L’aliquota fissa pagata per trattare i rifiuti in impianti fuori regione (1,3 milioni di euro il conguaglio per il 2017). L’imminente avvio del sistema di raccolta differenziata “porta a porta” che interesserà i circa 40mila perugini che abitano nell’area urbana, la cosiddetta “città compatta”, che a regime dovrebbe comportare dei risparmi stimati, ma sulla cui efficacia ed economicità le opposizioni nutrono forti dubbi. E le spese di quella che può essere definita la tassa dei “portoghesi”, vale a dire il Fondo per i crediti di dubbia esigibilità con cui garantire le morosità di chi non ha pagato, che per l’Auri passa dai 3 milioni e 340mila euro del 2017 ai 4 milioni 450mila euro del 2018.
Queste le dinamiche che hanno portato ad innalzare a Perugia del 10% il costo del servizio rifiuti. Un bicchiere – anzi un cassonetto – mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda dei punti di vista, perché se da un lato l’incremento va a pesare su una tassazione generale già pesante (come sancito anche dall’ufficio studi della Uil), dall’altro si è scampato l’aumento inizialmente preventivato, intorno al 20%. A Palazzo dei Priori, in Commissione, il solito gioco delle parti intorno al tema spinoso dei rifiuti: l’opposizione a dire che il sistema è senza controllo (anche dal punto dei vista dei costi) e che non si è rispettato quanto promesso da Romizi in campagna elettorale; la maggioranza a replicare che si stanno rimettendo le cose a posto.
Gli uffici, oltre a fornire varie spiegazioni tecniche su ciò che è stato fatto e su ciò che si intende fare in futuro, una buona notizia l’hanno data: dopo la ristrutturazione e la conseguente riapertura, nell’impianto di Pietramelina viene conferita una frazione organica di ottima qualità, con una percentuale compostabile proveniente dal centro storico che si attesta sul 96%. Non così nel resto della città, dove la quota non compostabile varia dal 4% all’11%. Un dato che tuttavia dimostra quanto si potrebbe fare meglio.
Il costo complessivo dei servizi relativo al 2018 compresa iva, escluso il tributo provinciale e sottratto il contributo del Miur (125mila euro) per la gestione rifiuti delle scuole, è di 45 milioni 590mila di cui oltre 31 milioni è per costi fissi (69,70%) ed oltre 13 milioni costi variabili (30,30%).
Quanto a tariffe ed esenzioni, in Consiglio comunale approderà la proposta della Giunta, senza modifiche. Nel 2018 resta ancora elevata la differenza fra la parte variabile e quella fissa (legata ai metri quadrati dell’immobile) di cui si compone la bolletta finale. Gli uffici sono al lavoro per armonizzare le due componenti.
Per le utenze domestiche, questi sono i parametri:
Previste riduzioni per coloro che conferiscono rifiuti in forma differenziata direttamente presso i centri di raccolta comunali, ponderata con coefficienti in base al tipo di rifiuto:
sono previste riduzioni ed agevolazioni per le percentuali di rifiuti autonomamente avviate al riciclo:
Infine, per ciò che concerne le agevolazioni per il disagio ambientale patito da chi risiede nei pressi degli impianti di smaltimento e gestione dei rifiuti, vista la riduzione dei conferimenti presso Pietramelina e la sospensione di quelli presso Borgo Giglione, sono state così individuate:
Per l’anno 2018 la somma disponibile per le agevolazioni è di circa 105mila euro.