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Ricostruzione post sisma 2016, avviato iter per il 95% delle opere pubbliche

Al 31 maggio 2024 la ricostruzione delle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 2016-2017 continua a mostrare significativi progressi, dopo il “cambio di passo” avviato già lo scorso anno. Sono circa 20 mila i cantieri ad oggi complessivamente autorizzati, di cui oltre 11 mila già completati. È stato avviato il 95% delle opere pubbliche, gli interventi in progettazione sono il 66% del totale di cui 25% approvati. Saliti i lavori al 28% di cui 12% conclusi.

Anche la ricostruzione privata conferma la tendenza già registrata lo scorso anno: nel primo semestre del 2024 le erogazioni di Cassa Depositi e Prestiti nei confronti delle imprese impegnate nei cantieri della ricostruzione hanno fatto registrare un +16,64% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un +41,71% rispetto al 2022. I nuclei familiari censiti che, ad oggi, ricorrono all’assistenza abitativa sono 11.182. Erano 12.319 nel 2023 e 14.211 nel 2022.

Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto sulla ricostruzione del Centro Italia, aggiornato ai primi cinque mesi del 2024, presentato mercoledì a Roma presso la Biblioteca Chigiana di Palazzo Chigi. Alla conferenza stampa hanno partecipato il Commissario Straordinario per la Riparazione e la Ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli, il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano, i Presidenti della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e della Regione Umbria, Donatella Tesei e gli assessori alla Ricostruzione della Regione Lazio, Manuela Rinaldi e ai Lavori Pubblici e Infrastrutture della Regione Abruzzo, Umberto D’Annuntiis.

Ricostruzione, governance multilivello

La ricostruzione post-sisma dell’Appennino centrale conferma la sua natura di “creatura viva”, soggetta a mutamenti che richiedono una costante capacità di adattamento per dare le risposte necessarie rispetto alle attività che devono essere realizzate nel cratere, che copre una superficie di quasi 8 mila chilometri quadrati ed è composto da 138 comuni, compresi in quattro regioni: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, dove vivono circa 600 mila persone. Nel corso dell’ultimo anno si è innescato un percorso virtuoso che sta consentendo una decisa ripresa della ricostruzione, dopo i molti ritardi accumulati nei primi anni del post-sisma. La stretta collaborazione con le quattro Regioni coinvolte e con le amministrazioni locali, che trova attuazione nella governance multilivello della ricostruzione, sta certamente contribuendo in modo sostanziale al consolidamento di questo percorso.

Il Governo, a sua volta, continua a far sentire di sostegno, per la ricostruzione e la riparazione economica e sociale dell’Appennino centrale, attraverso le misure che si sono susseguite nel tempo, dal  DL 3/2023 (Decreto Ricostruzione) dello scorso anno, al recente Decreto Coesione Si tratta di interventi che hanno l’obiettivo di snellire le procedure e promuovere il rilancio socio economico dell’area, in un’ottica di sviluppo sostenibile, anche al fine di contrastare il fenomeno dello spopolamento, a cui questi territori erano soggetti ancor prima della sequenza sismica del 2016-2017.

La ricostruzione privata

Per quanto concerne la ricostruzione privata, i dati della Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che gestisce il plafond Sisma Centro Italia (fornendo alle banche convenzionate del territorio la provvista dei fondi da erogare sulla base dello stato di avanzamento dei lavori), confermano il consolidamento di quel “cambio di passo” avvenuto nel 2023. Nei primi cinque mesi del 2024, infatti, le erogazioni hanno fatto registrare un +16,64% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un +41,71% rispetto a quanto era stato registrato nel 2022. La tendenza di questi ultimi mesi conferma dunque l’accelerazione impressa lo scorso anno, quando le liquidazioni erano aumentate del +37% rispetto al 2022 e del +73% in rapporto al 2021. In termini assoluti, al 31 maggio 2024, CDP ha erogato un totale di 4,414 miliardi di euro per la ricostruzione privata e, mentre nel solo 2023 la cifra era stata pari a 1,364 miliardi (un terzo del totale), nell’ultimo biennio (giugno 2022 – maggio 2024) è stato erogato oltre il 57% dell’intero ammontare (2,5 miliardi di euro).

Le richieste di contributo per la ricostruzione presentate da soggetti privati per immobili residenziali o produttivi danneggiati sono 31.177, su un totale di circa 50 mila stimate, per un valore complessivo di 13 miliardi e 746 milioni di euro. Di queste, 19.899 richieste sono state approvate dagli Uffici Speciali per la Ricostruzione (circa il 64% del totale), con una concessione di circa 8,5 miliardi di euro e la liquidazione di 4,5 miliardi di euro. Nel corso dell’ultimo biennio, sono state più di 8 mila le richieste di contributo presentate, corrispondente a oltre il 25% del totale.

La ricostruzione pubblica

Relativamente alla ricostruzione pubblica, la programmazione post-sisma 2016 prevede 3.509 interventi, per un valore complessivo di 4,2 miliardi di euro. La ricostruzione pubblica si compone della programmazione cosiddetta Ordinaria (2.725 opere pubbliche, per un valore di 2,2 miliardi di euro), regolata dalle Ordinanze commissariali e la programmazione cosiddetta Speciale (784 opere per 2 miliardi di euro), regolata dalle Ordinanze Speciali in deroga. Complessivamente, è stato avviato il 95% delle opere programmate, il 66% delle quali è in fase di progettazione (il 25% di questi progetti è già stato approvato), il 16% vede i lavori già in corso e il 12% completati. Si tratta di un progresso significativo. All’inizio del 2023 quasi il 50% degli interventi erano da avviare, ora restano da sbloccare il 5% delle opere. Un evidente passo in avanti che trova riscontro nelle fasi più avanzate della ricostruzione.

