Il Polo museale dell’Umbria figura tra i firmatari di un accordo che ha portato alla nascita del Polo interistituzionale territoriale, come previsto dall’art. 2 del Protocollo d’intesa tra MIUR e Ministero della Giustizia del 23 maggio 2016, per la costituzione di una rete territoriale per il recupero delle persone ristrette.
Lo spettacolo che la Compagnia #SIneNOmine metterà in scena venerdì 16 novembre alle ore 17 alla Rocca Albornoziana – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto rientra tra queste finalità. Saranno rappresentati tre monologhi di Aldo Nicolaj intitolati l’ANM de CHITTEMUORT (il cadavere, l’incidente, l’angelo pettegolo) interpretati da Roberto di Sibbio e Sara Ragni. Seguirà una degustazione “a rischio”.
Costituitasi nel Liceo Artistico ristretto della sede associata Casa di Reclusione di Maiano IIS Sansi Leonardi Volta, la Compagnia #SIneNOmine è stata nel cartellone di diverse edizioni del Festival dei Due Mondi e, per tre anni, ha partecipato alla rassegna nazionale di teatro-carcere diretta dal Coordinamento nazionale teatro in carcere). Vi fanno parte detenuti che hanno avuto una specifica formazione e sono in grado di svolgere diversi ruoli (attore/aiuto regista/aiuto scenografo/attrezzista/addetto audio-video). La Compagnia ha al suo attivo numerosi spettacoli, viene integrata con attori professionisti, collabora stabilmente con artisti e si avvale delle professionalità della stessa scuola, di tecnici del territorio. Una vera e propria rete di relazioni con il territorio e le associazioni di volontariato si è sviluppata intorno ai suoi progetti con il coinvolgimento della direzione della Casa di reclusione, della Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato, dell’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto, della Fondazione Francesca Luigi Antonini, dell’associazione Teodelapio.
“Con questa iniziativa – ha affermato la direttrice Paola Mercurelli Salari – il museo intende confermarsi nella sua funzione sociale di spazio di dialogo e di integrazione. Utilizzata come penitenziario dal 1817 al 1982, la Rocca è divenuta successivamente di proprietà del Ministero per i beni e le attività culturali e dal 2007 sede del Museo nazionale del Ducato, luogo di narrazione dello sviluppo storico e culturale cittadino. Questo spettacolo costituisce un invito ad oltrepassare barriere e condizionamenti perché compito dei nostri luoghi della cultura non è solo veicolare i valori tradizionalmente assegnati loro, ma anche quello di inclusione, di vivificazione, di rigenerazione sociale, in un contesto di rinnovamento umano, collettivo, universale”.