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RIVISTA STUDENTI, CONDANNATI BIONDI, PATARINI E PINCHI. L’INDULTO LI HA PERO’ SALVATI (Dì la tua)

Per il Tribunale di Spoleto Tommaso Biondi, Andrea Patarini e Fabio Pinchi sono colpevoli. E’ finita dopo 6 anni e 4 mesi la causa che vedeva contrapposta una famiglia di commercianti spoletini, finita nel mirino della Rivista degli studenti (edizione 2004), e gli autori del tradizionale appuntamento teatrale. L’indulto ha però ‘lavato’ via la condanna. Ma andiamo con ordine. L’udienza, l’ultima di una lunga serie che ha visto proiettare in aula (a porte chiuse) anche il video di quella rappresentazione, è cominciata intorno alle 15.30 per concludersi 5 ore più tardi. Solo alle 18.30, dopo le arringhe dei difensori (Carmelo Parente per gli imputati, Paolo Santoni per la parte offesa) e la requisitoria del pm Roberta Maio (che ha chiesto per i 3 l’assoluzione), il giudice Maria teresa Maiorca si è ritirata in camera di consiglio. Per uscirne alle 20.15 con la sentenza e annesse motivazioni.

Biondi, Patarini e Pinchi (in una foto di repertorio al Teatro Nuovo con la pornostar Milly D’Abbraccio e Riccardo Schicchi) sono quindi stati riconosciuti colpevoli del reato di diffamazione e condannati alla multa di 516€ ciascuno (pena cancellata per l’indulto) e al pagamento delle spese legali fissate in 1.329 euro. Il giudice però non ha riconosciuto alcun danno economico alla controparte, visti forse i tentativi dei 3 imputati che nel tempo hanno cercato un accordo bonario di conciliazione. Insomma, una botta alla botte ed una al cerchio. Una sentenza, quella odierna, che farà sicuramente discutere. E riflettere. Perchè non tutto può esser concesso in nome della satira. Gli autori, quindi, sembrano in qualche modo invitati, da questo storico dispositivo a rivedere il proprio concetto di ‘soggetto pubblico’ da poter mettere alla berlina (due negozianti certamente non sono personaggi pubblici). Ma anche gli eventuali soggetti destinati a finire nel mirino dei rivistaioli sono avvisati che alla satira il diritto e la giurisprudenza concede molto. Abbastanza soddisfatto l’avvocato Parente che alla domanda su un possibile ricorso in appello si dice pronto “a valutarlo. Comunque la Rivista meritava l’indulto, anche moralmente ed è importante che questa sentenza ha respinto la richiesta di danni morali o economici”. “L’indulto lo meritavamo – commenta Biondi – perchè abbiamo dimostrato che non era nelle nostra intenzione offendere o colpire la sensibilità di nessuno”. E proprio l’indulto sembra salvare in corner le prossime dizioni (Pinchi aveva annunciamo che in caso di condanna le prossime edizioni sarebbero state a rischio). “Dovremo valutare meglio i soggetti – ammette Biondi – ma mi pare che in questi ultimi periodi, la politica locale ci sta regalando molti spunti. Sembra quasi che certe castronate gliele suggeriamo noi, ma non è vero….fanno tutto da soli”.