E’ una città ancora sotto choc Umbertide, dopo la mega rissa avvenuta domenica 18 giugno davanti all’attuale sede del Centro culturale islamico di via Battisti che, da quanto emerge, sarebbe pure continuata davanti al pronto soccorso della città, dove erano stati portati i due feriti più gravi, l’imam Chafiq El Oqayly, uscitone con una prognosi di 7 giorni, e un 37enne di origini marocchine, poi operato allo zigomo e ad un’orbita oculare all’ospedale di Perugia (30 i giorni di prognosi).
I carabinieri di Perugia in questi giorni stanno interrogando alcuni dei coinvolti nei tafferugli per far luce sull’accaduto. Tra le persone sentite, oltre ai testimoni della rissa, è stato sentito anche lo stesso imam. I militari vogliono infatti risalire alle cause che hanno scatenato un episodio così violento tra i membri della stessa comunità. Ad accendere la miccia potrebbe essere stato un post sui social di El Oqayly, dove quest’ultimo aveva scritto di essere stato quasi investito proprio dal 37enne marocchino, il quale dopo aver letto quelle parole si era recato al Centro culturale per chiarire il tutto. A.A. (queste le sue iniziali) ha però negato di aver aggredito il numero uno della comunità islamica e, anzi, ha detto di essere stato preso alle spalle e poi malmenato da più persone. La questione verrà comunque affrontata in tribunale. Sono imminenti, infatti, le denunce da entrambe le parti.
Sulla versione ufficiosa c’è però anche l’ombra di una diversità di vedute sulla gestione della comunità islamica umbertidese che, a quanto pare, potrebbe avere al suo interno due opposte “fazioni”. Sull’episodio, che ha buttato ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche nate intorno alla costruenda “moschea”, anche il sindaco Marco Locchi condanna la rissa e spera che su questa sia fatta subito chiarezza. E se il primo cittadino è in attesa di sviluppi e soprattutto la lista dettagliata dei finanziatori del Centro culturale islamico, il consigliere regionale della Lega Nord Valerio Mancini, oltre ad aver annunciato un esposto alla Procura della Repubblica, ha invitato la Comunità cristiana “a non firmare il protocollo d’intesa con la comunità islamica e l’Amministrazione comunale”. “La rissa – ha detto – conferma il fatto che aprire un centro culturale islamico è una minaccia alla sicurezza. La Comunità islamica, rissosa al suo interno, non può erigersi ad interlocutore credibile nel rapporto con quella umbertidese”.