Il vagone di coda è diventato una locomotiva solida e spedita. Dal 2015 ad oggi, la raccolta differenziata a Terni è passata da un più che mediocre 40% alla eccellente quota del 73,1% che, di fatto, permette alla città dell’acciaio di raggiungere con un anno di anticipo gli obiettivi fissati dalla Regione in materia di rifiuti e riciclo dell’immondizia.
I passi da gigante compiuti da Terni sono lo specchio di un sistema territoriale efficace e che in Umbria sta facendo scuola. E’ infatti tutto l’ex Ati 4 a potersi fregiare di medaglie da primato con un 72% di differenziata e punte di eccellenza come Attigliano, Montefranco, Ferentillo, San Gemini, Amelia, Narni ed Orvieto, tutti finiti nella top ten dei “Comuni ricicloni”, premiati la scorsa settimana da Legambiente nell’ambito dell’Ecoforum che si è svolto proprio a Terni.
Tenere i rifiuti quanto più possibile lontani dalle discariche – che, comunque, entro i prossimi cinque anni rischiano di andare al collasso – è però soltanto un punto di passaggio. Il traguardo vero, almeno Terni, lo raggiungerà nel 2018, quando si provvederà alla introduzione della Tari corrispettiva con metodo puntuale. Il percorso che porterà alla nuova bolletta è stato illustrato da Stefano Tirinzi, direttore generale di Asm, la società che assieme a Cosp nel Ternano si occupa di rifiuti.
Rifiuti, il business del futuro passa da Terni
Fino ad oggi, il sistema di raccolta cosiddetto “porta a porta spinto” ha consentito non solo di incrementare la quota di differenziata, ma anche di incassare risparmi significativi sul costo di smaltimento. Se nel 2015, a livello territoriale, si spendevano 10 milioni di euro (6 milioni per Terni e 4 per il resto della provincia) oggi se ne spendono 4,7 (2,4 a Terni e 2,3 in provincia) con risparmi che – solo per il capoluogo – ammontano a 2 milioni di euro l’anno.
Da domani, questi obiettivi permetteranno di raggiungere ulteriori risultati: aumentare la differenziata fino ad oltre l’80% e “contribuire a creare un sistema equo – spiega Tirinzi – per cui chi più inquina, più paga”.
Per arrivare alla predisposizione della tariffa puntuale sarà necessario “contabilizzare” la quantità di rifiuti prodotta da ciascun utente o da piccoli gruppi di utenti attraverso un sistema tecnologico che registrerà i conferimenti e trasmetterà i dati ad una apposita banca dati. Questo sarà possibile attraverso dei contenitori “intelligenti” che dialogheranno in tempo reale con gli operatori ed i mezzi predisposti alla raccolta. Per ogni svuotamento saranno registrate quantità e tipologia dei materiali conferiti: questi elementi andranno poi a costituire la base sulla quale costruire la bolletta. Che sarò composta da una parte fissa e da una variabile, con quest’ultima che sarà “commisurata alla quantità dei rifiuti conferiti” con la possibilità di “prevedere delle riduzioni commisurate alla quantità di rifiuti recuperabili conferiti, così da incentivare al massimo i comportamenti virtuosi”.
(Christian Cinti)