(F.d.a.) L'Umbria è disponibile a trattare i rifiuti provenienti dall'emergenza Campania, se tale collaborazione dovesse essere a carico di tutte le regioni italiane. E' questa in estrema sintesi la posizione della presidente della regione Catiuscia Marini, che ha risposto a un dibattito tra consiglieri regionali sulla questione rifiuti, dopo aver preso parte ieri ad una Conferenza delle regioni straordinaria sul confronto con il governo sul tema.
“La Conferenza delle regioni, all'unanimità – ha detto la Marini, ricordando il voto favorevole degli amministratori di tutti gli schieramenti – ha formalmente chiesto al Governo che tutte le regioni, nessuna esclusa, si facessero carico di questo atto di solidarietà e responsabilità”.
Ieri una mozione dei due consiglieri regionali in quota Pd -Andrea Smacchi e Luca Barberini- aveva inaugurato una serie di critiche bipartisan intorno all'attuale apertura umbra verso i rifiuti campani.
“Allo stato delle cose, la situazione riguardante la gestione dei rifiuti in Umbria appare problematica e comunque tale da non permettere ad uno qualsiasi dei territori dove insistono discariche di accoglierne ulteriori quantità, senza determinare situazioni critiche”, ha detto ieri il presidente del consiglio regionale Eros Brega, cui hanno fatto eco Raffaele Nevi, capogruppo del Pdl e Gianluca Cirignoni della lega Nord regionale, che hanno approfittato per ribadire la loro contrarietà all'apertura umbra sullo smaltimento di rifiuti campani.
La Marini ha risposto però che, per quanto ancora nessun impegno concreto sia stato preso, la regione non si potrà sottrarre da un “atto di responsabilità e solidarietà” se tutte le altre si mobiliteranno. Ciononostante, la presidente ha ricordato alla Conferenza delle regioni lo stato in cui vertono le discariche Umbre e le questioni aperte dell'inceneritore e della raccolta differenziata ancora troppo indietro, per far chiarezza sulle reali possibilità umbre di collaborazione.
“Abbiamo chiaramente comunicato nelle sedi nazionali che la regione Umbria è attualmente impegnata nell'attuazione del suo Piano di raccolta e smaltimento dei rifiuti, approvato dal precedente Consiglio regionale, che nei prossimi due anni prevede la chiusura di tre discariche e l'ampliamento già programmato di altri due siti”, ha detto la presidente della regione. “Inoltre siamo impegnati per un serio aumento della quota relativa alla raccolta differenziata in tutto il territorio regionale e nell'espletamento dell'iter per la realizzazione di un impianto di trattamento termico dei rifiuti”.
In Umbria sono diverse le discariche per le quali si parla di imminente saturazione, entro i prossimi due anni, tra cui Pietramelina e Borgo Giglione, vicino Perugia e Sant'Orsola vicino Spoleto-Campello sul Clitunno. I dati sulla raccolta differenziata regionali si aggirano intorno al 31 per cento, contro degli obbiettivi che avrebbero voluto un raggiungimento del 50 per cento già al 2010 e del 65 per cento entro il 2012. Infine nel 2013 potrebbe prendere il via un inceneritore nell'Ati2, presumibilmente nelle vicinanze di Perugia, mentre anche prima potrebbero essere autorizzati al trattamento di rifiuti alcune tipologie di impianti industriali, come le cementerie Cementir nei pressi di Spoleto.
“In questo contesto abbiamo chiesto che venga attentamente valutata la specifica situazione della nostra regione, che ha un programma di interventi degli impianti attualmente operativi tesi alla copertura del nostro fabbisogno”, ha concluso la Marini.
Il confronto tra la Conferenza delle regioni, presieduta dal presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani, e il Governo sull'emergenza rifiuti, sembra avere di fronte solo questioni tecniche per approdare ad un accordo. Da parte del governo, infatti, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è detto ieri “fiducioso che non sarà difficile individuare, nell'ambito del Tavolo Tecnico appositamente costituito, le condizioni e le modalità per la partecipazione di ciascuna delle Regioni a questa opera di 'pronto soccorso'”. Dal lato regioni, Errani ha detto che “è necessario l'intervento di tutte le regioni per affrontare e risolvere la drammatica situazione in Campania”.
Le principali condizioni poste finora dalle regioni sono la dichiarazione formale dello stato di emergenza in Campania e che le tutte le regioni -nessuna esclusa- siano coinvolte. Per quanto ancora sul tavolo restano i criteri con cui i rifiuti saranno ripartiti e smaltiti sul territorio nazionale.