Con la sentenza n. 280 del 25 novembre 2024, la Seconda Sezione Giurisdizionale Centrale d’Appello della Corte dei Conti ha annullato la sentenza di primo grado con la quale la Sezione Giurisdizionale Regionale per l’Umbria aveva condannato la Gesenu, insieme ad altri soggetti, al risarcimento del danno erariale per oltre 25 milioni di euro. Si chiude così, definitivamente, un procedimento giudiziario durato quasi 8 anni.
Tutto nasce nel 2016 quando con l’indagine “Spazzatura d’oro connection” era stato arrestato il direttore tecnico Gesenu, finito a processo insieme a 10 imputati. Dal procedimento penale, invece, Gesenu e Tsa erano uscite con un patteggiamento e con una riqualificazione del danno pari, rispettivamente a 336mila e 200mila euro, già risarciti ai Comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Perugia, Piegaro, San Venanzo, Todi, Torgiano, Tuoro sul Trasimeno, Valfabbrica, l’Ati 2. Nel mirino presunte inadempienze nei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti fatturati ai Comuni tra il 2010 e il 2015. In particolare Gesenu era stata condannata al pagamento di quasi 21 milioni per la mancata biostabilizzazione della frazione organica negli impianti di Ponte Rio e Pietramelina. Tsa avrebbe dovuto risarcire 4,3 milioni per le stesse inadempienze nell’impianto di Borgogiglione.
Qualche giorno fa il cokpo di scena e l’annullamento della condanna. E ora domani (mercoledì 4 dicembre 2024 ore 12.00) all’hotel Brufani è in programma una conferenza stampa alla quale partecipaeranno il Presidente Gesenu Urbano Barelli, il Consigliere delegato Gesenu Luciano Piacenti e i legali che hanno rappresentato l’Azienda nel procedimento.