Politica

Rifondazione, 400 delegati a Spoleto per eleggere il nuovo segretario

“C’è bisogno di rivoluzione”: con questo slogan il partito Rifondazione comunista si riunirà a Spoleto per il decimo congresso nazionale al termine del quale verrà nominato il nuovo segretario nazionale. In città arriveranno questo fine settimana 400 delegati, oltre a molti ospiti internazionali – tra cui l’Ambasciatore di Cuba – ed i rappresentanti della Sinistra europea da Spagna, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Cipro, Danimarca e Turchia.

A presentare l’appuntamento – che ha ricevuto il plauso ed il ringraziamento del sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli – è stata la segretaria del circolo cittadino di Rifondazione, Maura Coltorti, che è riuscita nel suo intento di portare il congresso nazionale Prc nella sua città, “una delle più belle del centro Italia“. La Coltorti ha ripercorso la travagliata organizzazione della manifestazione politica. La sede era stata infatti decisa prima del terremoto del 24 agosto e della successiva sequenza sismica e poi confermata, se pur con un cambio di programma per l’inagibilità del teatro di San Nicolò e con qualche difficoltà per la concomitante presenza negli alberghi sia ancora degli sfollati del sisma sia dei partecipanti al campionato mondiale amatoriale di scacchi. Grande comunque la soddisfazione e l’emozione per la segretaria spoletina, che oggi, per presentare il congresso, era affiancata dal segretario nazionale di Rifondazione, Paolo Ferrero, da quello regionale Enrico Flamini, da quello provinciale Oscar Monaco e dal coordinatore nazionale dei giovani comunisti Andrea Ferroni.

L’appuntamento, quindi, è da venerdì a domenica all’hotel Albornoz. Si inizia venerdì mattina, quando una delegazione del partito sarà a Norcia. “La nostra non sarà una passerella ma un gesto concreto, come stanno facendo in questi mesi nei territori colpiti dal sisma le Brigate di solidarietà attiva” ha spiegato Ferroni, ricordando l’impegno della onlus nata dopo il sisma del 2009 dell’Aquila.

Alle 15, invece, all’Albornoz, l’inizio dei lavori del congresso, con la relazione del segretario nazionale uscente Ferrero ed i saluti del sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli e della segretaria di Rifondazione di Spoleto Maura Coltorti. Lavori che proseguiranno anche nei due giorni seguenti, fino all’elezione – domenica 2 aprile alle 16 – del nuovo segretario nazionale. In programma venerdì sera anche una serata al chiostro di San Nicolò con il gruppo parlamentare della Sinistra europea.

“Abbiamo scelto di venire qui prima del terremoto confermando la nostra scelta anche dopo – ha spiegato il leader nazionale del Prc Paolo Ferrero – perché quando c’è un sisma c’è molta solidarietà, ma a distanza. Abbiamo pensato che il fatto di venire concretamente qui fosse il modo migliore per manifestare solidarietà a queste terre ed anche un modo per dire che si può venire qui, che se la gente ci vive ci si può fare anche un congresso“. Da Ferrero sono poi arrivate critiche alla gestione dell’emergenza e del post sisma. “In Italia – ha osservato – quando c’è silenzio non è detto che le cose vadano bene, ma magari c’è assuefazione. Qui non ci sono gli scandali dell’Aquila, ma c’è l’incapacità di garantire un intervento rapido che permetta la ricostruzione del territorio e della sua economia, ed anzi un suo potenziamento senza il quale si rischia uno spopolamento ed un impoverimento”.

Quanto invece al congresso, Paolo Ferrero ha ricordato che anche se Rifondazione comunista non finisce sui giornali o nei tg, sono stati fatti 700 congressi in tutta Italia, “che vuol dire che ci sono altrettanti circoli, dove si fanno varie cose, sono una forma di impegno sociale, culturale e politico. La nostra è una struttura di 20mila persone che lavora concretamente per cambiare le cose, andiamo poco in tv ma ci diamo da fare“. Concretamente, quindi, Prc chiede una ridistribuzione della ricchezza: “tutti dicono che davanti a questa crisi economica bisogna tirare la cinghia, noi diciamo il contrario. C’è una crisi dovuta alla cattiva distribuzione della ricchezza, bisogna prendere i  soldi dove ci sono e usare le banche centrali per finanziare interventi a favore della popolazione. Siamo sognatori? Sì, pensiamo che il mondo possa andare meglio. A noi fa incazzare – ha concluso Ferrero – l’idea che i nostri figli possano stare peggio di noi”.

A ribadire la posizione di Rifondazione comunista in Umbria è stato invece il segretario regionale Flamini:In Umbria i congressi hanno confermato la linea politica che è quella di costruire una alternativa unita e plurale della sinistra, alternativa anche al Pd”. Nel mirino la gestione del terremoto da parte della Giunta regionale, che “ha mostrato una totale incapacità. Nel 1997 l’Umbria seppe affrontare in modo diverso la situazione, dopo 20 anni, mentre il modello umbro viene indicato come esempio in Europa,  noi abbiamo accettato un commissarimento che ha tolto alle comunità locali la possibilità di rideterminare le proprie esistenze”. Linea simile quella evidenziata dal segretario provinciale di Perugia Monaco, che ha evidenziato anche la difficile situazione economica della regione