A oltre sei anni dalle scosse di terremoto che dal 24 agosto 2016 hanno devastato il Centro Italia, sono pervenute più della metà delle domande di ricostruzione attese (il 54,9%, pari al 51,5% in valore). Nel dettaglio, nel 2022 le richieste di contributo per la ricostruzione privata sono state 28mila, per un totale di 10 miliardi di euro, con un +27,7% rispetto al 2021.
Sono alcuni dei numeri illustrati dal commissario straordinario alla ricostruzione uscente, Giovanni Legnini, alla presenza di quello che fra qualche giorno sarà il suo successore, Guido Castelli, ma anche dei rappresentanti istituzionali delle quattro regioni interessate dal sisma, compresa la governatrice dell’Umbria Donatella Tesei.
La conferenza stampa di fine mandato (dopo quasi 3 anni di incarico e la conferma da parte di vari Governi) di Legnini è stata anche l’occasione per accennare alle polemiche degli ultimi giorni che hanno coinvolto l’arcivescovo di Spoleto – Norcia, monsignor Renato Boccardo. Che dopo aver criticato la mancata riconferma del commissario straordinario alla ricostruzione (il cui operato di svolta è stato elogiato in maniera bipartisan anche oggi, pure dallo stesso Castelli) è stato attaccato duramente da alcuni esponenti di centrodestra, finendo anche sotto la lente del quotidiano “La Verità”.
Legnini, senza mai fare il nome del vescovo che guida anche la Conferenza episcopale umbra, ha parlato di “polemica sull’ultima ordinanza del tutto priva di fondamento”, spiegando che sono stati fatti “calcoli matematici precisi con cui si sono attribuito a tutte le diocesi le stesse risorse in proporzione al danno, ed è tutto documentato”. Dopo aver censito i danni di tutti gli edifici (sia privati, che pubblici che le chiese), “d’accordo con le Regioni, all’esito di un confronto molto complesso, sono state stabilite delle percentuali di riparto”. Così “chi aveva avuto meno ha avuto di più, e viceversa, in base al censimento dei danni, è stata una operazione di equità ed è tutto pubblico”.
In tutto, per chiese ed edifici di culto nelle quattro regioni, sono stati finanziati 1.251 interventi per un totale di 800 milioni di euro. Mentre per le opere pubbliche sono state erogate somme per un totale di 935 milioni di euro (+67% nel 2022 rispetto al 2021). Sono 2.500 gli interventi pubblici finanziati con 3,6 miliardi, tra cui 450 scuole per 1,4 miliardi.
Sul fronte della ricostruzione privata, i decreti di contributo concessi nel 2022 sono stati 15.736, per 5,3 miliardi di euro (+29,4% sul 2021); 2,5 miliardi di euro sono stati liquidati alle imprese esecutrici (1 miliardo nel 2022). Sono 8.318 cantieri privati conclusi, per circa 20mila singole unità immobiliari, e 7.333 i cantieri privati attualmente aperti.
L’accelerazione alla ricostruzione privata è stata data dalla nota “ordinanza 100” che ha garantito una sburocratizzazione delle procedure. Se nel 2019 – ha ricordato Legnini – la durata media di un procedimento per la concessione del contributo era di 583 giorni, nel 2022, con le nuove regole, è stata di 130 giorni. Buona parte delle domande presentate negli ultimi mesi, poi, è stata fatta in forma semplificata e dovrà essere definita entro il 15 marzo prossimo. All’appello mancano 23mila domande ancora.
Per quanto riguarda l’Umbria, le richieste di contributo al 31 dicembre 2022 sono state 4.411 di cui 2.631 concesse, 659 respinte e 1.121 in istruttoria. L’importo richiesto è parti a oltre 1 milione e 278mila euro, di cui poco meno della metà concesso (quasi 656mila euro) e oltre 296mila euro liquidati. I cantieri aperti sono 2.546, quelli chiusi 1.317.
Sempre in tema di ricostruzione privata, è Norcia il comune (non solo in Umbria, ma in tutto il cratere) che vede uno stato d’avanzamento maggiore. Le richieste di contributo presentate sono state 1.492, di cui 862 concesse e 78 respinte. I cantieri aperti sono ben 851, di cui conclusi 522. Seguono Tolentino (1.126 domande presentate, 590 cantieri aperti e 326 chiusi) e Amatrice (1.076 pratiche, 539 cantieri aperti, 163 chiusi).
In Umbria, il secondo comune per numero di pratiche (al decimo posto nel cratere) è Spoleto: 819 richieste di contributo, 344 cantieri aperti, 193 chiusi, per un importo concesso di oltre 72 milioni di euro. A Cascia, le domande di ricostruzione presentate sono 413, con 319 cantieri avviati e 217 conclusi, per un importo liquidato di oltre 39 milioni di euro. L’altro comune della Valnerina più colpito, Preci, ha visto la presentazione di 170 domande, per un totale di 122 cantieri avviati di cui 55 conclusi ed un importo liquidato di 8,6 milioni. Fuori dal cratere, invece, il Comune con più richieste di contributo in Umbria è Foligno: 235 richieste di contributo, con 135 cantieri avviati di cui 56 conclusi, per oltre 12,7 milioni di euro liquidati finora.