Per i giudici il muratore 56enne vive a ridosso di un bosco con animali ed è abituato a usare fucili: anche per questo è stato obbligato a presentarsi due volte al giorno dai carabinieri, con l'obiettivo di ridurre i rischi e impedire che possa andare a caccia
Non c’è un pericolo di fuga, ma il pericolo di reiterazione del reato è possibile. Per questo il gip di Firenze ha sì scarcerato Piero Fabbri, ma disponendo l’obbligo di presentarsi due volte al giorno, alle 7 e alle 16. Una misura cautelare che per i giudici è “sicuramente di ostacolo al recarsi a caccia e costituisce misura più adeguata e proporzionata all’entità del fatto e alla personalità del prevenuto”.
Nell’ordinanza viene messa nero su bianco ”l’effettività del pericolo di concretizzazione dei rischi che la misura cautelare è chiamata a realizzare. Piero Fabbri – scrive il giudice – vive a ridosso di un bosco caratterizzato per la presenza di animali selvatici, ed è aduso (avvezzo, ndr) all’utilizzo di fucili, fa parte di un’associazione venatoria e non esita a partecipare a battute di caccia di frodo. La circostanza che egli abbia subito il sequestro delle armi non porta ad escludere il pericolo, ben potendo Piero Fabbri custodirne delle altre o farsele prestare o sottrarle al suo detentore”.
Nell’ordinanza si ricorda inoltre che Piero Fabbri è indagato perché ha ucciso Davide Piampiano “durante una battuta di caccia al cinghiale alle pendici del monte Subasio (alla quale partecipava unitamente al 24enne e ad altre persone) in violazione dei divieti di legge trattandosi di zona boschiva in un giorno non consentito”. Comportamenti che fanno emergere una “pericolosità” motivata dalla “gravissima negligenza e imprudenza mostrata da Piero Fabbri nello sparare pressoché allo scuro pur sapendo della presenza di altri cacciatori nella zona”, senza dimenticare “che non solo ritardato di qualche minuto la chiamata dei soccorsi ma ha palesemente mentito a tutte le persone con le quali è entrato in contatto”.
Per il giudice “il comportamento mostrato dopo la commissione del delitto e i suoi precedenti penali denotano una personalità molto poco incline al rispetto spontaneo delle prescrizioni di legge dell’autorità giudiziaria o di polizia. Ciò basta quindi a ritenere – ancora l’ordinanza – l’attualità del pericolo”.
Detto questo però, “la misura cautelare personale dell’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria alle 7 e alle 4:00 del pomeriggio” è da sola sufficiente a salvaguardare “le esigenze cautelari”, visto che l’obbligo di firma “comporta sicuramente un restringimento delle libertà personali idonea di per sé a dissuadere l’indagato dalla ripetizione dell’attività criminosa e al tempo stesso la presentazione alla polizia giudiziaria due volte al giorno la mattina e la sera sarebbe sicuramente di ostacolo per Piero Fabbri a recarsi a caccia e costituisce misura più adeguata e proporzionata all’entità del fatto”.