Rifiuti, il triangolo Pietramelina, Borgo Giglione e Trecine tra compost e percolato - Tuttoggi.info

Rifiuti, il triangolo Pietramelina, Borgo Giglione e Trecine tra compost e percolato

Sara Minciaroni

Rifiuti, il triangolo Pietramelina, Borgo Giglione e Trecine tra compost e percolato

La discarica di Passignano dismessa nel 1995 continua ad inquinare | Tutti i particolari dell'inchiesta sulle discariche
Mar, 17/11/2015 - 08:13

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Si terrà oggi, ma solo per il tempo necessario alle rinunce, l’udienza per il riesame avverso ai decreti di sequestro dei documenti portati via dalle sedi di Gesenu e Tsa nell’ambito dell’indagine del magistrato dell’antimafia Valentina Manuali. I legali degli indagati del resto, avevano già da tempo dichiarato che quel ricorso rientrava nel pieno diritto dei loro assistiti, consentendo un accesso alle “carte” in mano alla Procura che altrimenti non avrebbero avuto modo di conoscere. E l’inchiesta procede quindi. Ora con qualche elemento in più per le difese e con molti aspetti che continuano ad emergere rispetto al lavoro degli uomini della Forestale.

Borgo Giglione. Il 22 settembre del 2015 gli inquirenti rilevano “Irregolarità nella gestione della discarica di Borgogiglione” in particolare si legge “si è constatato che una gran parte della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (f.o.r.s.u) non biostabilizzata, viene smaltita illecitamente nella discarica cosiddetta “tradizionale” invece di essere inviata al preventivo trattamento, di biostabilizzazione appunto, nella parte di discarica “bioreattore”, vanificando di fatto anche la precedente separazione dalla frazione secca effettuata nell’impianto di trattamento Gesenu di Ponte Rio (Perugia)”. E ancora, “si notava che tutti gli autoveicoli per il trasporto rifiuti, andavano a scaricare nell’area adibita a discarica “tradizionale” anche quelli che trasportavano rifiuti contenenti sostanza organica. Le due differenti tipologie di rifiuto, secco e organico, sono visibilmente distinguibili in quanto i primi sono di norma pressati e di colorazione più chiara mentre i secondi sono sfusi e presentano una colorazione scura. Gli agenti della Forestale hanno visto e riportato nei verbali “186 scarichi di rifiuti provenienti dall’impianto di selezione di Ponte Rio, tutti indistintamente depositati presso la parte di discarica ‘tradizionale’ destinata a ricevere i rifiuti speciali e la frazione secca proveniente dal predetto impianto di trattamento (sopravaglio)”, mentre nei formluari attestano, “falsamente, che 68 carichi dovevano essere destinati al ‘bioreattore’. Dai conteggi effettuati in base a quanto riportato nei formulari il quantitativo di rifiuti illecitamente smaltito risulta essere pari a 2.155.500 kg in 16 giorni di osservazione”.

Trecine. Ma nelle carte dell’inchiesta Gesenu spunta anche una discarica chiusa da anni che continuava a inquinare. Se ne era già occupato il pm Giuseppe Petrazzini con accertamenti iniziali dei carabinieri di Passignano per “la discarica dismessa dall’anno 1995, in località Trecine del Comune di Passignano”. Da questa discarica, scrivono gli uomini della forestale citando gli atti ispettivi “fuoriuscivano e dilavavano notevoli quantitativi di percolato (il liquido che si forma nei rifiuti e che raccoglie agenti inquinanti pericolosi, ndr). Infatti è stato riscontrato che da parte della Tsa che aveva l’obbligo di garantire la corretta gestione della post-operativa della discarica, non vi è stato prelievo e smaltimento del percolato per un notevole arco temporale che andava dal giugno 2012 sino all’aprile 2014” data di intervento della forestale. Solo nell’aprile 2014 “la ditta Ecosat, abituale trasportatore per Tsa, è stata reincaricata di prelevare il percolato in questione”.

