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Rinvio elezioni, a sinistra sperano di mangiare il panettone

All’inizio la possibilità di spostare più in là le elezioni regionali era poco più che una speranza, a sinistra. Più lontano dall’eco dell’inchiesta Sanitopoli, che in autunno dovrebbe vedere l’avvio dei processi con rito immediato. Più lontano da una fase in cui Matteo Salvini e la sua Lega appaiono invincibili, magari confidando negli sviluppi del caso Russiagate in salsa brianzola. Una speranza che era legata ad una norma contenuta nello Statuto dell’Emilia Romagna (una delle Regioni che insieme all’Umbria andrà al voto anticipato) che consente di prorogare la fine della legislatura anticipata fino a due mesi. Spostando quindi l’apertura delle urne a gennaio.

Che poi era il tempo fino al quale gli irriducibili confidano di arrivare facendo melina sull’accettazione delle dimissioni di Catiuscia Marini da presidente della Regione Umbria. Nella convinzione che il distacco dal centrodestra targato Lega si possa colmare superato il clamore dello scandalo Sanitopoli.

Il presidente Fabio Paparelli aveva indicato il 24 novembre come data massima per le urne. Ed la Regione in sostanza a decidere sulle consultazioni che la riguardano, pur avendo come riferimento, ovviamente, la normativa quadro.

In aiuto dei temporeggiatori a sinistra arriva la sentenza del Tribunale sul ricorso presentato da un Comitato contro la legge elettorale in Umbria. Sentenza attesa per il 18 novembre. A quel punto, in caso di bocciatura Giunta e Consiglio regionale sarebbero eletti con una procedura viziata, visto che non ci sarebbe tempo per cambiarla. E allora, tanto vale affiancarsi all’Emilia Romagna e arrivare al 2020.

Il presidente Paparelli ci sta pensando, argomentando il rinvio con la possibilità di risparmiare dalle urne per il 2019 i 3 milioni di euro necessari per salvare il trasporto pubblico locale, visto che le elezioni spostate di qualche mese farebbero caricare la relativa spesa sul bilancio 2020. Ipotesi che è stata prospettata anche ai sindaci. Salvo poi spiegare che era solo una battuta.

La Lega, di fronte a questa possibilità, è pronta a presentare ricorso, pretendendo le elezioni subito. Che è la posizione assunta anche da un ex leghista, il consigliere Emanuele Fiorini, ora nel gruppo Misto.