Il Comune di Spoleto fa il punto sull'iter che ha portato all'avvio della costruzione di quello che sarà il primo inceneritore di pollina in Italia, destinato allo smaltimento del residuo organico proveniente dagli allevamenti di pollame della ditta Novelli, in cantiere da circa un mese sulle alture alle spalle di San Martino in Trignano.
Mentre si attendeva un'imminente conferenza stampa sulla vicenda, è l'assessore all'ambiente Fiorella Campana in un comunicato a prendere le difese dell'amministrazione contro le accuse di Legambiente, che aveva rimproverato di non aver coinvolto la cittadinanza nel processo decisionale circa un simile impianto.
Secondo l'assessore, “lo smaltimento della pollina sta diventando uno tra i principali problemi gestionali del settore avicolo a livello nazionale. Lo spandimento di pollina sui terreni agricoli deve progressivamente essere ridotto per prevenire i fenomeni di inquinamento del terreno e delle falde acquifere”, dice nella nota l'assessore, che ricorda i limiti di utilizzo sui campi imposti da una direttiva europea (91/676/CEE, la c.d. 'Direttiva Nitrati'). La nota del Comune sottolinea poi il disagio agli abitanti delle zone limitrofe dato dal cattivo odore, provocato dall'utilizzo in agricoltura della sostanza.
La nota elenca alcuni passaggi dell'iter burocratico che la richiesta di costruzione dell'impianto ha fatto, aiutandoci a ricostruirne tutte le tappe.
La richiesta per l'impianto approda in Provincia il il 5 agosto. Da qui l'iter del progetto passa per ben due Conferenze dei servizi, tra settembre e dicembre 2009, cui prendono parte oltre alla Provincia, il Comune di Spoleto, l'Arpa e l'Asl, che danno parere positivo sull'impianto.
A cavallo tra le due Conferenze dei servizi, l'azienda annuncia un incontro tra tecnici della ditta e delle istituzioni e la cittadinanza di San Martino in Trignano per presetare un progetto di “riqualificazione ambientale”, per smaltire la pollina con “nuove tecnologie”. Incontro poi rimandato a data da destinarsi per la necessità dell'amministrazione di “fornire ai cittadini maggiori dettagli tecnici sul progetto”.
Non si hanno ancora notizie di incontri quando il 24 marzo del 2010 il progetto incassa il via libera dalla Provincia, a patto -spiega la nota del Comune- che vengano rispettate le “prescrizioni definite dalla Conferenza dei Servizi per la massima tutela dell'ambiente come: l'installazione di 4 centraline per il monitoraggio costante delle emissioni; l'obbligo di smaltire i residui generati dall'impiego della pollina per la produzione di energia (ovvero le ceneri, ndr), secondo procedure ben definite, ecc”.
Un mese dopo, ad aprile 2010, si torna a parlare in Provincia di smaltimento della pollina, con un Ordine del Giorno promosso dai consiglieri spoletini Laura Zampa e Massimiliano Capitani -quest'ultimo residente a San Giovani di Baiano e quindi familiare con la questione della pollina Novelli- che chiedono un nuovo Accordo di Programma provinciale, che uniformi le tecniche utilizzate per lo smaltimento di questa sostanza organica. Prima dell'approvazione dell'ordine del giorno, vengono consultati il Comune di Spoleto, l'Arpa, l'Asl, in riferimento al caso della ditta Novelli. In questa sede Mario Segoni dell'Arpa, in sintonia con Marco Facincani e Sergio Caporicci delle Asl, ribadisce il suo parere favorevole alla proposta avanzata da Novelli di combustione tramite tecnologia “a letto fluido”, ritenuta “migliorativa rispetto alla situazione ambientale attuale che provoca grossi disagi ai cittadini”.
La ricostruzione cronologica del Comune ricorda poi la riunione del 17 maggio con le associazioni ambientaliste -effettivamente avvenuta due mesi dopo l'approvazione in Provincia- che Legambiente ricorda “propedeutica” ad un secondo incontro con la cittadinanza, che invece l'assessore nega di aver mai ipotizzato.
Sulla questione dello smaltimento della pollina, la Provincia torna nuovamente l'11 agosto 2010, ancora su iniziativa dei due consiglieri spoletini. In questa occasione, il vice presidente della Provincia Aviano Rossi osserva come in Umbria l'utilizzo della pollina come biomassa da bruciare per la produzione di energia elettrica sia possibile solo nel caso di Novelli, per gli “ingenti quantitativi di pollina” necessari, che solo la ditta spoletina produce.
“L'impianto proposto e autorizzato soddisfa solo il bisogno dell'azienda ma non risolve le questioni legate alla presenza sul territorio delle molteplici imprese che producono tali materiali, in particolare per gli alti costi di investimento”.
Intanto, raccolte le ultime autorizzazioni per l'avvio del cantiere, lo scorso 4 ottobre iniziano i lavori a Ciliano, sopra San Martino in Trignano.
“È volontà mia e di tutta l'amministrazione comunale fare chiarezza su una vicenda che al di là delle polemiche, ha seguito un iter attento e scrupoloso”, dichiara oggi l'Assessore Campana, rispondendo così alle richieste di partecipazione avanzate da Legambiente. “Siamo disponibili ad ogni confronto con i cittadini per illustrare il progetto in corso”.
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