di Ada Urbani (*)
La riforma del lavoro uscirà dalla Commissione con una veste assolutamente più aderente alle necessità del momento: più flessibilità in entrata, meno laccioli al lavoro, meno barriere alla ripresa produttiva delle imprese e con un possibile traguardo positivo per il lavoro, sempre che il Governo si decida a promuovere e ad investire sullo sviluppo.
Le imprese devono tornare ad essere produttive e competitive se vogliamo avere lavoro da offrire a giovani, donne e disoccupati avanti con gli anni. Un bel passo avanti è stato fatto con due articoli di legge, inseriti dai relatori, da me fortemente spinti e supportati con emendamenti assorbiti, che hanno valenza di sperimentazione triennale: la trasformazione della cassa integrazione in tutele, con l’Aspi che diventa una sorta di liquidazione per il disoccupato perché possa avviare, volendolo, un’attività autonoma. Stanziati 20 milioni di euro all’anno come copertura finanziaria.
Attraverso altri decreti, da emanare entro nove mesi, viene altresì prevista, sempre in via sperimentale, la partecipazione dei dipendenti agli utili ed al capitale d’impresa. Si riproduce, in sostanza, il modello tedesco che non esclude che i dipendenti possano diventare componenti dei consigli di sorveglianza delle stesse aziende. La sfida, come ho detto, è promuovere lo sviluppo e sostenere le imprese, perché la mancanza di lavoro è il vero grande problema ancora sul tappeto. Solo così questa riforma avrà efficacia e senso.
(*) Senatore Pdl