Iniziano a Perugia le riprese esterne della fiction “Il nome della rosa”, serie che andrà in onda sui canali Rai e che si basa sul romanzo di Umberto Eco, trasposto nell’omonimo film del 1986 con Sean Connery. Il primo ciak umbro è in programma per mercoledì, a Montelabate, mentre la prossima settimana fulcro delle riprese sarà piazza IV Novembre con l’allestimento di uno spettacolare set.
A rivelare qualche dettaglio è stato il produttore della fiction, Matteo Levi, ospite della quarta edizione del Love film Festival, che ha preso il via lunedì mattina all’Università per Stranieri e che in serata ha visto poi la consegna del Grifone d’oro alla produzione de Il nome della rosa.
“Passeggiare per Perugia restituisce quell’atmosfera medievale ideale per le ambientazioni della fiction – ha spiegato Levi – per questo abbiamo scelto il capoluogo umbro per alcune delle scene in esterno. Tre quarti delle scene sono girate a Cinecittà e le uniche girate fuori sono alla Chiesa di Montelabate, da mercoledì 2 a sabato 5 maggio, e a Perugia in piazza IV Novembre. Qui, lunedì 7 maggio, sarà allestito il set del primo incontro tra Guglielmo e Adso, con un grande falò, sarà una scena molto bella anche da veder girare”.
Prodotta da 11 marzo film – la società di Levi – e da Palomar in collaborazione con la Rai, Il nome della rosa andrà in onda a partire da febbraio/marzo del 2019 su Rai 1 in quattro serate (8 episodi). Girata tutta in inglese, con un formato internazionale di 8 episodi da 50 minuti, la fiction è una delle più grandi produzioni tv in Italia, con una troupe di oltre 200 persone, 22 settimane di lavoro (attualmente siamo alla 17esima), una distribuzione su scala mondiale e attori di primo piano come John Turturro (Guglielmo da Baskerville) e Rupert Everett (Bernardo Gui), gli italiani Fabrizio Bentivoglio e Alessio Boni, per la regia di Giacomo Battiato; il ruolo di Adso da Melk spetterà invece a Damien Hardung.
“Ho voluto mantenere un mio preciso controllo editoriale sulla fiction – ha spiegato Levi – così come mantenere fede al mio impegno con lo stesso Umberto Eco di trasmetterla sulla Rai e per questo ho rifiutato molte offerte di registi americani, scegliendo come regista Battiato per la sua estrazione culturale. Insieme a lui abbiamo costruito il percorso e, malgrado qualche perplessità iniziale, siamo riusciti ad avere un cast internazionale di tutto rilievo. Anche con Eco – ha proseguito – abbiamo fatto un lungo percorso di condivisione fino alla sua morte. La mia idea, fin dall’inizio, era quella di fare un racconto più esteso del romanzo, di quanto non fosse stato fatto nel film che tutti conosciamo, andando ad approfondire anche alcune sotto trame che nel romanzo stesso sono appena accennate, come quella degli eretici di Dolcino”.
Un’occasione importante, dunque, di visibilità internazionale per Perugia e l’Umbria, che lo stesso Levi ha ribadito, invitando anche le istituzioni a valorizzare le film commission locali “perchè – ha detto – il ritorno in termini di turismo è ormai dimostrato”.
Una circostanza confermata anche da Daniele Corvi, ideatore e direttore artistico del Love Film Festival, per il quale “si sta vivendo adesso una fase di rinascita della città, già sede, in passato, di altre numerose fiction come quella di Luisa Spagnoli, adesso de Il nome della rosa e, in futuro, del set di Paul Verhoeven, che fanno di Perugia la capitale italiana della cultura nel mondo”.
Orgoglioso che Perugia sia stata scelta per questa grande produzione de Il nome della rosa anche il sindaco Andrea Romizi, che ha ringraziato sia Corvi che Levi per la scelta di lavorare in città. “Sono certo che Perugia si presti bene – ha detto – grazie al grande patrimonio del centro e di tutto il territorio circostante. C’è molta attesa in città per la fiction -ha concluso Romizi – e da parte dell’amministrazione, naturalmente, non mancherà il supporto”.
Presente all’incontro con la stampa anche la madrina del Love Film Festival, l’attrice Federica Valtorta, che si è detta molto felice per la sua prima volta da madrina di un festival che unisce cinema e televisione, “due forme d’arte altrettanto importanti e da valorizzare allo stesso modo. -ha detto- In più Love Film Festival è un inno all’amore per l’arte ma anche per il territorio, capace di unire due patrimoni importanti del nostro paese”.