio (poi sospeso con l’invito a nominare un difensore di fiducia) ha visto la sua posizione mutare da persona sentita sui fatti ad indagato con un ruolo ancora da definire ma che rischia di essere quello di favoreggiamento al tentato omicidio e all’incendio doloso della abitazione della bella estetista di Gaifana.
Il ragazzo aveva respinto ogni addebito davanti ai carabinieri e al pm che redigevano il verbale, negando di aver accompagnato il giovane e di essersi soffermato con l’auto davanti all’abitazione nella frazione di Nocera Umbra solo perchè attirato dalla curiosità e dal fumo che usciva dalla casa. Questo perchè la stessa vittima aveva confidato agli investigatori di aver notato quella macchina al momento dell’arrivo dei soccorsi. Adesso anche la sua utenza telefonica è al vaglio. come ci sono da attendere gli esami dna e le decisioni dei giudici sulla richiesta di riduzione ai domiciliari del Varoshi.