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“Roba da maiali” – “Lo gnomo e lo gnu”, arrivano i cantautori bucolici Cecco e Cipo

​Cantautorato bucolico, invenzioni estemporanee ed autoironia per sfatare ogni pregiudizio sul loro fortunato esordio televisivo. Qui c’è la stoffa del campione. Km di coriandoli, stelle filanti e palloncini colorati hanno scandito le oltre quaranta date del tour invernale di Cecco e Cipo nei maggiori club della Penisola da Pordenone a Palermo. Adesso la festa si sposta nelle piazze e nei festival d’Italia, arrivando venerdì 17 luglio al Festival di Musica d’Autore di San Venanzo (TR).

 “Lo gnomo e lo gnu” è il secondo lavoro di Cecco e Cipo, nome dietro il quale si celano i giovanissimi (22 anni)) Simone Ceccanti e Fabio Cipollini. Prodotto da Matteo Guasti al Labella Studio di Montelupo Fiorentino, il disco si rifà alla canzone d’autore italiana più fresca e scanzonata, composto da 10 tracce colme di vita quotidiana di due ragazzi che si guardano intorno e si interrogano su ciò che li circonda. Rispetto a “Roba da Maiali”, disco d’esordio del duo empolese, l’attenzione si sposta all’universo quotidiano e più immaginifico.
Tra gli ospiti e amici: Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale), Tommaso Spinelli (L’Orso) e membri di Sushi Rain, Ragazzi Scimma e Fantomatik Orchestra. Il disco vede la speciale partecipazione di mamme, sorelle e fidanzate ai cori.
Partendo da una passeggiata di uno gnomo e uno gnu in un ambiente fiabiesco, la melodia della title-track accompagna passo dopo passo i due protagonisti nel vivo del disco. Sulle note di “Ninna” si attraversano diverse condizioni climatiche, partendo dalla pioggia, passando per la neve fino all’arcobaleno, e si impara ad apprezzarle tutte quante, ballando. Un brano soffice, morbido, pieno d’amore e felicità (“Bè”) racconta di pesciolini che volano tra cielo e mare, di fiori, di fiumi di gioia e amore a non finire. Lo stupore porta Cecco a riscoprire il piacere delle piccole cose che da bambino lo rendevano felice, come l’album delle figurine “Panini” o le “Zigulì”, al centro di una melodia sull’energia che esse danno all’essere umano.
L’ovvietà non è scontata, “La licenza di tuttologo” esprime l’importanza di porsi delle domande a cui spesso non corrispondono adeguate risposte, mentre la ricerca del significato di alcune canzoni accompagnano Cecco e Cipo nella stesura di “Orazio”.
L’energia non si disperde e “Trottola” combina lo spirito punk rock del brano con il suo significato d’amore. All’insegna di metafore da svelare e pensieri annotati su un foglio, “La scatola” vuole essere una divertente descrizione dei più o meno giovani dei nostri giorni mentre “Minestrone” raccoglie le riflessioni proveniente da appunti lontani.
Con un inno dedicato a ciò che, secondo gli autori, muove il mondo, il brano “Hanno fatto un monumento al grasso”, rende finalmente omaggio alla ciccia! Infatti, intorno alla ciccia nascono problemi, si trovano soluzioni e si fanno riflessioni.