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Riordino province, dipendenti in Consiglio Regionale

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità dei 17 consiglieri presenti una mozione, firmata da tutti i capigruppo, che impegna la Giunta regionale, “considerato il lavoro ricognitivo presso i Comuni e le altre strutture regionali per l’individuazione di reali e concrete prospettive per i dipendenti delle Province”, a “promuovere presso tutte le sedi competenti una azione incisiva tesa al mantenimento degli equilibri di bilancio, alla tutela dei posti di lavoro e all’efficienza dei servizi erogati alla comunità regionale”.
L’atto di indirizzo è stato elaborato dopo l’incontro con una delegazione dei lavoratori delle Province di Perugia e Terni, durante il quale l’assessore Luca Barberini ha comunicato gli esiti della ricognizione sul problema effettuata nella riunione di Giunta di ieri: “Nella riunione – ha detto – è emerso che 181 lavoratori delle Province potranno essere trasferiti in Regione, altri 40-42 lavoratori potranno essere collocati in altri enti regionali, fra i quali 20-22 nella sanità. Per i Centri per l’impiego, inclusi i precari, contiamo di arrivare ad una soluzione entro la fine dell’anno”.
“Il problema della riforma – ha spiegato l’assessore – è stato quello di scaricare il reperimento delle risorse su Regioni e Comuni, gli enti che hanno subito maggiori tagli, meno 25 per cento le prime, meno 20 per cento gli altri. La situazione nuova è che si è appreso che le Province in dissesto sarebbero almeno 30, con situazioni anche esplosive, e non riguardano solo quelle del Mezzogiorno e dell’Umbria. Il punto fondamentale è che non si licenzia nessuno, a seconda delle disponibilità che vi ho già rappresentato e di altre future che potranno essere messe a disposizione dagli enti. Per quanto riguarda i lavoratori della Polizia provinciale ci sono Comuni che hanno manifestato interesse ad assumere questo personale, che sarebbe escluso dalle limitazioni previste dal Patto di stabilità. A breve ci sarà una riunione con i Comuni. Giovedì è prevista la Conferenza Stato-Regioni sul problema dei servizi per l’impiego. Nella legge di stabilità si sta pensando di risolvere lo squilibrio finanziario delle Province, quindi ci saranno risorse addizionali”.
Infine, rispondendo a domande poste dai lavoratori presenti, Barberini ha comunicato l’impegno della Giunta a non chiudere, come paventato, sedi sul territorio: “i servizi saranno mantenuti anche nelle sedi periferiche – ha detto l’assessore – semmai si cercheranno sedi meno onerose per abbassare i costi degli affitti”.
Anche le opposizioni hanno convenuto sulla necessità di una linea comune per risolvere il problema dei lavoratori delle Province: Ricci (portavoce centrodestra e liste civiche) ha proposto una mozione “tecnica” di sostegno e Liberati (M5s) ha detto di essere “disponibile a seppellire l’ascia di guerra per venire incontro alle urgenti necessità dei lavoratori”.

A fronte di questo, i lavoratori hanno presentato un “provvedimento urgente di proroga del termine di approvazione del bilancio di previsione 2015, attualmente fissato al 30 di settembre”. E’ quanto viene chiesto al Governo dalla RSU della Provincia di Perugia, attraverso una lettera consegnata questa mattina da una delegazione provinciale alla Prefettura di Perugia, affinché il prefetto Antonella De Miro si faccia interprete delle richieste che giungono dai lavoratori e dalle lavoratrice dell’Ente. “L’impossibilità di approvare il bilancio nei termini previsti – si legge nella missiva – oltre a compromettere l’erogazione di servizi già fortemente ridotti a causa delle misure imposte dalla legge di stabilità 2015, disegna uno scenario inedito dagli effetti non prevedibili sia sul versante stipendiale che sul versante dei processi di mobilità del personale. Tali effetti rischiano di compromettere i già difficili ed incerti processi di riordino istituzionale e di ricollocazione del personale derivanti dalla Legge n. 56/2014. In tal senso, nelle more della necessaria adozione di misure di sostenibilità finanziaria dei bilanci degli enti di area vasta nell’anno in corso e per il 2016 ed il 2017, la proroga deve consentire nell’immediato, oltre che a delineare con precisione gli effetti istituzionali e gestionali che conseguirebbero alla dichiarazione dello stato di dissesto, a rendere coerenti e compatibili le tempistiche del processo di riordino con le finalità di garanzia di tenuta dei servizi e dell’occupazione. I lavoratori e le lavoratrici della Provincia di Perugia, fortemente preoccupati per il proprio futuro, chiedono al Prefetto di trasmettere la presente richiesta al Governo”. Da parte della Prefettura sono giunte assicurazioni sull’alto grado di interesse riservato alla vicenda. “Da parte del Prefetto – è stato detto ai lavoratori – vi è la massima vicinanza e attenzione alle problematiche che riguardano le Province che senz’altro verranno sottoposte alle autorità competenti”.

