Riunito a Foligno il Comitato Istituzionale dell’Umbria: raggiunti importanti risultati nella ricostruzione privata. I dati al 30 giugno
3.173 cantieri avviati di cui 1.853 già conclusi ed oltre 540 milioni di euro liquidati (su 997 milioni concessi). Sono questi i dati, aggiornati al 30 giugno 2024 relativi alla ricostruzione privata post sisma del 2016 in Umbria. Il punto della situazione è stato fatto martedì a Foligno, nel corso del Comitato Istituzionale, organismo all’interno del quale sono discusse e condivise le scelte strategiche relative alla ricostruzione post-sisma 2016.
In particolare, per quanto riguarda la ricostruzione privata, la semplificazione delle procedure e della complessa stratificazione normativa, voluta fortemente dalla Presidente della Regione Umbria e Vice Commissario Ricostruzione Donatella Tesei, ha permesso non solo di raggiungere e consolidare importanti risultati rafforzati dai dati che, al 30 giugno 2024 in Umbria, registrano, come detto, 3173 cantieri avviati, di cui 1853 già conclusi con il ritorno delle famiglie e delle imprese nelle proprie case e nei propri luoghi di lavoro.
Ricostruzione privata, alta percentuale di istanze evase
Il grande lavoro svolto in questi anni dall’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria (USR Umbria), diretto da Stefano Nodessi Proietti, è testimoniato anche dalle percentuali di evasione delle istanze presentate: il 90% per quanto riguarda la ricostruzione leggera che è ormai avviata alla conclusione mentre, per quanto riguarda la ricostruzione pesante la percentuale di evasione delle istanze presentate è pari all’80%.
Scendendo più nel dettaglio, i dati dimostrano che, a fronte di un totale di 4830 istanze presentate all’USR Umbria (di cui 213 presentate in forma semplificata ai sensi dell’art. 6 O.C. n. 128/2022 e non ancora completate), ben 3224 risultano concesse, 717 rigettate o archiviate su istanza di parte. Si precisa che 706 istanze di danno lieve sono di competenza dei comuni di Spoleto, Cascia e Norcia in forza delle disposizioni dell’ordinanza commissariale n. 99/2020.
Quanto agli importi richiesti con le istanze di contributo, in Umbria, al 30 giugno 2024, sono pari ad € 1.645.627.984 di cui € 997.710.406 concessi e € 543.137.475 liquidati.
Le altre attività dell’Ufficio speciale alla ricostruzione
Molteplici, poi, sono le attività complementari in capo all’USR Umbria quali l’istruttoria per la valutazione preventiva del livello operativo e le autorizzazioni al miglioramento sismico, per un totale di 2067 istanze di cui: 1552 rilasciate, 367 rigettate o archiviate su istanza di parte e le restanti in istruttoria. Dal 2021, inoltre, sono in capo all’USR Umbria le istruttorie sismiche: alla data del 30 giugno 2024 sono stati conclusi complessivamente 949 procedimenti tra autorizzazioni sismiche e controlli su depositi estratti a campione.
I controlli sulla ricostruzione privata
Quanto alle attività di controllo, ad oggi, sono state estratte a campione 781 istanze di cui 359 per il controllo preventivo, 181 per il controllo preventivo sismico, 177 per il controllo dopo decreto contributo, 47 per il controllo dopo fine lavori e 17 per il controllo sulle compensazioni. Sono stati eseguiti complessivamente 193 sopralluoghi e dai controlli effettuati non sono emerse situazioni di inammissibilità delle istanze seppur, in taluni casi, è risultato necessario produrre integrazioni documentali e comunque di carattere non sostanziali. Dalle verifiche in cantiere si è riscontrato che, in alcuni casi, sono emerse lievissime differenze comunque rientranti nella sfera di competenza del direttore dei lavori e, comunque, mai incidenti sui contributi concessi.
La ricostruzione pubblica
Il Comitato Istituzionale è servito a fare il punto anche sullo stato di attuazione della ricostruzione pubblica nonché sullo stato di attuazione delle ordinanze commissariali speciali e degli interventi del Fondo Complementare PNRR. Anche in questo caso è emerso un concreto avvio dei lavori per la ricostruzione delle principali opere pubbliche del cratere, tra cui gli ospedali di Norcia e Cascia.
