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RIFORMA DELLA SCUOLA: LE CONSIDERAZIONI DI PINA SILVESTRI

” Dopo la pubblicazione dei nuovi organici, i risultati drammatici della riforma Gelmini si stanno palesando in tutta la loro gravità

A fronte di un incremento della popolazione scolastica di circa 2000 unità si avrà una diminuzione di circa 370 posti di lavoro nella provincia di Perugia e di circa 130 in quella di Terni.

Solo a Spoleto si perderanno circa 40 cattedre; colpiti saranno soprattutto i precari a tempo determinato che non potranno neppure godere di ammortizzatori sociali.

I tagli sono particolarmente gravi nella scuola primaria e nelle sedi decentrate, ma ci sarà anche una drastica riduzione degli indirizzi e delle specializzazioni, soprattutto nel settore della formazione professionale.

Tutto questo nel più assoluto silenzio e disinteresse dell'opinione pubblica, frastornata da false notizie sulla realtà scolastica propinate da una certa stampa, ma anche delle forze politiche che, evidentemente, considerano i docenti lavoratori di serie B.

La situazione è estremamente preoccupante per chi crede nella validità della scuola pubblica.

Le classi saranno molto più numerose, anche oltre i trenta alunni che, soprattutto nelle classi prime, rappresentano un ostacolo per una didattica efficace che miri a valorizzare le potenzialità di ciascun ragazzo; l'incremento dell'orario cattedra, eliminando le ore a disposizione, renderà impossibile la sostituzione dei docenti assenti per brevi periodi rendendo problematico il regolare svolgimento delle lezioni. Inoltre, finanziamenti sempre più scarsi, anche per organizzare corsi di sostegno e recupero, costringeranno i genitori a cercare lezioni private con notevole dispendio economico in un momento di crisi finanziaria delle famiglie.

La scuola non appartiene agli insegnanti, è una istituzione fondamentale per la società che senza scuola, o con una scuola depotenziata, non progredisce.

E' pertanto necessario che sia l'intera società a farsi carico dei problemi dell'istruzione; le famiglie, il mondo produttivo dovrebbero fare fronte comune con i docenti per pretendere una scuola che educhi e fornisca conoscenze e competenze.

Il diritto allo studi è sancito dalla Costituzione: non si può accettare che i giovani, le generazioni future, vengano privati di questo diritto da una riforma scellerata e dai tagli di Tremonti.”