Città di Castello

Ristoratori tifernati “responsabili” con la ‘Foody bag’

Parte oggi in 15 ristoranti del centro storico di Città di Castello la campagna “Salva il cibo, ama il mondo” contro lo spreco alimentare che, nell’ambito del progetto internazionale “Don’t waste our future”, darà la possibilità ai clienti di portare a casa i pasti non consumati interamente con le “foody bag”, realizzate dagli studenti del Polo Tecnico Franchetti-Salviani.

Grazie all’iniziativa promossa da Felcos Umbria, in collaborazione con il Comune e la scuola, anche nella comunità tifernate inizieranno a prendere piede comportamenti rispettosi del diritto al cibo, attraverso i quali contrastare le cattive abitudini che portano ogni anno gli italiani a buttare 46 kg di alimenti a testa.

Con questo progetto ci proponiamo di far crescere una cultura del cibo pienamente consapevole del suo valore sociale e della sua valenza di diritto fondamentale, dando nuovo impulso alle azioni che come amministrazione ci vedono impegnati a contrastare lo spreco alimentare nelle mense e attraverso l’esperienza dell’Emporio della Solidarietà”, hanno spiegato l’assessore alla Scuola Rossella Cestini e l’assessore al Sociale Luciana Bassini, che hanno annunciato l’avvio, da oggi, della distribuzione nei ristoranti aderenti all’iniziativa del Kit del Ristoratore Responsabile, che prevede una prima fornitura di 25 foody bag, vetrofanie, e informative da inserire in menù e locandine.

Per chi non ha ancora aderito avrà la possibilità di farlo contattando gli uffici del Servizio Commercio del Comune, presso i quali potrà trovare il modulo da riempire e il materiale da utilizzare nella propria attività. “Si tratta di un’importante testimonianza dell’adesione convinta che come consiglio comunale abbiamo dato un anno e mezzo fa al progetto ‘Don’t waste our future, che rafforza l’impegno su questo versante di cui l’esperienza dell’Emporio della Solidarietà è un cardine fondamentale”, ha sostenuto il consigliere comunale Gaetano Zucchini in qualità di membro del direttivo di Felcos Umbria, ricordando anche il contributo dell’ex consigliere Cristian Braganti.

Per noi è molto importante agire per sensibilizzare i consumatori e i ristoratori sul tema dello spreco alimentare, abbattendo le resistenze sociali che continuano ad ostacolare la corretta abitudine di recuperare il cibo con le foody bag”, ha sottolineato Elisa Stramaccia di Felcos Umbria, evidenziando “il valore aggiunto rappresentato dalla possibilità di far dialogare e lavorare insieme studenti e istituzioni”.

Una opportunità che gli allievi dell’Istituto Franchetti-Salviani, rappresentati stamattina dall’insegnante Liliana Mascolo e dagli allievi Alessio Tibulli, Karen Iacomelli e Angelo Montedori, hanno colto con entusiasmo, lavorando per realizzare e personalizzare con un logo ad hoc la “foody-bag” e il materiale informativo che verrà distribuito nei ristoranti, ma anche contattando direttamente gli esercenti per favorire la partecipazione all’iniziativa.

C’è stata una risposta molto importante dei ristoratori del centro storico – ha sottolineato il segretario della Confcommercio tifernate Fabrizio Grillie da settembre lavoreremo per coinvolgere anche gli altri operatori della città”.

Il Progetto europeo “Don’t waste our future” coinvolge, in Umbria, 8 istituti scolastici superiori, 14 tra scuole primarie e secondarie di primo grado per un totale di circa 635 studenti, e i Comuni di Città di Castello, Perugia, Terni, Foligno, Todi e Orvieto, con l’obiettivo di migliorare la comprensione critica, la responsabilità e il protagonismo in relazione alle tematiche dello sviluppo sostenibile, con un focus sullo spreco alimentare e sul diritto al cibo. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo il progetto ha costruito una stretta alleanza tra i giovani e le autorità locali che ha portato alla elaborazione di una carta-manifesto europea dei giovani e degli enti locali per la riduzione dello spreco alimentare e per il diritto globale al cibo, presentata a ottobre 2015 in occasione del “Primo Forum dei Giovani e degli Enti Locali conto lo spreco alimentare e per il Diritto Globale al cibo”.