(Ale. Chi.) – Dopo le proposte del Ministro del Rio sul cosiddetto “svuota Province” e l'adeguamento della Regione come spiegato dalla Presidente Marini e dall'Assessore Fabio Paperelli, resta un forte dubbio su quanto accadrà all'assetto futuro delle Unioni dei Comuni. E nel frattempo, sono i sindacati a schierarsi contro eventuali “tagli trasversali”. Per loro è primariamente necessario che si realizzi: la costituzione della cabina di regia prevista dall’accordo nazionale con il Ministro D’Alia e le OO.SS.; che si definisca preliminarmente il “contenitore” istituzionale definitivo e il conseguente percorso normativo e giuridico. Da parte sua, poi, il sindacto rivendica come “dopo 2 anni dall’approvazione della legge regionale n. 18 sulla riforma delle Comunità Montane, si sono accumulati ritardi dovuti esclusivamente alle contraddizioni dei livelli istituzionali (Comuni, Province, Regione, Governo). Nessuno pensasse di scaricare le conseguenze di tutto ciò sui lavoratori della P.A. che in un contesto difficile hanno continuato ad erogare servizi e a svolgere le loro funzioni”.
Intanto in Regione si è tenuta la riunione della Prima Commissione: “approfondire il contesto normativo nazionale e l'iter della riforma regionale, evitando il rischio di sovrapposizione tra nuove Province e Unioni dei Comuni. Avviare un confronto costante tra Regione e Provincia di Perugia per accompagnare il processo di riforma. Impegnarsi in una interlocuzione costante che eviti il ripetersi degli errori generati con la riforma endoregionale”. Sono queste le conclusioni che il presidente della Prima Commissione dell'Assemblea regionale, Oliviero Dottorini, ha tratto dall'incontro svoltosi a Palazzo Cesaroni.
L'audizione, indetta a seguito della richiesta dell'assessore provinciale Piero Mignini, ha visto la partecipazione di esponenti della Giunta e del Consiglio provinciale e si è incentrata sul “futuro assetto istituzionale della Regione”, soprattutto alla luce della riforma istituzionale in via di definizione nel Parlamento nazionale. Dagli interventi è emersa la richiesta di una interlocuzione costante tra Provincia e Regione che accompagni la ridefinizione del tessuto istituzionale, per evitare il “ripetersi errori” e che si possa arrivare ad un sistema che “crea sovrapposizioni, svilisce la professionalità e il ruolo della Provincia, sacrifica un personale che in questi anni ha svolto un ruolo di grande importanza in settori chiave come la viabilità, l'edilizia scolastica e la manutenzione idrogeologica”.
Giampiero Rasimelli (capogruppo Pd) ha poi aggiunto: “il progetto di riforma del Senato vedrebbe i sindaci dei Capoluoghi impegnati sia nelle Provincie che nel Senato, creando una situazione ingovernabile”.
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