Foligno

Rincari in sanità, scontro tra privati e Usl Umbria 2

E’ scontro tra sanità pubblica e sanità convenzionata. Uno scontro senza quartiere, che lambisce anche il Comune, chiamato in causa dai consiglieri del centrosinistra.

La denuncia del Quintana

Il Centro “Quintana” sceglie la pagina Facebook per una denuncia: “la ASL Umbria 2 impone un innalzamento del costo delle prestazioni private nella misura del 40%. La ASL Umbria 2, con la Deliberazione del Commissario Straordinario n. 377 del 7.04.2020, ha imposto ai centri medici convenzionati con il SSR operanti nel proprio contesto territoriale, di applicare anche ai pazienti che vogliono eseguire esami in forma privata le medesime tariffe stabilite per le prestazioni eseguite in regime di convenzione – dice – Per questa ragione, al pari delle altre strutture private dell’ASL Umbria 2, il Brugnoni Group Sanità è stato costretto ad aumentare il tariffario delle prestazioni private di Diagnostica per Immagini nella propria struttura di Foligno, Centro Medico La Quintana. E così, a seguito della decisione della ASL, i cittadini dell’Umbria appartenenti all’area territoriale dell’Asl Umbria 2 che non intendono gravare sulle liste di attesa del SSR o che non possono attendere i tempi delle liste di attesa, si vedono oggi costretti a spendere per un esame di Risonanza magnetica circa 130 €, a fronte degli 80 € che venivano richiesti precedentemente nella struttura sanitaria di Foligno. La scelta di allineamento dei prezzi adottata dalla ASL, oltre a non rispondere ad alcuna logica, determina quindi un grave pregiudizio per i cittadini umbri, imponendo agli stessi un costo per l’accesso alla sanità privata incrementato di circa il 40%, con evidente compressione del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione. Peraltro, l’innalzamento dei costi di accesso alla sanità privata, nel medio-lungo termine andrà a produrre, con ogni probabilità, anche un incremento ed una inevitabile congestione delle liste di attesa pubbliche e minore capacità di risposta alla domanda sanitaria.
Tale obbligo contrattuale imposto dall’ASL Umbria 2 comporta, inoltre, una ingiustificata limitazione del principio costituzionale di libera iniziativa economica sancito dall’art. 41 della Costituzione a mente del quale “L’iniziativa economica privata è libera”
. Il Centro Medico La Quintana si scusa con i propri pazienti e con tutti i cittadini umbri che dovranno subire un aumento del costo delle prestazioni dettato da scelte istituzionali che divergono dai principi fino ad ora applicati dalla struttura”.

La replica di Usl Umbria 2

La dura presa di posizione porta ad una replica della Usl Umbria 2, che entra nel tecnicismo: “E’ opportuno quindi risalire alla storia e ai fatti. Per abbattere le liste di attesa, la Usl Umbria 2 ha avviato da tempo un percorso virtuoso di sinergia pubblico-privato che prevede l’utilizzo dell’offerta privata dei centri convenzionati del territorio in stretta collaborazione e integrazione con l’azienda sanitaria stessa. Si è stabilito quindi di procedere, tramite avviso pubblico di manifestazione di interesse, all’acquisto in ambito distrettuale di prestazioni specialistiche ambulatorialiIl centro medico “La Quintana” ha partecipato a tale avviso, la domanda è stata accolta sebbene il centro sia accreditato provvisoriamente e si è proceduto, il 15 maggio scorso, alla stipula dell’accordo contrattuale per la fornitura delle prestazioni in linea con quanto definito dalla manifestazione di interesse. Ad oggi, pertanto, la società ha un accordo contrattuale con l’Azienda Usl Umbria 2, con budget specifico per l’erogazione di prestazioni specialistiche e di radiologia che sono sostenute dall’Azienda, quindi dal pubblico, secondo le tariffe previste dal nomenclatore tariffario che stabilisce, a garanzia del cittadino, la tipologia e le modalità di fornitura del servizio.

L’accordo con Usl 2

Nell’accordo siglato dalle parti viene espressamente previsto che “la struttura privata si impegna ad applicare uno sconto del 5% sulle tariffe previste dal nomenclatore tariffario oltre al 2% previsto dalla legge finanziaria n. 296/2006”.  Viene infine riportato e sottoscritto di “non applicare ai soggetti privati, per le stesse prestazioni in convenzione, sconti ulteriori al fine di evitare forme di concorrenza con l’azienda sanitaria”, ed inoltre che “ la struttura è consapevole che l’applicazione di sconti maggiori al privato rispetto a quelli applicati all’Azienda comporta la risoluzione immediata del presente contratto”. Come altri centri convenzionati, la Ditta Quintana applica quindi le tariffe nazionali e viene puntualmente pagata dall’Azienda Sanitaria in base al budget stabilito.

Evitare una distorsione

Sin qui i fatti da cui scaturisce un’unica riflessione basata sulla evidente distorsione che si determina quando una Ditta, convenzionata con il Sistema Sanitario Regionale, una volta assorbito il budget del pubblico, applica ulteriori ribassi alle prestazioni facendo concorrenza sleale all’Azienda che invece, come da normativa, deve rispettare il tariffario nazionale anche ai soggetti che pagano la prestazione.  Non è solo una questione di buon senso ma anche di correttezza e di trasparenza considerato che la manifestazione di interesse è stata partecipata, l’accordo è stato siglato ed accettato in tutti  gli articoli da parte della Quintana ma anche delle altre Ditte partecipanti ed ammesse positivamente alla manifestazione di Interesse.  L’Azienda sanitaria non avrebbe (e non ha) alcuna voce in capitolo nei confronti di quelle strutture sanitarie private “pure” che non beneficiano di alcun accordo con il pubblico e pertanto hanno il proprio “rischio d’impresa“.  Ma in questo caso si parla d’altro.

La polemica politica

Dopo la Usl Umbria 2, il centrosinistra del Comune di Foligno interviene chiedendo l’intervento del sindaco Zuccarini: “I cittadini sono bastonati tre volte – dicono Pd, Patto per Foligno e Foligno 2030 – si rivolgono alla Asl2, trovano lunghe code e sono costretti a rivolgersi al privato che  applica al cittadino una tariffa del 40% più alta della tariffa di mercato (che sarebbe stata applicata senza l’imposizione di prezzo da Asl2). La Asl paga le prestazioni erogate in convenzione dai privati con fondi che derivano dalle tasse ai cittadini. La Asl paga per contratto le prestazioni al privato il 40% in più del prezzo che il privato stesso avrebbe applicato nel libero mercato. Sindaco Zuccarini questa paradossale presa in giro a spese dei cittadini in questo momento così delicato della vita della comunità  non avviene sulla luna, succede nella città  della quale lei è sindaco: si faccia sentire, esca da questo assordante silenzio”.