Al netto delle progettazioni ancora in corso, spesso dovute anche complessità degli interventi, i progetti approvati hanno registrato un significativo avanzamento (dal 3% al 25%). Decisivo, in questo senso, è stato il supporto tecnico amministrativo da parte della Struttura commissariale e degli USR assicurato agli enti pubblici chiamati all’attuazione delle opere. Per assicurare la migliore transizione tra vecchio e nuovo codice degli appalti sono stati sviluppati, d’intesa con l’ANAC, atti tipo utili alla più tempestiva definizione delle procedure di gara.

Castelluccio tra i “case histories” avvenieristici

Nel corso del 2024 – dichiara il Commissario Straordinario Guido Castelli – stiamo affrontando i nodi più complessi della ricostruzione rappresentati dagli interventi che riguardano i borghi e luoghi più devastati dai quattro terremoti del 2016 e 2017. Anche in questo caso puntiamo sul gioco di squadra ricorrendo anche a soluzioni progettuali innovative e sostenibili.”

Un particolare sforzo è dedicato ad Amatrice dove la struttura commissariale, l’USR Lazio e il Comune stanno sviluppando una strategia integrata finalizzata allo sblocco della ricostruzione del paese dove finalmente è partito il super cantiere e sono in procinto di essere avviati i lavori relativi al Municipio e le Chiese di Santa Maria Immacolata e Santa Maria del Suffragio, che si aggiungeranno ai lavori già completati della torre civica. Ad Arquata del Tronto è stato dato il via al progetto esecutivo per la ricostruzione del centro storico. Si tratta di un’opera particolarmente innovativa, così come è all’avanguardia il progetto per la rinascita di Castelluccio di Norcia, dove sono in partenza i lavori per la realizzazione dei terrazzamenti e dei sottoservizi, propedeutici alla ricostruzione del borgo.

“I progetti di Arquata e di Castelluccio sono stati portati all’attenzione dell’ultimo congresso internazionale di ingegneria sismica – aggiunge Castelli – come case histories avveniristiche, dove la tecnologia all’avanguardia si è accompagnata alla sagacia delle soluzioni amministrative. L’obiettivo è quello di assicurare la massima sicurezza ai borghi più vulnerabili sismicamente”.

Next Appennino: gli aiuti all’economia e alla società

Al Commissario Straordinario al sisma 2016, accanto all’opera di ricostruzione materiale, è stato anche affidato anche il compito di occuparsi della riparazione economica e sociale di questi territori, resi particolarmente fragili a causa degli eventi catastrofici avvenuti. A tale riguardo, nel corso del 2024 NextAppennino, il Programma del Piano Nazionale complementare al Pnrr rivolto ai due crateri sisma 2009 e sisma 2016, si sta confermando uno strumento fondamentale. Finanziato per 1,780 miliardi di euro, NextAppennino, si compone di due Macromisure: la A (“Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi) e la B (“Rilancio economico e sociale”).

Con passo deciso procedono gli interventi previsti nella Macromisura A, con l’assegnazione di oltre 1 miliardo di euro, dedicata alle reti e all’innovazione digitale, alla rigenerazione urbana e alla valorizzazione del territorio, alle comunità energetiche e alle infrastrutture e alla mobilità. La Macromisura B, invece, rivolta allo sviluppo del tessuto sociale ed economico, ha visto l’avvio di quattro centri di ricerca (Camerino, Rieti, Spoleto e Teramo), nonché la messa a terra di importanti risorse per la rivitalizzazione del tessuto economico e sociale dell’area del cratere. Sono stati concessi oltre 500 milioni di euro per quasi 1.400 progetti. Diversi i target coinvolti, dai contratti di sviluppo per grandi e medie aziende fino alle start up, senza tralasciare il tessuto vivo di questi territori fatto da piccole e medie imprese, ponendo l’attenzione anche all’innovazione, ai Partenariati Speciali Pubblico Privato, al consolidamento del terzo settore, all’economia circolare e al ciclo delle macerie. Valori economici equiparabili ad un valore medio di un settennato di programmazione Fesr proporzionato sulle dimensioni delle quattro regioni coinvolte nel cratere, consumato in un poco più di un anno e mezzo di lavoro, intenso e complesso, per assicurare risposte utili a rendere i progetti investimenti reali.” commenta Castelli.

I progetti complessivamente presentati, invece, erano stati 2.597 per un valore complessivo di 2 miliardi e 541 milioni di euro, con la richiesta di 1 miliardo e 490 milioni di euro di contributi. Numeri che dimostrano l’esistenza in quest’area di un tessuto economico e produttivo vivo e dinamico che, dopo gli eventi accaduti, vuole rimettersi in piedi e tornare a correre, contribuendo all’economia del nostro Paese.

“Rilancio Centro Italia questione nazionale”

In conclusione, il Commissario Castelli dichiara: “Attraverso la ricostruzione e la rigenerazione del territorio colpito dal sisma 2016 stiamo affrontando una questione nazionale: il rilancio dell’intero Centro Italia marginalizzato già prima delle distruzioni del sisma e oggi sempre più centrale per il futuro del Paese e dell’Unione europea che si spinge sempre più a Est e a Sud. Un Centro Italia rigenerato diventa presidio essenziale per mitigare gli effetti della crisi climatica perché solo un Appennino ripopolato contrasta il rischio idrogeologico dell’Italia, dalla Pianura Padana alle coste del Tirreno e dell’Adriatico. Il rilancio del Centro Italia è una questione nazionale anche per i nuovi equilibri di un’Europa rivolta verso e oltre i Balcani. E il centro del Centro Italia è proprio qui nell’area che ha bisogno di una ricostruzione e una rigenerazione socio-economica dopo le devastazioni di otto anni fa”.