Il percolato è uno dei noccioli dell’inchiesta. Nell’atto di quella indagine le cui prime azioni partono dall’atto di denuncia di alcuni cittadini, dell’amministratore delegato della Tsa viene scritto che “non smaltendo in maniera corretta il percolato prodotto, di fatto permetteva l’immissione di tale rifiuto speciale, in maniera del tutto incontrollata sul suolo per quantitativi di notevole entità visto e considerato che dal momento in cui gli smaltimenti sono ripresi (aprile 2014), in soli 10 giorni, sono stati prelevati e smaltiti 120 tonnellate di percolato”. Una verifica sul percolato smaltito dall’aprile 2014 ad oggi, scrive ancora la forestale, “ci permetterebbe di calcolare, con ragionevole approssimazione, il percolato illecitamente smaltito a cavallo tra il 2012 e il 2014”. Un dato che ancora non c’è ma potrebbe toccare le migliaia di tonnellate. “Tutte le condotte riportate – scrivono ancora gli uomini della forestale – evidenziano la volontà di Gesenu e Tsa di massimizzare in maniera illecita i profitti, attraverso maggiori fatturati, massimizzando in maniera illecita le quantità di rifiuti ricevuti, e\o riducendo sempre illecitamente i costi di gestione, omettendo ad esempio gli smaltimenti di percolato”.

30 mila tonnellate di percolato a Pietramelina. “Nella gestione dell’impianto di compostaggio e di trattamento del percolato sito nella discarica di Pietramelina – scrivono gli inquirenti – gestivano abusivamente (gli indagati, ndr) ingenti quantità di rifiuti smaltendo nella predetta discarica ingenti quantità di concentrato (stimate in 30.000 tonnellate nell’ultimo quinquennio dal 2010 a 2014) derivanti trattamento del percolato, in particolare facendo “ricircolare” il concentrato nel corpo di discarica”, il tutto in “barba” a quanto previsto dall’Aia. E proprio questa gestione del percolato avrebbe causato “una compromissione del terreno boschivo all’esterno dell’impianto della discarica di Pietramelina (versante est), con conseguente disseccamento della vegetazione arborea e arbustiva) rilevata tramite la presenza nel terreno di percolato fuoriuscito dalla discarica”.

Inchiesta rifiuti, “l’arrosto” del percolato e le violazioni dell’Aia

Il compost. Grosse perplessità vengono espresse dagli inquirenti anche sulla gestione dell’impianto di compostaggio “se si smaltisce in discarica circa il 57% del quantitativo in ingresso in regola o di fatto potrebbe effettuare – si legge – un elaborato sistema di giro bolla per conferire in discarica ciò che non potrebbe andarci. O comunque è un impianto di recupero che potrebbe ‘nascondere’ in realtà un impianto di smaltimento”. In pratica i sospetti si basano su di “una sproporzione” e permette di ipotizzare che rappresenti un “articolato sistema, con allestimento di mezzi e attività, finalizzato a smaltire effettivamente in discarica ingenti quantitativi di rifiuti recuperabili, simulando di contro operazioni di recupero non concretamente effettuate. Tale illecita gestione comporta inoltre il conferimento in discarica di elevate quantità di rifiuti ad alto contenuto di sostanza organica con conseguente aumento della produzione di percolato”. Insomma un “circolo vizioso”.

L’osservatorio di Borgogiglione. L’osservatorio che da tempo è critico sulla gestione della discarica scrive: “Abbiamo chiesto una verifica approfondita: camion in entrata mese per mese, trasporto di rifiuti speciali, autobotti del percolato, con relativa provenienza e orari di ingresso, viste le insistenti voci di viaggi anomali. Richiesta avanzata già con  il Protocollo di monitoraggio d’area,  più  di  un  anno  fa,  quando pensava  di  poter  sperimentare  un  modello  di  buone  pratiche  nel controllo ambientale e sanitario e nelle relazioni tra cittadini ed istituzioni. Ora questi dati sono oggetto di indagini. È triste dover sempre attendere l’intervento della magistratura.

Il consiglio di amministrazione di Gesenu con il nuovo amministratore Dante De Paolis è fissato per giovedì pomeriggio. Mentre si attende ancora il sindaco di Perugia riferisca all’assemblea cittadina sulla questione rifiuti e sui vari consigli di amministrazione che hanno portato al rinnovo delle cariche di tutto il cda Gesenu.

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