Hanno preso parte al comitato istituzionale, oltre alla Presidente della Regione Umbria, i sindaci dei Comuni del cratere, i delegati delle Province, Stefano Nodessi Proietti, direttore dell’USR-Umbria, Gianluca Fagotti dirigente del servizio ricostruzione privata e Francesco Pes dirigente servizio ricostruzione pubblica. Collegato telematicamente anche il commissario straordinario Guido Castelli.
Contributo di ricostruzione e superbonus rafforzato
Intanto nei giorni scorsi è stata annunciata una nuova finestra di possibilità, fino al 30 settembre 2024, per rientrare nel contributo di ricostruzione per quanti avevano invece rinunciato optando per il canale del cosiddetto Superbonus “rafforzato”. Lo ha infatti stabilito un’ordinanza del Commissario alla Riparazione e Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, su cui il 27 giugno la Cabina sisma ha raggiunto l’intesa.
La nuova finestra (inizialmente chiusasi il 31 marzo 2024) si apre in seguito alla riforma del Superbonus, che ha di fatto eliminato la facoltà di usufruire del Superbonus “rafforzato” in alternativa al contributo della ricostruzione mediante le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito. Per questo la Struttura commissariale, d’intesa con le Regioni del cratere 2016 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) ha voluto concedere una ulteriore parentesi per consentire a chi preferisce rientrare nel contributo sisma di farlo e di procedere così con la ricostruzione.
“Le modifiche alla disciplina del Superbonus occorse negli ultimi mesi hanno reso necessaria un’attenzione particolare per quanti avevano inizialmente rinunciato al contributo, e che ora potranno esercitare un ripensamento – spiega il Commissario Castelli –. Chi aveva scelto il canale del Superbonus rafforzato, rinunciando al contributo, potrà così ora tornare al contributo “standard”. Ringrazio i presidenti delle Regioni Abruzzo, Marche, Lazio e Um-bria con cui ho condiviso questa decisione. La ricostruzione va trattata come una creatura viva, con tutti gli affinamenti necessari alla sua piena attuazione”.
La gestione del Cas passa alla struttura commissariale
Sempre nei giorni scorsi è stata annunciata un’importante novità per i cittadini terremotati che usufruiscono del Cas, il contributo di autonoma sistemazione. Dal primo settembre 2024 la sua gestione, infatti, passerà dal Dipartimento della protezione civile alla Struttura commissariale sisma 2016. La novità è stata inserita nel decreto legge del Consiglio dei ministri contenente misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei.
“Si tratta di provvedimento atteso e condiviso con il Ministro Musumeci e con il Dipartimento di Protezione civile – dichiara il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli –. Il CAS è stato un fondamentale strumento di supporto alle popolazioni dell’Appennino centrale nel post emergenza ma oggi è doveroso co-minciare a guardare oltre e aprire sull’opportunità di rimodulare l’assistenza per chi non ha ancora, in assenza di impedimenti oggettivi, presentato il progetto di ricostruzione. La misura inoltre cesserà, a partire dal 1 settembre, per chi ai tempi del sisma abitava in case in affitto, poi dichiarate inagibili. Si tratta di un compito è di una responsabilità che assumo, insieme agli uomini e alle donne della Struttura Commissariale, nella consapevolezza dell’importanza dell’attività che ci attende. Desidero ringraziare il Governo per questo attestato di fiducia, che ci impone a metterci al lavoro fin da subito”.
Il Contributo di autonoma sistemazione, a partire dal 1 settembre, si chiamerà “Contributo per il disagio abitativo finalizzato alla ricostruzione”, sarà gestito dalla Struttura commissariale sisma 2016 e continuerà a essere erogato dai Comuni. Sempre a partire dal 1 settembre, cesserà il CAS per chi, ai tempi degli eventi sismici, risiedeva in affitto in abitazioni risultate inagibili. Gli affittuari che nel frattempo sono risultati assegnatari di Soluzioni abitative di emergenza, avranno una tariffa agevolata anche rispetto a quella degli alloggi per l’edilizia residenziale pubblica. Resta ferma, in ogni caso, per i proprietari che ricevono il CAS o sono beneficiari di SAE, la scadenza del 30 giugno per presentare il progetto di ricostruzione (in mancanza di impedimenti oggettivi). In caso di mancata presentazione, il CAS viene sospeso fino alla presentazione del progetto.