La questione del riassetto delle province e delle problematiche relative alle loro piante organiche – spiega il Presidente del Gruppo Pd a Palazzo Cesaroni Giacomo Leonelliè stata da noi più volte segnalata, ma devo dire che l’acuirsi di queste difficoltà è stata causata anche dalla molteplicità dei soggetti coinvolti e con i quali si è reso necessario di volta in volta interfacciarsi. Penso all’Unione delle Province, all’Associazione dei Comuni, al Governo e agli organismi statali, che devono essere resi partecipi di queste criticità e delle relative soluzioni. Certo è che la Regione deve essere capofila di queste interlocuzioni e farsi soggetto promotore nella ricerca dei modi migliori di risolvere tutte le questioni inerenti al personale delle province di Perugia e di Terni, anche in base alla redistribuzione delle funzioni da esse esercitate”.
Ci tengo a dire in maniera chiara – prosegue Leonelli – che nessuno sarà lasciato indietro e che l’impegno del Partito Democratico, anche attraverso gli assessori che esprime all’interno della Giunta dell’Umbria, sarà quello di mantenere alta l’attenzione sul fatto che tutto il processo di riassorbimento del personale, e di redistribuzione delle funzioni svolte dai due enti, avvenga in modo quanto più possibile rapido, con chiarezza e trasparenza nei confronti di tutti. Si tratta di competenze indispensabili al buon funzionamento della macchina amministrativa regionale e di grande utilità per i suoi cittadini, penso in particolare al mantenimento dei plessi scolastici, alla manutenzione delle strade, alle funzioni della polizia provinciale, e per questo con soddisfazione noto che molti dei dipendenti della provincia intervenuti nel confronto di questa mattina, proprio su questi aspetti hanno posto un forte accento di responsabilità, chiedendo di essere messi in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro”.
Oggi, – conclude Leonelli – con i dati resi noti dall’Assessore Barberini e con l’approvazione all’unanimità della mozione che tratteggia le linee guida dell’impegno di tutto il Consiglio, abbiamo posto una prima pietra nella costruzione della soluzione finale di problematiche a cui comunque stiamo lavorando alacremente da molti mesi“.

PIù dura l’opinione della Cisal: “la riforma delle Province, punta di forza della spending review e tenacemente voluta dal Governo Renzi, sta assumendo sempre più le dimensioni di una farsa nazionale ed è lo specchio di un Paese che privilegia, in tutte le sue forme, l’apparire all’essere”. A dirlo in una nota, il segretario generale della Cisal Umbria Vincenzo Filice, che sottolinea: “Come Cisal esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori in lotta e siamo pronti, da subito, ad affiancarli in questa battaglia per la salvaguardia del proprio lavoro, attivando lo stato d’agitazione (scioperi e manifestazioni di piazza) se non verrà rispettato il protocollo d’intesa firmato lo scorso 27 luglio con la Regione riaffermando la richiesta di esuberi ‘zero’, mantenendo le mansioni e gli stipendi compreso la parte accessoria”. “L’ingerenza della politica ha fatto sì che restassero in atto i privilegi a discapito della meritocrazia e, quindi, tutto a favore del clientelismo – continua il sindacalista -, mentre i lavoratori vanno a casa. Ci saremo aspettati che la spending review fosse indirizzata proprio a porre un freno allo spreco reale ed improduttivo di danaro pubblico, a ristrutturare il sistema in termini di vera efficienza, modernità, correttezza nella gestione dell’amministrazione pubblica. Ma così non è stato”. “Si prevedono in tutta Italia circa 20.000 esuberi – afferma ancora Filice –, di cui oltre 500 solo a Perugia e non saranno gli unici in Umbria, in quanto in un futuro immediato saranno interessati, se si continua di questo passo, anche i dipendenti di altri uffici periferici dello Stato, con un ulteriore effetto negativo sulla già grave situazione lavorativa ed economica della regione”. “Siamo favorevoli alle riforme – spiega Filice -, ma le riforme devono essere fatte per il popolo, non contro di esso. Siamo disposti a razionalizzare le spese, ma non a discapito esclusivo dei servizi. Oggi si chiede di approvare piani industriali senza dirci con quali risorse e con quali funzioni. Il Governo può cogliere l’occasione, se vuole, di correggere il tiro con normativa ad hoc, permettendoci di strutturare una proposta di ente ‘service’ del territorio, con competenze uniche ed univoche maturate nel tempo, che mette a disposizione un bagaglio di competenze e professionalità che lo Stato potrebbe realmente utilizzare a supporto dello sviluppo e della crescita dell’Italia”.

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