Oltre cento venti milioni di euro investiti, dei quali 20 milioni per opere pubbliche infrastrutturali, 520 interventi di varie dimensioni, 1180 unità immobiliari. Sono questi i principali numeri della ricostruzione post sismica a Sellano, uno dei centri umbri maggiormente colpiti dal terremoto del 1997, che oggi, con la inaugurazione degli ultimi interventi previsti dal “Pir” (programma integrato di ricostruzione) di Sellano capoluogo, può dirsi definitivamente conclusa. Mai, in un territorio non così esteso, era stato realizzato un intervento di ricostruzione e riqualificazione urbanistica, architettonica e paesaggistica di queste dimensioni.
A Sellano, ha rilevato la Presidenza della Regione Umbria, chiudendo i lavori dell’incontro pubblico in cui è stata illustrata, tra gli altri dai rappresentanti comunali, tutta l’opera di ricostruzione, si può toccare con mano la validità dell’opera di ricostruzione svolta in Umbria. Una ricostruzione basata prima di tutto su un modello che ha voluto difendere e valorizzare i centri urbani là dove erano, affidando – per la prima volta – la responsabilità degli interventi in capo ai privati cittadini, e riservando a Regione e Comuni il compito della programmazione e del controllo di questa imponente opera di ricostruzione. Un lavoro che ha visto, dunque, il coinvolgimento di tutti, dagli amministratori regionali e comunali, ai tecnici delle nostre amministrazioni, progettisti, imprese e soprattutto i cittadini. Forse in questi anni qualche problema c’è stato, secondo la rappresentante regionale, nessuna ricostruzione è perfetta, ma nel complesso il modello scelto in Umbria ha garantito che tutto avvenisse con assoluta e totale garanzia di trasparenza e utilizzo corretto delle risorse. Oltre cinque miliardi nella nostra regione in questi anni sono una cifra di grandi dimensioni.
L’ Umbria, e gli umbri, per il rappresentante regionale, devono essere orgogliosi della qualità di questa ricostruzione che per le sue caratteristiche, per le sperimentazioni realizzate e per la qualità che l’ha caratterizzata, è divenuta un modello, oggi patrimonio ed esempio per altre realtà del Paese che hanno dovuto misurarsi con simili drammatiche esperienze.
La Presidenza della Regione ha quindi sottolineato un altro aspetto del modello umbro di ricostruzione post sismica, rilevando come chi, negli anni precedenti, aveva avuto la responsabilità di pensare e immaginare la ricostruzione di questi territori, aveva pensato che quella esperienza, drammatica, dovesse divenire occasione e fattore di sviluppo e valorizzazione di aree rurali e di montagna che altrimenti, a prescindere dall’evento sismico, rischiavano un processo irreversibile di degrado ed abbandono. Sellano, come è oggi, rappresenta il simbolo positivo e concreto della validità di quelle scelte.
Infine, è stato ricordato come, in occasione del sisma del 1997, si sia realizzato in Umbria un modello moderno e innovativo di protezione civile. La protezione civile regionale è divenuta un punto di riferimento nazionale ed è stata chiamata a dare il suo contributo sia a L’Aquila, sia in Emilia Romagna. Un modello di protezione civile, ha spiegato la rappresentante regionale, basato principalmente su una più diffusa cultura della prevenzione e su un sistema di protezione civile che opera in forte raccordo tra tutti i livelli, sia locali che nazionali, che hanno competenze in materia, sia con il sistema del volontariato.