Ricorso congiunto contro la norma che consente il transito coi mezzi a motore dove non espressamente vietato con cartelli
Approderà fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) il cosiddetto emendamento Puletti, la norma inserita nel bilancio approvata all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Umbria (le opposizioni non hanno votato) che regolamenta il transito dei mezzi a motore sulla viabilità secondaria, consentendolo in caso di assenza di divieti espressi.
Riserva MAB Unesco del Monte Peglia e Legambiente Umbria hanno infatti annunciato un ricorso alla Cedu, visto che “non vi è stata finora nessuna reazione tangibile da parte dei soggetti istituzionali umbri, a parte generici comunicati come quello di Anci Umbria”, argomentano.
Dopo un giro di incontri con le parti fatto dalla governatrice umbra Tesei all’interno della maggioranza è aperta una interlocuzione su particolari tutele per alcuni sentieri. E c’è la disponibilità ad aumentare la dotazione per le nuove tabelle, che cinque mesi dall’entrata in vigore della norma sarebbero state comunque chieste dal solo Comune di Trevi. Alcuni Comuni umbri stanno invece elaborando propri regolamenti sull’accesso dei mezzi a motore.
Gli ambientalisti si aspettavano un passo indietro importante da parte della Regione. E in assenza di questo, Mab Perglia e Legambiente scelgono la strada delle vie legali.
“L’emendamento della consigliera regionale Puletti era manifestamente inammissibile e totalmente disomogeneo rispetto alla legge di bilancio con cui venne approvato – sottolinea l’avvocato Francesco Paola, presidente della Riserva Mab Unesco del Monte Peglia – ed emerge quindi un quadro istituzionale complessivamente grave e un vero e proprio colpo di mano che ha fatto leva sulla sostanziale inconsistenza dell’opposizione e di vari esponenti di essa non all’altezza del ruolo”.
“Aderiamo convintamente al ricorso dinanzi alla Cedu della Riserva Mab Unesco e invitiamo tutta la nostra base associativa e tutte le realtà territoriali a sostenerlo per tutelare il nostro patrimonio boschivo, forestale e naturale”, dichiara Maurizio Zara, presidente Legambiente Umbria. Invitando quanti più soggetti possibili a sottoscrivere il ricorso.