Il Governo accentra su di sé la ricostruzione post terremoto del 2016, esautorando di fatto il ruolo dei presidenti delle 4 Regioni interessate – Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo – nonché vicecommissari straordinari alla ricostruzione. Lo fa con un atto approvato nella notte che provoca le ire dei quattro governatori, proprio mentre sul territorio è in corso la due giorni di “tour” del sottosegretario Mibac con delega ai beni culturali terremotati Gianluca Vacca e del neocommissario straordinario alla ricostruzione Piero Farabollini, oggi ad Amatrice ed Accumoli. Proprio con quest’ultimo era in programma un incontro oggi, che però è stato disertato dai presidenti di Regione interessati.
“La maggioranza di Governo questa notte nella conversione del decreto relativo alla ricostruzione del ponte Morandi a Genova con un colpo di mano ha tolto ai presidenti delle Regioni, sub-commissari al terremoto, il potere di condivisione sulle ordinanze commissariali, declassando la loro funzione a potere ‘consultivo’“. Affermano in una nota congiunta il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, dell’Abruzzo, Giovanni Lolli, dell’Umbria, Catiuscia Marini e del Lazio, Nicola Zingaretti.
“Mentre per Genova si nomina commissario il sindaco della città, per il terremoto – proseguono – si esautorano i presidenti e i sindaci dei territori, perché di fatto questa impostazione riduce a livello di osservatori anche i sindaci dei Comuni del cratere che oggi si esprimono nei comitati della ricostruzione sulle ordinanze in essere. Questa svolta centralista del Governo è grave e miope – sottolineano – perché moltissime scelte della ricostruzione impattano direttamente con norme e leggi di carattere regionale”.
“La non condivisione ‘ante’ scrittura delle ordinanze produrrà sicuramente contenziosi e ricorsi e aumenterà quella confusione burocratica che si dice volere combattere. La ricostruzione si fa nei territori e non a Palazzo Chigi, per questo valuteremo un ricorso alla Consulta perché leso il principio di leale collaborazione tra istituzioni. Questa impostazione oltre al rallentamento delle procedure allontana, non poco, le sedi decisionali dai cittadini e dai professionisti che nei territori pretendono giustamente di essere coinvolti nella fase di ricostruzione dei loro Comuni. In attesa di essere ricevuti dal Presidente del Consiglio, che mai ha accettato la nostra richiesta di un incontro avanzata ormai da tempo – concludono i quattro presidenti – oggi non parteciperemo all’incontro con il neo commissario anche perché a causa delle scelte compiute non si comprende più quale sia il senso e la funzione di questo Comitato”.
“Quello che sta facendo la maggioranza Giallo Verde nelle votazioni sul D.L. “Emergenze”, attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari è di inaudita gravità, soprattutto relativamente alle misure per il terremoto del Centro Italia. Nella notte hanno bocciato gli emendamenti presentati dal sottoscritto e concordati con ANCI, che miravano ad equiparare il trattamento rivolto ai cittadini del terremoto del Centro Italia con quelli di Ischia e con quelli delle vittime del crollo del ponte di Genova”. E’ quanto evidenzia in una nota il deputato umbro Raffaele Nevi (Forza Italia).
“Inoltre, – spiega – sono stati bocciati per esempio emendamenti importantissimi relativi alla proroga del pagamento dei contributi previdenziali al 2021, oppure la proroga delle misure di sostegno al reddito per i lavoratori del settore turismo al 31.12.2019. Il massimo però è stato raggiunto quando la maggioranza ha approvato un emendamento che toglie alle regioni e quindi anche agli enti locali che fanno parte della cabina di regia, la possibilità di condividere le ordinanze sulla ricostruzione del proprio territorio. Questa fatto è grave e contraddice totalmente ciò che sia Forza Italia, che la Lega, avevano promesso in campagna elettorale: cioè che per avere una buona ricostruzione ci voleva più protagonismo delle comunità locali e meno centralismo.
Questo, come la storia d’Italia insegna, porta spesso procedure più lente e burocratiche, che frequentemente non considerano importanti specificità territoriali. Annuncio che proporrò in Aula – conclude Raffaele Nevi – un emendamento cassativo a questa folle norma che rischia di complicare ancora di più la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 2016″.
“L’avere esautorato le Regioni e i comuni dalla condivisione con il Commissario alla ricostruzione degli atti e dei decreti sulla stessa, è davvero un atto grave. Non rappresenta solo uno schiaffo istituzionale di sapore centralista, ma un rischio reale: quello di rendere più difficile, più problematica e meno efficiente la ricostruzione, che deve vedere lavorare a stretto contatto gli organismi centrali (Governo e Parlamento che emanano i provvedimenti), l’Ufficio del Commissario, le Regioni e i Comuni, insieme alle comunità colpite. È una scelta contro la quale ci siamo battuti in Commissione, ci batteremo in aula, insieme alle Regioni stesse”. Lo dichiarano i parlamentari umbri del Pd Nadia Ginetti, Leonardo Grimani, Anna Ascani e Walter Verini