L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso oggi l’interrogazione a risposta immediata con cui i consiglieri Stefano Lisci (Pd) e Fabrizio Ricci (Avs) chiedevano di conoscere “gli intendimenti della Giunta rispetto agli annunciati licenziamenti alla Sitem di Trevi”. Illustrando l’atto ispettivo in Aula, Lisci dopo aver sottolineato che rispetto alla data di presentazione dell’interrogazione, ad oggi sono stati compiuti passi in avanti importanti, ha ricordato che “la Sitem è un’azienda metalmeccanica umbra con oltre 50 anni di vita, con sede a Cannaiola di Trevi, che si occupa della produzione di lamierini magnetici per elettrodomestici e per il settore automotive. Le quote di maggioranza dell’azienda, che conta più sedi tra Italia, Francia, Slovacchia e Svizzera e circa 700 dipendenti, di cui 165 nella sede principale in Umbria, sono state acquisite negli ultimi mesi dal gruppo americano Worthington Steel, con la promessa di investimenti ed assunzioni. Ad oggi non risulta essere stato presentato alcun piano di investimenti, mentre nelle ultime settimane è stata annunciata per lo stabilimento di Cannaiola di Trevi l’apertura della procedura di licenziamento collettivo che interessa circa 30 persone. Stando a quanto riferito dalle organizzazioni sindacali di categoria, che hanno avviato una trattativa sindacale con l’azienda per scongiurare tali licenziamenti, la nuova proprietà sarebbe indisponibile ad attivare gli ammortizzatori sociali. Chiediamo quindi alla Giunta se intende aprire un tavolo di confronto con la proprietà, anche ai fini di sollecitare la presentazione del piano industriale; di scongiurare i licenziamenti e per sollecitare l’attivazione di ammortizzatori sociali”.
L’assessore Francesco De Rebotti ha sottolineato che: “la Sitem, il 3 ottobre scorso aveva trasmesso la comunicazione di apertura della procedura di licenziamento collettivo, procedura di mobilità. Su questo c’è stato ovviamente l’interessamento della Regione cercando di aiutare sia le organizzazioni sindacali, ma anche il lavoro di mediazione che è stato fatto da Confindustria per far capire intanto alla nuova proprietà che esisteva un’alternativa a quella del licenziamento, ovvero quello dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, cosa che viene abitualmente fatta soprattutto per gestire periodi di crisi transitorie. Pur permanendo ovviamente la necessaria attenzione sulla prospettiva, l’azienda, di proprietà americana, che aveva poca dimestichezza anche nella comprensione degli strumenti di salvaguardia, ha preso atto che in questi casi poteva ottenere lo stesso risultato anche dal punto di vista economico. Quindi abbiamo cercato tutti insieme, a partire dai sindacati, con il supporto di Confindustria, con quello che ha messo a disposizione la Regione, di far capire che la strada da utilizzare era quella degli ammortizzatori sociali. Lo scorso 21 novembre la Sitem ha ritirato ufficialmente la procedura per i 36 licenziamenti che poi andavano a colpire soprattutto lavoratori di una certa età con difficoltà di ricollocazione. Al posto del licenziamento, dai primi di dicembre, è scattato l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione. Adesso è necessario che l’azienda si predisponga, nel medio termine, ad affrontare una crisi comune a molte aziende metalmeccaniche per naturali conseguenze di mercato. Ora si tratta di ricevere da parte dell’azienda un piano di azione, un piano industriale che tenda a gestire questa fase di difficoltà con gli strumenti pubblici della cassa integrazione, magari non rinunciando laddove possibile, sulla base di scelte individuali, volontarie e anche di lavoratori, di essere accompagnati alla pensione. In attesa di capire quale sarà l’atteggiamento dell’azienda stessa sulle prospettive industriali, che spero siano positive per i lavoratori e non solo, continueremo a monitorare la situazione. Nella replica, l’altro firmatario dell’interrogazione, Fabrizio Ricci (Avs) ha espresso “piena soddisfazione per l’operato della Giunta, dell’assessore De Rebotti in particolare, che ha gestito in tempi estremamente rapidi questa delicata vertenza con un intervento molto efficace. Non era scontato riuscire a modificare le impostazioni di una multinazionale americana che magari ha anche poca dimestichezza con gli strumenti previsti in Italia come la cassa integrazione. L’azione congiunta delle organizzazioni sindacali da una parte e dei lavoratori che hanno scioperato e si sono mobilitati, insieme all’intervento della Regione hanno ricondotto su binari condivisi e più tutelanti questa vertenza. Altro passaggio decisivo sarà la presentazione del piano industriale. È fondamentale portare avanti un modello di relazioni industriali che sia fondato sul dialogo e sul confronto tra le parti, perché siamo convinti che solo attraverso la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti e in particolare il coinvolgimento dei lavoratori e delle loro organizzazioni sia possibile, in una fase così delicata, tutelare l’occupazione e salvaguardare il tessuto produttivo della nostra regione”. AS