Anche questo anno riprenderanno gli scavi archeologici a Castiglione del Lago, con la partecipazione sempre più numerosa di studenti universitari americani, che saranno presenti sul territorio per sei settimane, a partire dalla fine di maggio fino agli inizi di luglio, in località Poggio Antico, non distante dalle frazioni di Gioiella, Vaiano e Porto, sul fianco di una collina prospiciente le sponde settentrionali del Lago di Chiusi.
Un progetto di ricerca, il “Trasimeno Archaeology Field School”, iniziato nel 2015 che prevede il recupero e valorizzazione dei beni archeologici presenti, e in parte già chiaramente visibili, a Castiglione del Lago. L’iniziativa, nata grazie alla collaborazione tra il Comune di Castiglione del Lago, The Umbra Institute di Perugia, il Dipartimento di Studi Classici della DePauw University di Greencastle (Indiana, USA), l’impresa archeologica Intrageo e l’Archeo Trasimeno, rappresenta un’occasione importante di studio, salvaguardia e promozione di questa splendida parte di territorio della regione Umbria.
«L’Amministrazione ha sempre creduto negli scavi archeologici, frutto della collaborazione internazionale con l’università dell’Indiana – ha affermato il sindaco Sergio Batino -. Voglio sottolineare l’impegno che abbiamo messo per ampliare l’intero percorso museale di Palazzo della Corgna dove una porzione significativa e valorizzata adeguatamente sarà destinata all’antiquarium e all’allestimento di sale multimediali e di realtà virtuale dedicate agli insediamenti etrusco-romani. Questo grazie al progetto “TraMe 3D” presentato dal nostro Istituto Omnicomprensivo “Rosselli-Rasetti” con un finanziamento di 150 mila euro e poi con altri fondi provenienti da risorse ITI: a breve avremo il progetto esecutivo».
Le indagini vedranno all’opera circa venti ricercatori, tra archeologi e studenti di The Umbra Institute e DePauw University, sotto la direzione scientifica dei professori Rebecca Schindler e Pedar Foss, con la concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la supervisione della dottoressa Paola Romi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. Nelle stagioni passate, le indagini hanno portato alla luce un insediamento romano di estese dimensioni con un excursus cronologico compreso tra il II sec. a.C. e il III sec. d.C. Questo anno le ricerche si concentreranno nel settore occidentale dell’abitato, reso interessante anche per la consistente presenza di bolli di fabbrica, arricchendo ulteriormente la conoscenza di questa parte del territorio di Castiglione del Lago, di grandissima importanza e strettamente collegato con quello di Clusium, ma che a tutt’oggi costituisce sotto ogni aspetto un ambito inesplorato.
Il Comune di Castiglione del Lago e l’Archeoclub del Trasimeno ripongono grandi aspettative dallo svolgimento delle ricerche; infatti, dopo gli interessanti risultati ottenuti con l’allestimento dell’antiquarium comunale, si guarda con fiducia ad un futuro progetto di valorizzazione anche delle aree archeologiche. Le scoperte finora effettuate nell’ambito del territorio comunale, anche a ridosso del centro storico e le prospettive di ricerca in atto confermano Castiglione del Lago come uno dei territori archeologicamente più promettenti della regione.
La ricerca, promossa anche per fini di valorizzazione, prevede lo sviluppo di un’analisi dettagliata del patrimonio archeologico nel territorio del Comune di Castiglione del Lago sia attraverso l’impiego di metodologie tradizionali (ricognizione, scavo stratigrafico), sia di nuove tecnologie informatiche (GIS mapping e digitalizzazione di dati georeferenziati delle evidenze archeologiche presenti), al fine di comprendere appieno il rapporto tra la presenza di eventuali insediamenti e il territorio. La ricognizione di superficie condotta a Poggio Antico nell’estate del 2015 ha rivelato una occupazione del sito tra il II sec. a.C. e il III sec. d.C., anche se probabilmente non in modo continuativo.
La distribuzione del materiale recuperato lascia pensare alla presenza di un grande complesso con almeno due distinte aree edificate: una a nord e l’altra a sud, da cui provengono frammenti appartenenti ad una struttura termale. Il sito comprende un ampio complesso che si estendeva probabilmente su tre terrazzamenti; fino ad ora ne sono stati individuati due, quello centrale, dove sono state rinvenute strutture di varie epoche, e quello inferiore, dove sono state messe in luce strutture pertinenti ad un impianto termale.
Dallo scavo effettuato nell’area centrale, situata ad una quota superiore, è emersa una grande scalinata monumentale che collegava le diverse aree poste a livelli differenti. Blocchi lapidei lavorati con grande precisione si inseriscono di testa nel tessuto dei due muri laterali creando una serie di supporti sporgenti da entrambi i lati. Ad est della scalinata è stata scoperta un’altra struttura, caratterizzata dalla presenza di un muro di fondo di forma semicircolare, costruita in una fase successiva rispetto al primo impianto, ancora in corso di scavo.
La ceramica rinvenuta nei riempimenti di questa area è mista, comprendendo frammenti dal III secolo a.C. al III d.C. L’indagine condotta nell’area a sud-est, nella zona della terrazza inferiore ha confermato la presenza di un complesso termale. Sin dagli strati più alti sono venuti alla luce numerosissimi frammenti di materiale architettonico relativo alle terme: tegole, tubuli, frammenti di “suspensurae” e numerosissime tessere di mosaico bianche e nere. Grazie allo scavo, sono stati identificati almeno tre ambienti forniti di ipocausto, due di forma quadrangolare e uno caratterizzato nel lato di fondo da un’esedra.
La posizione delle piccole terme presenti nella villa godevano di una piacevole vista a meridione, proprio a dominio del lago sottostante.