Continua la rivoluzione dei presidi sanitari in Umbria, per cercare di affrontare le necessità di assistenza medica ai malati di covid-19 in uno scenario in cui il numero di contagi continua a salire.
La situazione a ieri – 6 novembre – riportava 8.890 attualmente positivi al coronavirus con 379 i pazienti Covid negli ospedali, di cui 53 in terapia intensiva.
Per questo motivo, l’assessore alla sanità Coletto e la commissione sanità della Regione Umbria stanno continuando a “rimodellare” le disponibilità delle aziende ospedaliere del territorio, con decisioni che continuano a creare polemiche e malcontento. Scelte che si fanno più pressanti all’avvicinarsi della scadenza di domenica, giorno in cui i nuovi dati delle Regioni dovranno essere comunicati al Ministro della Salute Speranza, per la revisione settimanale delle aree a maggior rischio covid.
E dunque, dopo il feroce scontro il sindaco di Spoleto, De Augustinis, e la giunta Tesei che ha trasformato l’ospedale cittadino in presidio covid (ora apparentemente placato dall’intervento del consulente Bertolaso), è ora la volta di Narni e Amelia, comuni che a cascata sono chiamati a contribuire alla causa di assistenza dei malati covid.
E così, ieri è arrivata, senza preavviso né consultazione, la comunicazione del commissario della Asl 2 Massimo De Fino ai sindaci dei due comuni nel ternano.
“Egregi Sindaci, come ben sapete l’emergenza covid sta portando a grosse criticità la capacità di assistenza ai pazienti positivi che necessitano di ricovero, soprattutto in terapie intensive. La regione ha individuato Spoleto quale ospedale covid e in esso l’apertura di ben 17 posti di terapia intensiva oltre a 20 posti di terapia subintensiva.
Al fine di rispondere alla programmazione richiesta sto a concentrare tutto il personale specialistico di anestesia e rianimazione dalle attività minori e programmabili, non urgenti, a quelle più complesse a favore delle terapie intensive. Per tale motivo comunico di aver sospeso da domani – 7 novembre ndr – le attività chirurgiche presso i presidi di Narni ed Amelia con contemporaneo trasferimento degli anestesisti presenti e del personale del comparto di sala operatoria.
LE STESSE VERRANNO RIPRISTINATE IN TOTO NON APPENA TERMINATO IL MOMENTO EMERGENZIALE.
Si comunica inoltre che al fine di attivare una RSA COVID nel territorio di Terni (trasformazione del geriatrico in RSA), presso le sedi di Narni ed Amelia, a seconda delle caratteristiche, verranno trasferiti gli ospiti non covid attualmente ivi presenti. Il restante personale, medico e infermieristico del Presidio Ospedaliero di Narni ed Amelia, verrà impiegato per l’assistenza sanitaria ai degenti.
Inoltre si comunica che ad inizio di settimana prossima questa azienda avrà a disposizione personale medico (non specialistico) e OSS da integrare nelle attività da integrare nelle attività dei due Presidi.”
Riassumendo: anestesisti e personale delle sale operatorie trasferiti all’ospedale di Spoleto, con conseguente stop agli interventi chirurgici e dei servizi che necessitavano quei professionisti (attualmente realizzati solo a Narni), l’RSA, residenza sanitaria assistenziale, resterà “pulita” e accoglierà i casi non covid del territorio. Resta il punto di primo soccorso che già oggi era operativo solo ad Amelia.
Il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti ha alzato immediatamente gli scudi.
“Pur comprendendo la situazione emergenziale in cui si opera, è doloroso constatare come questa scelta improvvisa e solo freddamente comunicata sia lo scontato risultato della confusione e dell’assenza di prospettiva a cui le Istituzioni Regionali hanno condannato le nostre strutture ospedaliere. Trasformate da domani in RSA con la perdita delle funzioni ospedaliere residue che potevano restare invece un presidio per l’attività ordinaria che viene definitivamente pregiudicata.
E con la beffa che il personale dei nostri ospedali non potrà rappresentare una risposta efficace alle esigenze dell’Ospedale di Spoleto per numeri, anzianità e caratteristiche professionali che lo caratterizzano. Non è spogliando una pianta già rinsecchita che se ne rigenera un’altra”.
