Economia & Lavoro

“Rischio balcanizzazione per la sanità umbra”

Fabrizio Fratini è stato confermato segretario generale della Fp Cgil dell’Umbria. L’elezione è avvenuta al termine dei lavori congressuali della categoria delle lavoratrici e dei lavoratori del pubblico impiego dell’Umbria, che si sono svolti a Todi, con la partecipazione del segretario generale della Cgil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, e del segretario della Fp Cgil nazionale Fabrizio Rossetti. Fratini è stato confermato nel ruolo di segretario generale con 48 voti a favore e 2 contrari.

Nel suo percorso congressuale la Fp Cgil dell’Umbria ha svolto 115 assemblee, di cui 87 a Perugia e 28 a Terni, che hanno visto partecipare al voto nei seggi 4295 tra lavoratrici e lavoratori iscritti.

Abbiamo cercato di imparare ancora meglio ad ascoltare tutte e tutti – ha detto il segretario Fratini – dimostrando che la partecipazione in carne ed ossa con idee, passione, progetti, sia ancora preferibile e più vera delle piazze virtuali della rete senza arroccarci nelle torri delle oligarchie chiuse e autoreferenziali”.
Nella sua relazione il segretario ha analizzato la situazione di tutti i settori del lavoro pubblico e della cooperazione sociale. Fratini ha lanciato un allarme rispetto alla tenuta del sistema sanitario regionale, a fronte della continua contrazione delle risorse imposta a livello nazionale: “Il nuovo piano sanitario regionale, preannunciato da tempo, e avviato in stile Leopolda – ha detto il segretario Fp – non ha ancora, purtroppo, un quadro d’insieme organico e ufficiale: siamo alle linee guida. E la stessa partecipazione dal basso, apparentemente più democratica del sistema del confronto con le parti sociali (che in realtà hanno indici di misurazione di rappresentanza reale e non fittizia), ha prodotto confronti ‘oceanici’ dove è difficile se non impossibile fare la sintesi, con il rischio di una balcanizzazione della situazione (ognuno va per conto suo e alla fine difficile tenere insieme scelte contraddittorie perché manca un quadro di riferimento e obiettivi chiari e condivisi)”. Fratini ha poi rivendicato “una prima, significativa, ma non esaustiva risposta ai livelli occupazionali”, grazie alle stabilizzazioni ottenute in tutte le aziende, esprimendo però “una forte e netta contrarietà, di metodo e di merito, rispetto alla decisione contenuta in una delibera di giunta regionale avente per oggetto la riorganizzazione della diagnostica e delle rete dei laboratori”.
Fratini ha affrontato poi il tema delicato del caos Province e delle politiche attive del lavoro: “Nessuno della polizia provinciale è finito nel ‘Portale’ e sbattuto in qualche parte del territorio nazionale – ha sottolineato il segretario – e abbiamo conquistato grazie alle nostre proposte una legge sul lavoro che, costruendo l’Agenzia regionale per il lavoro, ha salvato il servizio pubblico, stabilizzato i precari, e costruito un contenitore utile ai cittadini soprattutto in questa fase economica e per i provvedimenti che il governo intende adottare (reddito di cittadinanza)”.
L’impellente necessità di un piano regionale dei rifiuti (“a ore avremo anche in Umbria i rifiuti nelle strade”) che si lega a doppio filo alle politiche ambientali (decisivo il ruolo di Arpa), il superamento dell’impasse sulle ex comunità montane, il problema dell’autoreferenzialità dei distaccamenti dei ministeri in Umbria, le difficoltà dei vigili del fuoco, “l’arretramento culturale” della cooperazione sociale: sono alcuni tra i tanti temi toccati nel dibattito.
Molto abbiamo fatto, molto c’e ancora da fare – ha concluso Fratini – Di certo, tutti siamo d’accordo sul render sempre più forte e autorevole la funzione pubblica all’interno di una forte confederalità“.