Associazioni dei consumatori a confronto con il sindaco di Terni Leonardo Latini sugli aumenti della tassa sui rifiuti, la nuova Taric. Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuto un incontro tra la Consulta dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Federconsumatori e Lega consumatori) del sub ambito 4 della provincia di Terni ed il primo cittadino. Tra i temi affrontati la richiesta di riattivazione del tavolo della consulta servizi pubblici locali.
“Nel confermare la necessità improrogabile del ripristino del tavolo in oggetto, sospeso in questi ultimi due anni a causa delle difficoltà legate alla pandemia, – spiegano le associazioni dei consumatori – si è affrontato anche il tema legato alla riorganizzazione da parte di Asm della raccolta dei rifiuti anche e soprattutto alla luce delle ultime notizie comunicate da parte del gestore del servizio sulla consistenza delle prossime fatture in emissione.
La nuova fatturazione della raccolta dei rifiuti denominata Taric, nata e presentata ai cittadini con lo slogan “più differenzi, meno paghi” dovrebbe distinguersi dalla tassa perché individua come elemento principe il “corrispettivo” riferito al prelievo della parte riguardante i rifiuti indifferenziati. Di fatto la realtà sembrerebbe essere l’esatto opposto e questo sta generando perplessità e rabbia fra i cittadini. I nodi che si devono affrontare celermente sono riferiti alla modalità ed ai tempi dei prelievi e quindi alla loro incidenza nella contabilizzazione in fattura soprattutto in alcuni insiemi di utenti quali i condomini, le aree vaste e le zone turistiche stagionali. Si è indicato che i temi sin qui affrontati devono essere comunque incardinati per il raggiungimento degli obiettivi quali la riduzione dei rifiuti indifferenziati e di conseguenza la riduzione della tariffa”.
“Per quanto affrontato – dice ancora la consulta – è maturata la convinzione di promuovere e condividere iniziative nei confronti delle competenti istituzioni atte ad individuare delle risposte per far fronte alle difficoltà che il cittadino incontra tenendo conto che l’istituzione più vicina e visibile è il Comune e il suo massimo rappresentante che è il sindaco. Nella considerazione del ruolo del comune di Terni come unico azionista dalla società Asm Terni si è posta l’esigenza di un intervento concreto per il ripristino di un rapporto diretto con il tavolo della Consulta dei Servizi Pubblici Locali per analizzare i problemi ed individuare delle soluzioni, perché è il modo migliore per il raggiungimento degli obiettivi preposti”.
Nel concludere l’incontro, le associazioni dei consumatori hanno espresso l’esigenza di un incontro urgente con la presidenza dell’Auri – sub ambito 4, il consorzio R.T.I., e la società Asm Terni in relazione alla fatturazione della Tariffa Rifiuti Corrispettiva per individuare delle regole chiare e trasparenti per l’erogazione del servizio di raccolta rifiuti.
Intanto sul fronte degli aumenti relativi alla tariffa dei rifiuti, domani (venerdì 25 marzo) si terrà l’annunciata manifestazione di protesta fuori dal Comune, a partire dalle 18,30.
“Le bollette per lo smaltimento dei rifiuti e per il servizio idrico pesano sulle tasche delle famiglie ternane. Anche noi – dichiarano in una nota i consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle – scenderemo in piazza venerdì 25 marzo, prendendo parte al presidio dalle 18.30 davanti Palazzo Spada per protestare contro gli aumenti delle tariffe comunali e chiedere una gestione efficiente del servizio rifiuti e misure straordinarie per il contenimento degli aumenti Taric previsti per l’anno in corso”.
“Come ampiamente annunciato dal M5s ternano e dalle minoranze di Palazzo Spada – prosegue la nota del gruppo consigliare dei Cinque Stelle – la cessione al privato di quote pubbliche del servizio idrico integrato nel 2020 ha portato l’ennesima mazzata in capo ai cittadini ternani. Come testimoniato dal report dell’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva nel 2021 la spesa media per una famiglia ternana è stata di 586 euro contro i 460 del dato nazionale, per un ulteriore incremento in capo ai ternani di circa il 2,5% rispetto al 2020.
Non va molto meglio per quanto riguarda le perdite idriche che nello stesso report effettuato su dati 2018 si attestava al 48,9% ed oggi, dopo la privatizzazione, sono attestate al 52% contro il 36% del dato nazionale.
Numeri che parlano da soli e mostrano a tutti il grande bluff degli annunci del recente passato, ma a cui i cittadini ternani continuano ad essere incessantemente sottoposti ogni giorno. Purtroppo i ternani continuano a pagare sempre di più acqua che viene dispersa nelle reti idriche per mancanza di “efficientamento”. A dispetto delle rassicurazioni che si susseguirono all’epoca della privatizzazione da parte di esponenti della maggioranza, oggi purtroppo abbiamo l’ennesima controprova di come questi annunci furono solo specchietti. Purtroppo non è il solo record negativo della Terni a trazione leghista. Grazie a questa amministrazione i cittadini ternani dovranno subire molte altre vessazioni a cominciare dal record nazionale dell’aumento della tariffa sui rifiuti, +27,4% come attestato da Uil. Una mazzata per famiglie e imprese in un periodo storico già provato dalle crisi mondiali che stanno facendo innalzare il costo dell’energia. Anche in questo caso non ci rassicura sul futuro l’annunciata privatizzazione di ulteriore quote di Asm.
A dispetto delle puntuali promesse del 2019 fatte all’interno di Palazzo Spada la situazione ambientale fa registrare ancora oggi il record di inquinamento da metalli pesanti e di certo non aiuta a migliorare la situazione il record di incendi di impianti industriali che per via delle interdizioni successive ha messo in ginocchio le poche attività agricole che sono rimaste ad operare nel territorio. A tutto questo fa da contraltare il record degli stipendi di sindaco e giunta rispetto ai predecessori (aumento in realtà deciso dalla Legge Finanziaria ed applicato in tutta Italia, ndr), un segnale di totale scollamento dalla realtà. Una situazione che non trova più scusanti e non è in alcun modo ulteriormente tollerabile da parte dei ternani, senza un cambio di rotta la città rischia un declino irreversibile”.