Uno spettro si aggira per la città di Todi. Le cartelle della tassa sui rifiuti arrivate nelle scorse settimane nelle cassette della posta di privati e aziende ha fatto sobbalzare soprattutto i commercianti che, per bocca della Confcommercio, ha puntato il dito contro gli “aumenti vertiginosi anche del 40% rispetto all’anno precedente”.
La lettera
Gli aumenti sono stati ritenuti “imprevisti ed abnormi” tanto da spingere Nunzia Frustagatti, presidente di Confcommercio Todi, a scrivere una lettera al sindaco Ruggiano, chiedendo conto di questi aumenti. “I nostri imprenditori, già pressati da una imposizione fiscale altissima, si sono visti aumentare gli importi relativi alla tassa sui rifiuti in modo vertiginoso. Ad aggravare la situazione, la mancanza di trasparenza sulle tariffe e la percentuale di aumento, di cui non si trova risconto in alcuna comunicazione ufficiale. Gli imprenditori esigono risposte immediate e noi con loro. Le moltissime segnalazioni che stiamo ricevendo sono davvero preoccupanti. Ci sono piccole attività che quest’anno devono pagare anche il 40% in più. A un nostro associato che gestisce un’ortofrutta il Comune chiede quest’anno 680 euro in più. Ed è solo un esempio di una situazione davvero insostenibile. Questi aumenti rischiano di portare alla morte le attività economiche che faticosamente continuano a resistere e a offrire servizi alla comunità tuderte. Non è questo il modo di tutelare economia e qualità della vita nel nostro territorio”.
Le cifre del Comune
Nel ridefinire la bolletta 2018, il Comune di Todi ha stabilito di redistribuire il carico complessivo (3.304.677,63 euro) spalmando il 68% sulle 7.540 utenze domestiche presenti sul territorio (che pagheranno dunque in tutto 2.216.167,78 euro) e il 38% sulle 932 utenze non domestiche, che si faranno invece carico di una spesa totale pari a 1.088.509,84 euro. Secondo le proiezioni elaborate dagli uffici comunali, questa redistribuzione ha modificato il carico fiscale sulle famiglie riportando le tariffe a livelli molto simili a quelli del 2014, con una generale diminuzione rispetto ai costi sostenuti nel 2017: una famiglia con un componente paga 195 euro l’anno; due componenti 300 euro/anno; tre componenti 236 euro/anno; quattro componenti 434 euro/anno; cinque componenti 577 euro/anno; sei componenti 884 euro/anno.
La rideterminazione del “contributo” fra utenze domestiche e non domestiche ha invece prodotto un incremento per le attività commerciali, facendo sì che, ad esempio, una rivendita di ortofrutta (con una frequenza di ritiro dell’immondizia pari a 4 volte a settimana) passi da una bolletta di circa 1.800 euro l’anno a 2.500 euro l’anno. Stesso discorso vale per i bar: chi nel 2014 pagava tariffe per circa 280 euro l’anno, nel 2018 avrà un conto di poco inferiore ai 400 euro l’anno. Poco più di un euro al giorno.