Si aggrava la situazione per i due coniugi di Civita di Cascia accusati di aver letteralmente “schiavizzato” un pastore originario di Camerino per quasi dieci anni.Se infatti l'uomo, un quarantenne casciano, si trova recluso al carcere di Maiano da giovedì scorso con l'accusa di riduzione in schiavitù e circonvenzione d'incapace, nei guai è finita anche sua moglie.
La donna, inizialmente denunciata a piede libero per concorso nei reati compiuti dal marito, da quest'oggi si trova agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari data la gravità del reato. Proprio oggi intanto la difesa dell'uomo, rappresentata dall'avvocato Gian Vito Ranieri, ha presentato dei documenti volti a dimostrare come tra il pastore marchigiano ed il suo presunto aguzzino ci fosse un rapporto di lavoro regolarmentato da contratto e regolarmente retribuito. Elementi che, qualora fossero considerati validi dal magistrato, farebbero anche cadere l'accusa di truffa riscontrata insieme agli altri reati.