La ricostruzione del centro Italia danneggiato dal terremoto del 2016, che stenta a decollare, potrebbe finalmente partire. E’ stato approvato durante il Consiglio dei Ministri che si è concluso solo a tarda notte il Decreto Sisma che accoglie varie istanze di cittadini e professionisti.
Ad illustrare la misura – riassunta in 5 punti centrali – lo stesso premier Giuseppe Conte.
Tra le principali disposizioni previste, il testo dispone la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello stato d’emergenza dichiarato in conseguenza del sisma che ha colpito i territori delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.
Inoltre, accogliendo le richieste manifestate dai territori interessati, il decreto prevede:
Sono previste, inoltre, misure anti-spopolamento volte a incentivare gli imprenditori a non abbandonare i territori, come l’estensione al territorio dei Comuni del Cratere della misura prevista a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, denominata “Resto al Sud” e interventi finanziari a favore delle imprese agricole del territorio.
La palla ora passa a Camera e Senato, chiamati a convertire il decreto in legge. Ed in questa sede potrebbe essere rivista anche l’annosa questione del personale negli Uffici speciali per la ricostruzione, carente rispetto alle esigenze.
Ma il decreto sisma registra una novità, a cui plaudono i sindaci. L’atto normativo è infatti frutto dell’ascolto e della partecipazione con i delegati dell’Anci (l’associazione nazionale dei Comuni italiani). Prima della riunione del Consiglio dei Ministri, il premier ha avuto un incontro a Palazzo Chigi con una delegazione di Anci il sindaco di Senigallia e presidente di Anci Marche, Maurizio Mangialardi, insieme con il segretario generale Veronica Nicotra, e i sindaci Gianguido D’Alberto di Teramo, Nicola Alemanno di Norcia e Antonio Fontanella di Amatrice).
“Abbiamo molto apprezzato la possibilità offerta dal presidente Conte che ci ha ascoltato prima della predisposizione di un documento che ci riguarda: è un fatto mai accaduto prima e solo per questo da apprezzare”, ha affermato Mangialardi. “All’interno del decreto che approda stasera in Cdm ci sono risposte importanti ma come Anci abbiamo avanzato proposte che possono essere utili in fase di conversione per dare una maggiore efficacia a questo strumento normativo”, ha aggiunto.
Nello specifico sul personale l’Anci ha sollecitato anche una nuova dotazione straordinaria di dipendenti tecnici e amministrativi a tempo determinato per rafforzare l’organico degli uffici e ha evidenziato la necessità di assicurare il pronto turnover del personale interessato da ‘Quota 100’.
Da parte sua il sindaco di Teramo ha parlato del decreto come “di una buona base di partenza che va però notevolmente ampliato nei contenuti. Abbiamo finalmente ottenuto un provvedimento ma le misure introdotte, seppur positive, non corrispondono a tutte le esigenze”. In particolare, secondo D’Alberto, “vanno sbloccate tutte le funzioni amministrative comunali così da consentire in modo coraggioso l’avvio della ricostruzione pubblica”. A partire dalla proroga dello stato di emergenza che “deve essere almeno triennale per permettere di svolgere una programmazione supportata da garanzie e certezze”, ha sottolineato.
Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno ha ribadito la richiesta avanzata dall’Anci di prevedere una deroga specifica al funzionamento della Conferenza permanente dei servizi per la ricostruzione. “Va permesso alla Conferenza di poter operare in deroga sia alle norme del testo unico edilizio che a quello ambientale – ha spiegato – . Solo in questo modo le amministrazioni comunali potranno realizzare interventi complessi in territorio distrutti e in piena emergenza”.
“Il decreto legge che uscirà dal Cdm sarà probabilmente insufficiente a risolvere le tante problematiche, lo abbiamo fatto presente al Presidente Conte che ha convenuto con noi l’opportunità di intervenire in maniera concreta in fase di conversione”, ha affermato il sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella. “Aspettiamo e vediamo cosa succede, di certo è cominciato finalmente quel dialogo a tutti i livelli istituzionali che è la sola via per uscire dal tunnel di una ricostruzione che, ad oggi, appare ancora troppo complessa”.
Il premier ieri ha incontrato anche i presidenti delle Regioni interessate, vice commissari alla ricostruzione. Tra le novità emerse anche l’arrivo di nuovi fondi per l’area del cratere, con priorità alle scuole.
Tre i punti che vengono sottolineati in particolar modo dall’attuale governatore dell’Umbria, Fabio Paparelli: “L’allungamento dello stato di emergenza fino al 31 dicembre del 2020 permetterà di muoversi entro schemi legislativi e amministrativi di urgenza: si farà prima e meglio. Il Governo si è impegnato, davanti a noi Governatori regionali, a garantire iter più veloci e semplici. In questo l’USR potrà direttamente convocare le Conferenza regionale e gestire le richieste di contribuiti per le case“.
Quindi, appunto, la questione delle nuove risorse. “Su tutti i 140 Comuni del cratere sismico saranno erogati 380 mln di euro nel 2019, dal Fondo per le emergenze nazionali, e 345 mln per il 2020, dalla contabilità del Commissario straordinario che ricadrà – molto positivo – sulla priorità edifici scolastici. 2 mln di euro complessivi nel 2019 e ulteriori 2 mln nel 2020 andranno alle imprese agricole, settore cruciale per l’Umbria. Ulteriori 20 mln di euro sono destinati agli imprenditori under 46 con incentivi al 35% a fondo perduto e al 65% con prestito bancario agevolato. Estese al 2020 anche le proroghe dei mutui”.