Categorie: Perugia Politica

RIFONDAZIONE CONTRO CAPRIOLI, VOLPI, ISTRICI E PICCIONI: ANIMALI NOCIVI, SERVONO MISURE DI CONTENIMENTO

“La presenza , diffusa nel territorio, di animali nocivi compresi nella fauna selvatica – è scritto in una interrogazione al presidente della provincia presentata dal capogruppo del Prc – è giunta ormai ad un tale livello di incidenza da sollevare, anche nel nostro territorio, allarmi e lamentele sia nel mondo agricolo che nel mondo venatorio (a 980 mila euro ammontano le risorse stanziate dalla regione Umbria nel solo novembre 2010, di cui 403.588 euro destinati alla provincia di Perugia, come risarcimento per i danni provocati dalla fauna selvatica, risorse reperite ad integrazione di quelle già accantonate per l’anno 2008 ). Specie come la nutria, la volpe, la cornacchia, l’istrice, il capriolo, il piccione torraiolo (localizzato soprattutto nel territorio del Lago Trasimeno), danneggiano in maniera seria le colture, le infrastrutture, le regimazioni idriche, le nidiate di specie cacciabili, l’ecosistema nel suo complesso (solo la nutria, specie alloctona, provoca in Italia, secondo stime attendibili, più di 20 milioni di euro l’anno di danni complessivi). Altre Province, come ad esempio quella di Lodi e di Padova, hanno avviato , di concerto con il mondo venatorio e con i Comuni, efficaci strategie di contenimento delle varie tipologie di nocivi con trappole, selecontrollori, ovvero cacciatori selezionati per l’abbattimento, nonché con altri metodi e strumenti. La Legge 11 febbraio 1992, n. 157, art. 19, prevede che, qualora l’Infs ( Istituto Nazionale Fauna Selvatica) verifichi l’inefficacia dei metodi ecologici, le province possono attivare piani di controllo della fauna selvatica anche in zone interdette alla caccia, per l’ottimale gestione del patrimonio zootecnico, per motivi sanitari, per la tutela del suolo, per la selezione biologica, per la tutela delle produzioni zoo – agro – forestali ed ittiche”. Per questa serie di ragioni il gruppo del Prc chiede di sapere “se non sia il caso di predisporre, nel tempo più breve, misure efficaci di contenimento delle specie nocive della fauna selvatica, oppure di potenziare quelle già esistenti, in armonia con la necessità di tutelare gli equilibri naturali, attraverso vari strumenti quali l’acquisto, in collaborazione con i comuni, di trappole ad esca o a passaggio; l’ attivazione, con il concorso delle associazioni venatorie, di selecontrollori presenti sul territorio, autorizzati ad abbattimenti con armi da fuoco dei nocivi in forma vagante o da appostamento fisso o temporaneo, specie per quanto riguarda le nutrie; la formulazione e / o il potenziamento dei Piani di controllo per corvidi, istrici, volpi, ungulati; il rafforzamento delle strategie preventive di protezione delle colture; l’aumento dei prelievi selettivi del cinghiale”.