Scattano i cosiddetti “Daspo urbani” per alcuni dei partecipanti alla rissa avvenuta a Perugia qualche sera fa, tra un gruppo di perugini ed un gruppo di eugubini. Oltre ad altre misure accessorie ulteriori rispetto alle 6 denunce a piede libero di qualche giorno fa.
Il Questore della provincia di Perugia, Antonio Sbordone, ha emesso alcuni Daspo urbani ( provvedimenti di divieto di accesso ai pubblici esercizi o ai locali di pubblico trattenimento, nonché lo stazionamento nelle immediate vicinanze degli stessi) anche per i partecipanti ad un’altra rissa, avvenuta la notte di Capodanno ad Umbertide.
Per quanto riguarda la rissa tra perugini ed eugubini dell’11 giugno, in 6 – beccati dalla polizia subito dopo la rissa e prima che scappassero come altri – sono stati denunciati a piede libero per rissa aggravata e lesioni. Ma il questore ha adottato anche i seguenti provvedimenti nei loro confronti:
Gli accertamenti finalizzati all’identificazione delle altre persone coinvolte nell’episodio dell’11 giugno 2021 continua attraverso l’analisi delle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza presenti nella zona.
Altri 4 provvedimenti di divieto di accesso ai pubblici esercizi o ai locali di pubblico trattenimento, nonché nelle immediate vicinanze degli stessi, (i Daspo urbani) sono stati emessi nei confronti di 4 soggetti (uno straniero e tre italiani) a seguito di una rissa avvenuta ad Umbertide il 31 dicembre 2020, fuori da un locale. Attesi i precedenti giudiziari, per due dei co-rissanti il divieto è stato esteso a tutti i locali della provincia di Perugia.
I provvedimenti di divieto di accesso e avvicinamento ai locali sono misure di prevenzione di competenza dell’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza rientrante nelle categorie di “divieto di accesso ad aree urbane” (denominati DACUR), la cui disciplina è stata modificata nel 2020 all’indomani dei tragici fatti che portarono alla morte del ventiduenne Willy Monteiro Duarte. La violazione del provvedimento è punita con la reclusione da sei mesi a due anni e la multa da € 8.000,00 a € 20.000,00.
L’emissione di questo tipo di provvedimenti, dichiara il Questore, rientra in una più ampia strategia, concertata con l’Amministrazione Comunale e altri attori istituzionali, al fine di assicurare la gestione della “movida”, contrastando abusi e degenerazioni.