“Di sicuro c’è solo che i rifiuti verranno conferiti nelle discariche per i prossimi cinque o sei anni, evitando scelte responsabili e doverose come la chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso la realizzazione di un termovalorizzatore nell’Ati (ambiti territoriali integrati) di Perugia, contrariamente a quanto avviene nel resto del Paese”. Lo afferma il Presidente del comitato di monitoraggio in consiglio regionale, Franco Zaffini, che ha chiamato in audizione, lunedì, l’assessore Rometti, per una verifica sullo stato di attuazione del piano regionale dei rifiuti in vigore.
Pochi giorni fa, lo stesso Zaffini, nella sua veste, questa volta, di consigliere, aveva interrogato l’assessore sulle misure da adottare in conseguenza della saturazione della discarica di Sant’Orsola a Spoleto, dicendosi del tutto insoddisfatto della risposta. “Nell’interpellanza – spiega – chiedevo, in particolare, a quali costi sarebbero andati incontro i cittadini di Spoleto, visto l’annuncio, a mezzo stampa, che ci si sarebbe avvalsi delle discariche dei vicini Ati, quella di Pvieto, Le crete, e quella di Magione, Borgo Giglione. L’assessore – prosegue Zaffini – non solo non ha risposto, rimandando alle scelte dell’autorità d’ambito -solito scarica barile -ma ha affermato che la discarica spoletina potrà essere utilizzata fino a metà 2012, anziché fino a dicembre 2011 come previsto, subendo un ulteriore rinvio, e che grazie all’ampliamento delle cubature dei siti di Orvieto, Magione e Città di Castello, l’Umbria può ‘dormire sonni tranquilli’ per i prossimi cinque o sei anni. Si conferma dunque l’atteggiamento dilatorio che ha caratterizzato l’agire di tutti gli assessori succedutisi negli anni a Palazzo Donini, sul tema della gestione dei rifiuti”.
Zaffini rimprovera all’esecutivo di aver sempre agito con soluzioni tampone, senza avere una visione di lungo periodo che affrontasse il nodo cruciale del problema, ossia la chiusura del ciclo con l’individuazione del sito per l’impianto di termovalorizzazione, peraltro messo nero su bianco dal piano regionale dei rifiuti.
“Quanto detto dall’assessore in seconda commissione – sostiene ancora Zaffini – in ‘politichese’ vuol dire una sola cosa: la ‘gatta da pelare’ – leggi termovalorizzatore – la lasciamo ai nostri successori. Ciò che adesso sembra riguardare solo Sant’Orsola, assumerà, via via una dimensione che metterà in emergenza tutto il territorio regionale rendendo sempre più contingente la necessità di bruciare i rifiuti, a meno che i nostri brillanti amministratori che, sinora, hanno saputo solo ampliare discariche e conferire in deroga, non si facciano venire in mente qualche creativa ed efficace idea. I due pilastri del piano vigente sono: raccolta differenziata spinta oltre il 70% e termovalorizzazione della frazione residua, in un sito da individuare nell’Ati di Peugia. Entrambe queste opzioni, che andavano attuate entro dicembre 2009, sono ad oggi, autentiche chimere e ciò solo per colpa della inconcludenza e della pavidità della maggioranza politica che governa l’Umbria. E’ ferma intenzione del comitato di controllo – conclude – provvedere ad un’attenta analisi degli accadimenti che hanno condotto a tale situazione, portando all’attenzione del consiglio regionale lo stato complessivo del problema”.