Come a dire che a Narni è presente personale meno qualificato? E dopo un ulteriore affondo alla giunta Tesei per i mancati interventi durante i mesi estivi, la richiesta di tornare sulla decisione presa.
“La realtà che stavamo vivendo era quella dei nostri presidi ospedalieri azzoppati nella fase di pre-seconda ondata covid con la mancata riapertura del punto di primo soccorso a Narni e della medicina ad Amelia. E di nessuna prospettiva certa per l’ospedale unico comprensoriale.
Basti pensare che senza la presenza di anestesisti non è possibile svolgere le sedute oncologiche nel nostro ospedale narnese. Chiedo quindi alla Presidente Tesei e all’Assessore Coletto di tornare sulle proprie scelte, che non solo non risolvono un problema di Spoleto o regionale, ma ne creano di nuovi e dannosissimi nel nostro territorio del narnese amerino”.
Questa mattina il sindaco De Rebotti ha parlato ai cittadini davanti all’ospedale rimarcando la sua posizione. (Video della diretta FB ripresa dal consigliere regionale Thomas De Luca)
Di tutt’altro tono l’intervento del sindaco di Amelia, Laura Pernazza, che nella serata di ieri si è rivolta ai suoi cittadini con un video messaggio facendo un punto della situazione della pandemia in Umbria e nel comune e ha spiegato le conseguenze della decisione presa dalla Regione sull’ospedale cittadino.
“Vorrei mettere in evidenza quali conseguenze immediate avrà questa delibera per il nostro ospedale. Le sedute chirurgiche come tutti ben sapete sono concentrate nell’ospedale di Narni e quindi ad Amelia si svolgono solo le sedute di oculistica e dermatologia: quelle saranno quindi sospese momentaneamente. Tutti i reparti di riabilitazione cardiologica riabilitazione neuro motoria dialisi rimarranno così come sono stati sempre svolti e anche in supporto dell’ospedale di Terni.
Auspico che la rotazione del personale in un’organizzazione di turni consenta di mantenere quelle attività minime di base anche a Narni e Amelia che consentano di portare avanti anche queste attività cosiddette meno complesse ed urgenti. Perché noi sappiamo che i nostri cittadini hanno bisogno anche dell’ordinario non solo delle operazioni più complesse ma è ovvio e altrettanto comprensibile che tutto il personale che abbiamo a disposizione e di cui c’è tantissima carenza debba essere adibito a quelle che sono le condizioni e le situazioni emergenziali più importanti. Quindi dobbiamo salvare la vita alle persone, dobbiamo trovare gli anestesisti e i medici da mettere in intensiva.
Ovvio che non sono contenta di questa decisione e non ne condivido i modi con cui è stata comunicata. Posso solo prendere atto di questo stato di emergenza, perché se mi dicono i medici che sono sottoposti a orari e a turnazione gravose al di sopra anche delle loro possibilità fisiche e umane, se mi giungono notizie di file presso il pronto soccorso di Terni, se mi giungono notizie che c’è una forte emergenza io posso, in senso di solidarietà e collaborazione con tutte le istituzioni che presiedono alla sanità, essere disponibile ad affrontare anche dei sacrifici per il mio territorio”.
Poi la conferma che il punto di primo soccorso per i codici bianchi e gialli resterà attivo a presidio del territorio.
“Io sono fiduciosa degli impegni che si sono presi sul nostro territorio per il futuro (ripristino di tutti i servizi ndr). Vigileremo affinché questi impegni vengano rispettati con molta solerzia e anche con molta attenzione. Oggi non mi sento di poter condannare chi in una situazione di guerra sta prendendo delle decisioni anche impopolari, ma che necessitano per affrontare questa situazione particolarmente critica”.
Un appello che non sembra essere stato raccolto con favore da tutti i cittadini amerini vista la manifestazione di protesta che si è tenuta questa mattina anche davanti all’ospedale di Amelia. Presenti alcuni sindacalisti.
A rispondere con toni forti è la presidente della commissione salute della Regione Umbria, il consigliere Eleonora Pace. Una risposta indirizzata in primis proprio al suo sindaco, quello di Narni.
