Inizierà giovedì 3 ottobre la caccia al cinghiale in Umbria. E’ quanto comunicato alle associazioni venatorie nella riunione in cui gli assessori Roberto Morroni (Caccia) e Luca Coletto (Sanità), insieme ai dirigenti, hanno comunicato ai rappresentanti dei cacciatori le modalità di attuazione del Priu, la norma che declina per l’Umbria il piano nazionale di abbattimento dei cinghiali anti peste suina africana.
Un piano che per l’Umbria fissa l’obiettivo di 44mila cinghiali da abbattere il prossimo anno, di cui 24mila in braccata e gli altri 20mila suddivisi tra contenimento e selezione. Una quota che soprattutto per quest’ultima forma appare molto difficile da raggiungere, visti i numeri dell’ultimo anno.
Così come finora non ha dato i risultati sperati la semplificazione delle procedure per gli abbattimenti di urgenza entro le quattro ore fatte dagli agricoltori per la presenza di cinghiali nei loro terreni.
La caccia al cinghiale è estesa per quattro mesi. Le associazioni venatorie, in un incontro in Commissione richiesto dal consigliere Puletti e convocato dal presidente Mancini, avevano rappresentato la contrarietà ad estendere il mese aggiuntivo a febbraio. Valutazione questa che la Giunta regionale e il commissario straordinario anti Psa Vincenzo Caputo, poi dimessosi, avevano accolto.
Quanto al rischio Psa, di cui non si segnalano casi in Umbria, la Regione ha chiesto la massima collaborazione da parte dei cacciatori. Ribadendo la necessità di eradicare i cinghiali dalle aree a maggior vocazione suinicola: Bettona per gli allevamenti e Norcia per la lavorazione delle carni.
I cacciatori attendevano novità sulla rivisitazione del Calendario venatorio con le deroghe, ma in proposito non sono state fatte comunicazioni da parte dell’assessore Morroni.