Claudio Pace*
Nella faccenda del rifiuto del dormitorio di via Vollusiano a Terni, che una nota associazione di volontari intendeva e intende costituire per alleviare i problemi dei senza tetto che vivono in prossimità della stazione, l’amministrazione comunale non può fare da “Ponzio Pilato” rimandando a futuri accordi in future sedi che se mai trovate potrebbero dare fastidio ancora a qualcuno altro. Rimandare equivarrebbe a non fare, a fare come gli struzzi che nasconderebbero la testa sotto la sabbia.
Nel mio quartiere Borgo Trevi, Rocca San Zenone, anche a poche centinaia di metri dalla mia abitazione, da anni vengono accolte e ospitate persone in difficoltà e non c’è mai stato un episodio degno di segnalazione, di problemi sorti da questa accoglienza.
Mi meraviglio anzi che l’iniziativa, che potrebbe contribuire a diminuire il degrado della zona stazione, venga vista con sospetto e diffidenza da alcuni residenti che invito a riflettere invece sulla necessità di trovare soluzioni concrete al problema sociale, aggravato purtroppo dalla crisi economica e dai nuovi rapporti sociali, si pensi al caso dei padri divorziati, cacciati con sentenza dei tribunali dalla loro abitazione principale che comunque devono pagare e che non riescono a trovare nemmeno un posto per dormire la notte.
Affrontiamo il problema subito, residenti, volontari e amministratori, anche nelle nostre moriture sedi circoscrizionali, cercando soluzioni concrete, cerchiamo di riscoprire il senso della solidarietà che ha sempre contraddistinto la nostra gente.
Riscopriamo anche le nostre comuni radici cristiane, vivendo il Natale ormai vicino non con lo spirito delle persone che rifiutarono un posto nell’albergo per una allora ignota coppia di coniugi ebrei, Maria e Giuseppe, ma con lo spirito di quei pastori, di cui non si parla nel vangelo, ma che probabilmente indicarono a Giuseppe un luogo dove far passare la notte alla sua gravida moglie, luogo dove la storia sarebbe cambiata e che in tutte le nostre case rappresenteremo presto con i nostri presepi.
Ecco, forse se pensassimo al dormitorio per i senza tetto vicino alla stazione come alla stalla che accolse il Salvatore, le nostre diffidenze potrebbero improvvisamente svanire anzi gioiremmo del privilegio di potere fare un po’ di bene al prossimo, al Signore che viene, travestito da povero, cosi come lo vide San Martino di Tours
*Consigliere prima circoscrizione Terni Est coordinatore MRN Umbria