“Si tratta solo ed esclusivamente di una disposizione transitoria dettata dall’emergenza per offrire la migliore assistenza possibile a tutti i cittadini umbri colpiti da covid,”
“Affermare in modo cialtronesco come sta accadendo in queste ore che gli ospedali di Narni ed Amelia chiuderanno non solo è falso è da criminali“.
Gli ospedali di Narni e Amelia svolgeranno in questi mesi di emergenza una funzione specifica così come faranno altri ospedali della nostra regione e come accade in tutte le regioni di Italia. Una funzione TEMPORANEA per poi tornare a garantire i servizi che ci sono.
Già la settimana scorsa durante una conferenza stampa la Presidente Tesei ha annunciato che a tutti gli ospedali umbri, ciascuno per le sue prerogative, sarebbe stato chiesto uno sforzo per affrontare un’emergenza che già da giorni sta assumendo contorni preoccupanti nel contenimento dei contagi e nel reperimento del personale medico e paramedico in Umbria come nel resto d’Italia.
Oggi, dopo Perugia, Terni, Città di Castello, Foligno, Pantalla, Spoleto, tocca alla comunità narnese amerina con il suo personale altamente qualificato dare un contributo alla comunità regionale nell’ottica della collaborazione per cercare di salvare vite umane, così come già accaduto nella prima fase quando vennero temporaneamente chiusi molti servizi poi ripristinati ed il personale di sala operatoria di Narni venne trasferito in supporto ai colleghi ternani per poi essere immediatamente ricollocato nel proprio presidio appena rientrata l’emergenza.
Trovo vergognoso che ci siano amministratori comunali con in testa il Sindaco di Narni che mistifichino la realtà, seminando il panico tra i cittadini e mortificando gli operatori che da sempre si spendono in maniera impeccabile per il nostro presidio raccontando cose che non esistono!
Nessuno chiuderà l’ospedale di Narni e nemmeno quello di Amelia dove come spiegato chiaramente nella comunicazione del commissario della Asl sarà interrotta solo l’attività chirurgica vista la richiesta di anestesisti per le rianimazioni di Spoleto che appena arginata l’emergenza riprenderà la sua attività.
Stesso discorso vale per la RSA, anche essa temporanea e per la quale sarà immediatamente potenziato il personale come specificato dal Commissario De Fino, dettata dall’esigenza di offrire un’ospitalità adeguata a coloro che fortunatamente sono rimasti immuni al contagio e che devono essere necessariamente allontanati dalle strutture RSA abituali dove purtroppo in queste ore stanno dilagando i contagi.
I detrattori che cercano un colpevole sul quale riversare le loro frustrazioni se ne facciano una ragione: noi manteniamo la parola data come dimostrato già dai fatti dopo la prima fase dell’emergenza a differenza di chi in questi anni ha contribuito al depotenziamento e allo smantellamento delle nostre eccellenze!
Una condizione di criticità per l’Umbria, che come riporta la stessa Pace, sta fronteggiando numeri importanti, soprattutto per le percentuali di occupazione delle terapie intensive, ben al di sopra dell’attuale media nazionale del 30%. Una condizione che getta un’ombra arancione sulla regione.
Con questi dati, quelli che verranno presentati all’incontro di domani, il Ministro Speranza andrà infatti in revisione o conferma dei colori delle zone di criticità di ciascuna regione.
“La crescita dei contagi che prosegue da giorni nonostante le misure restrittive adottate, altri 767 oggi (si legge nella nota del presidente – dato riferito al 6 novembre ndr), anche a fronte dei numerosissimi tamponi fatti, 4.865 nelle ultime 24 ore (8.890 positivi totali-dati del 6 novembre 2019) ci hanno spinto immediatamente come amministrazione Regionale a potenziare tutte le misure studiate per arginare l’emergenza aumentando ulteriormente le terapie intensive (ricordo che quando ci siamo insediati nel novembre 2019 ne abbiamo trovate 59 più 10 di sala operatoria ed oggi sono 127), le semintensive che sono arrivate a 74, i posti letto per acuti covid arrivati a 180 più 118 posti letto post acuti RSA per un totale di 576 posti totali in tutta l’Umbria”.
In questo momento l’unica speranza di restare zona gialla sembra dunque essere per l’Umbra quella di potenziare la capacità di accoglienza ospedaliera di casi covid.