Fa.Mu.
Patto di Stabilità e pagamenti in ritardo da parte del Comune di Foligno sono le tematiche al centro della mozione presentata dal capogruppo del centrodestra Daniele Mantucci. In precedenza sia l’assessore Sigismondi prima (leggi articolo), che il sindaco Mismetti poi (leggi articolo), avevano dichiarato che le difficoltà da parte dell’amministrazione erano indipendenti dalla volontà propria, ma subordinate al Patto di Stabilità. Il centrodestra, da parte sua, accetta solo in parte tali giustificazioni sostenendo che “si tratta di un fatto grave, che pone in grandissima difficoltà le imprese del territorio, già duramente provate dalla crisi economica nazionale. Le giustificazioni addotte dalla Amministrazione Comunale risultano assolutamente insoddisfacenti e comunque non risolvono il problema di chi, pur vantando un credito significativo, non riesce a riscuoterlo, rischiando così una crisi di liquidità che potrebbe portarlo anche al fallimento”.
Patto di stupidità. Quanto al comunicato del sindaco in cui sosteneva che “non è vero che il comune non paga, ma è vero che il comune non può pagare”, Mantucci critica in generale il Patto definendolo “un Patto di Stupidità, come è stato definito, che se rigidamente applicato penalizza lo sviluppo dei territori e costringe le comunità a sacrifici non necessari”.
Conflitto legislativo. Vi è poi un conflitto legislativo in cui, a detta del centrodestra, incapperebbe l’amministrazione comunale, “la Direttiva CE n. 35 /2000 prevede che le pubbliche amministrazioni saldino i propri debiti in un tempo variabile dai 30 ai 60 giorni e comunque entro termini ristretti, non penalizzanti per il creditore. Nell’ordinamento italiano la Direttiva Europea è stata recepita dal decreto legislativo n. 231/2002, il quale prevede interessi moratori altissimi e penali pesanti a carico delle amministrazioni che ritardino i pagamenti dovuti. Penalizzazioni ancor più pesanti sono previste dalla Direttiva UE n. 7/2011. Per sottrarsi a tali durissime sanzioni, non basta richiamare il Patto di Stabilità. L’amministrazione, infatti, non può assumere impegni di spesa il cui successivo adempimento sia precluso dal Patto: se questo accade, del mancato pagamento rispondono il funzionario o l’amministratore che hanno contratto l’impegno non onorabile, salve ulteriori responsabilità contabili, amministrative e penali. Quando i vincoli di stabilità sopraggiungano alla stipula del contratto, il Comune, in sede di approvazione del bilancio, deve modulare o riformulare il programma annuale o triennale delle opere pubbliche (art.128 del codice dei contratti e art. 13 del Regolamento), adeguandoli ai limiti di spesa desumibili dal Patto (Corte dei Conti, Regione Sardegna, Sez. Controllo, Delibera n. 118/2011). È vero, dunque, che il pagamento di taluni debiti comunali può essere precluso dal Patto di Stabilità, ma è altrettanto vero che, spesso, quei debiti non dovevano essere contratti o dovrebbero essere coperti con altre risorse. La Suprema Corte, del resto, ha espressamente precisato che, per sottrarsi alla responsabilità da ritardato pagamento, il Comune non può limitarsi a richiamare la necessità di rispettare i parametri posti a garanzia dell’equilibrio finanziario (Cass. 26 novembre 2002, n.16683)”.
Ritardi illegittimi. In base a tali considerazioni, l’opposizione deduce che il mancato pagamento costituisca una pratica illegittima e vi sia il rischio di azioni risarcitorie da parte della Corte dei Conti “sembra dunque palese l’illiceità dei ritardati pagamenti da parte del Comune di Foligno, con conseguente, possibile profluvio di azioni risarcitorie da parte dei creditori delusi e probabili interventi recuperatori della Corte dei Conti nei confronti di amministratori e funzionari eventualmente responsabili. Al di là di tali possibili conseguenze giudiziarie, preoccupa il danno che il ritardo dei pagamenti, nell’attuale congiuntura, crea all’economia del territorio e segnatamente alle imprese creditrici. Per fronteggiare la situazione, non basterebbero nobili petizioni di principio. Non basterebbe nemmeno il sentito auspicio di una modifica della disciplina nazionale del patto di stabilità, che questo Consiglio non è in grado di determinare e che, comunque, potrebbe richiedere tempi lunghi. Occorre invece individuare soluzioni giuridiche e politiche che consentano agli uffici comunali di utilizzare le risorse finanziarie disponibili per pagare, nel più breve tempo possibile, le imprese creditrici”.
Richiesta. In base alle considerazioni sopra riportate, l’opposizione ha chiesto al sindaco di Foligno l’approvazione della deliberazione secondo la quale “La “Consulta Speciale per l’Accelerazione dei pagamenti” con poteri essenzialmente istruttori dovrà presentare al Sindaco, entro il 30 agosto 2012, improrogabilmente, proposte utili ad accelerare quanto più possibile i tempi di pagamento da parte dell’Amministrazione Comunale nei confronti dei propri creditori, tenendo conto del quadro normativo nazionale, regionale e comunale, ma anche e soprattutto, dei principi costituzionali. Il Sindaco trasmetterà le proposte della Consulta agli organi comunali competenti per l’adozione delle opportune determinazioni.
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