A settembre sarà nominato un nuovo commissario di Governo per la ricostruzione: lo ha confermato il premier Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa che si è conclusa poco fa a Palazzo Chigi per fare il punto su quanto è stato fatto ad un anno dal terremoto del 24 agosto 2016.
Ad affiancarlo l’attuale commissario straordinario Vasco Errani, che terminerà il suo incarico il 9 settembre – “ma non ci sono motivi politici, solo la scadenza del contratto” -, il capo della protezione civile Angelo Borrelli (che ha sostituito Fabrizio Curcio, dimessosi di recente per gravi motivi familiari) ed i presidenti delle Regioni Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo.
Gentiloni ha ricordato le 299 vittime del terremoto del 24 agosto, la maggior parte concentrate ad Amatrice, ma anche la sequenza di eventi sismici di grande rilievo che è seguita, fatta dai due sismi di fine ottobre e da quello del 18 gennaio, quest’ultimo accompagnato da un’emergenza atmosferica. “Da questo credo si debba partire – ha evidenziato – in una valutazione corretta, equilibrata, del lavoro fatto in questo anno: abbiamo dovuto fronteggiare una sequenza di eventi sismici di dimensioni davvero senza precedenti”.
“Vasco – ha commentato il premier – ha fatto veramente un ottimo lavoro, con risultati esemplari, e lo ringrazio, così come lo stesso voglio dire grazie a Fabrizio Curcio. La conclusione del mandato di Errani non significherà affatto un disimpegno da parte del Governo, che continuerà a svolgere ruolo di coordinamento, in una ottica di responsabilizzazione dei territori. Il senso è che si passa dall’emergenza alla ricostruzione“.
Dal canto suo Errani ha spiegato: “Coi Governi c’è stato il massimo di collaborazione. Era una cosa chiara e definita da tempo che si sarebbe concluso con la scadenza del mio contratto il mio ruolo di commissario. Forse non lo ricorderete, ma è da tempo che io sottolineo che fatto l’impianto della ricostruzione è il territorio che in primo luogo deve assumere la gestione di questo processo. Io credo che l’impianto lo consente. Questa è la verità. Non ci sono retroscena, non c’è stata una discussione tra di noi. Ho visto che ci sono altre interpretazioni, ne prendo atto, ma vi assicuro che sono sinceramente sereno. In fondo anche quando fui nominato commissario si parlò di un’interpretazione politica, credo si sia visto che non era fondata questa idea. Si dice che faccio una scelta per le poltrone: chi mi conosce sa che questo non fa parte della mia storia, figuratevi se a 62 anni mi metto a fare questi ragionamenti. La politica qui non c’entra”.
“Sono convintissimo che noi siamo di fronte all’impianto di ricostruzione più innovativo e più completo rispetto alle esperienze che ci stanno alle spalle” ha detto Vasco Errani tracciando brevemente tutte le innovazioni introdotte ed i punti principali decisi in questo post sisma: “Per la prima volta non solo si riconosce il 100% alle prime abitazioni, ma anche alle seconde, questo perché in quei territori la seconda casa è un elemento di identità ed economia. C’è un impianto complessivo a favore del sostegno all’economia inedito che vale mille e 360 milioni di euro, va dalle zone franche fino ai danni indiretti, fino al sostegno per i nuovi investimenti. