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Riorganizzazione della rete assistenziale territoriale, presentato il nuovo piano

Rafforzare l’offerta sanitaria e socio-sanitaria territoriale necessaria a fronteggiare l’emergenza epidemiologica conseguente alla pandemia di Coronavirus.

Implementare e rafforzare un solido sistema di accertamento diagnostico, monitoraggio e sorveglianza della circolazione del coronavirus, dei casi confermati e dei loro contatti. intercettare tempestivamente eventuali focolai di trasmissione del virus.

Assicurare la presa in carico precoce dei pazienti contagiati dei pazienti in isolamento domiciliare obbligatorio, dimessi, o asintomatici non ricoverati e in isolamento fiduciario.

Questo prevede il Piano di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale territoriale della Regione Umbria, che lo aveva già previsto nelle settimane precedenti e che ora potrà realizzarlo grazie ai fondi arrivati.

A presentare il Piano a Palazzo Donini, l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, e il direttore regionale alla Sanità, Claudio Dario. La nuova gestione “porterà a un cambiamento epocale“, ha detto l’assessore Coletto, ricordando che allo scopo ci sono 20.552.878 euro assegnati dal governo alla Regione Umbria per il 2020.

Soldi per il comparto sanitario, che verranno grosso modo equamente divisi tra personale (11 milioni) e infrastrutture (i restanti 9). “Lo ha comunicato ufficialmente il ministro, Roberto Speranza: ci sono 500 milioni, da dividere tra le Regioni, per andare a supportare il maggior onere del personale medico e infermieristico“, ha detto Coletto, ricordando anche il monitoraggio continuo dei piccoli cluster di Covid-19 presenti in Umbria.

Grazie alla riorganizzazione della rete assistenziale territoriale, i pazienti cronici e fragili potranno essere seguiti attraverso l’ assistenza domiciliare, anche con il potenziamento del servizi infermieristici territoriali, evitando inoltre le prescrizioni inappropriate. Il piano sarà realizzato grazie agli oltre 700 medici di medicina generale, alle 36 aggregazioni funzionali territoriali (cui saranno assegnati almeno 2 “infermieri di comunità”) e alle 12 unità speciali per la continuità assistenziale (che dovrebbero però essere dimezzate).

Per Coletto, “Si va a rafforzare la rete degli Aft: i medici di medicina generale saranno sotto uno stesso tetto e riuniti con più ambulatori. Ci sarà l’infermiere di famiglia e i vari servizi, utilizzabili dai vari pazienti in orari più estesi degli attuali, e verrà potenziata l’assistenza domiciliare per i pazienti cronici e fragili, anche affetti da Covid, in maniera da evitare accessi inappropriati, oltreché pericolosi in ospedale, venendo curati nel miglior modi possibili a casa. Questo è stato uno dei successi dell’Umbria nel pieno della pandemia, curare i pazienti a casa“.