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RIFIUTI, LEGAMBIENTE PUNTA AD UN NUOVO MODELLO DI GESTIONE INTEGRATA

La gestione dei rifiuti continua a far discutere. Ad intervenire, dopo aver preso atto dei passi in avanti fatti finora, è Legambiente, che rilancia, puntando sui cittadini, per un nuovo modello di gestione integrata dei rifiuti, fondato su raccolta differenziata e riciclo, rispettoso della salute e dell'ambiente.Di seguito la nota dell'associazione ambientalista.

La dichiarazione Bottini-Cavicchioli-Raffaelli “congela”, di fatto (come auspicato da Legambiente) la delibera regionale sui rifiuti speciali ed ora si può cominciare a ragionare con la testa – e non con la pancia – sul nuovo Piano Regionale Rifiuti. Resta il dubbio sul perché una soluzione tanto ovvia non sia stata subito messa sul tavolo invece di perder tempo a scoraggiare o blandire con aumenti o diminuzioni di tariffe. Che si sia voluto dare una prova di “decisionismo muscolare” per ribadire vecchi e nuovi rapporti di forza tra partiti dentro e fuori la maggioranza?Nel frattempo, Legambiente, a Terni, ha raccolto le firme assieme a Prc, Pdci, Sd, Verdi, Arci, non una scelta ideologica ma perché quella ci è parsa la posizione più ragionevole; non ha partecipato alla manifestazione del centro destra (cui hanno invece partecipato le altre associazioni ambientaliste) perché apertamente (anche se leggittimamente) “strumentale” e più vogliosa di far cadere le giunte di centro-sinistra che di chiudere inceneritori e discariche; non abbiamo “partecipato” – se non come spettatori passivi – al bipartisan Consiglio della Circoscrizione Colleluna perché non era previsto che associazioni, comitati e cittadini potessero essere ascoltati.Abbiamo invece partecipato alla Agenda 21 provinciale apprezzando la volontà dell'assessore Paparelli di aprire diversi tavoli di confronto tra amministrazioni e associazioni e comitati sui diversi temi ambientali a cominciare dai rifiuti; siamo rimasti però delusi dal fatto che ai tavoli non saranno invitati (perché ritenuto prematuro) anche i semplici cittadini non organizzati; e abbiamo comunque richiesto che si possano avere veri contraddittori tra opinioni diverse soprattutto su aspetti così sensibili e controversi come il rapporto inquinamento-salute.Abbiamo partecipato all'incontro voluto dall'ASM con le associazioni ambientaliste apprezzando la possibilità offerta dal Presidente Porrazzini e dal suo Vice Tirinzi di condividere le informazioni sulle decisioni che si stanno prendendo a proposito dei nuovi impianti indicati sui giornali coi nomi di “trattamento a freddo dei rifiuti” e “separazione molecolare”, due tipi di impianti indicati come svolte ecologiche (e sicuramente potrebbero esserlo) ma siamo rimasti interdetti di fronte al fatto che nulla ci è stato mostrato nel dettaglio, documenti alla mano, nessun progetto, nessuna letteratura disponibile sull'affidabilità di esperienze realizzate, niente di più di quanto avevamo da soli reperito dal nostro ufficio scientifico e su internet. E ancor più interdetti ci siamo ritrovati l'indomani leggendo sui giornali di una terza (?) svolta ecologica dell'ASM annunciata dal sindaco Raffaelli, un “progetto in fase avanzata” (perché allora non ce lo hanno mostrato?) per la produzione di cdr (combustibile derivato da rifiuti) da vendere per fabbricare mattoni e combustibile per caldaie (e inceneritori?).Se la comunicazione tra amministratori e amministrati non si basa su una reale condivisione delle informazioni diventa impossibile collaborare a trovare soluzioni soddisfacenti che vengano appoggiate e condivise.Registriamo comunque, dall'inizio della vicenda, piccoli ma significativi passi in avanti, forse merito delle firme raccolte, dei cortei di parte, dei consigli bipartisan semi-aperti o della ritrovata ragionevolezza e volontà di dialogo degli amministratori della maggioranza della maggioranza. Quello che continuiamo a non registrare, tranne in qualche raro caso, è la fiducia nei cittadini e nella loro disponibilità a concorrere in maniera responsabile a decisioni così importanti per la qualità della vita delle nostre città. Contrariamente a molti amministratori, tecnici, politici e perfino contrariamente al pessimismo di altre associazioni Legambiente ha piena fiducia nel “desiderio di comunità” dei cittadini, nella loro voglia di essere attivi e prendersi cura della propria salute e del luogo dove abitano. Se opportunamente informati, ascoltati, incentivati e chiamati a partecipare confidiamo che ogni cittadino potrà dare un impulso decisivo alla raccolta differenziata impegnandosi per la parte che ci compete e cioè separando i rifiuti in casa e – in attesa della raccolta domiciliare – conferendoli poi con cura nei differenti cassonetti e campane. Stessa fiducia riponiamo nella cittadinanza anche per affrontare l'aspetto più spinoso – quello di un nuovo impianto, ecologico, alternativo all'inceneritore, per il trattamento e lo smaltimento della parte di rifiuti che non si potrà raccogliere e riciclare – spinoso perché la sua realizzazione, qualunque sarà la scelta tecnologica, richiederà comunque un impegno economico non indifferente che non potrà non avere ripercussione sulle tasche dei cittadini. Siamo però sicuri che i cittadini,se avranno in cambio un sistema più ecologico dell'incenerimento, per gestire i propri rifiuti, un sistema più rispettoso della salute e dell'ambiente, saranno anche disposti a pagare tariffe un po' più care (si tratta comunque di qualche euro l'anno in più) e forse anche a partecipare a forme di azionariato sociale diffuso tipo i BOC (Buoni Obbligazionari Comunali) per avere un ritorno ecologico, sociale e forse anche economico così importante.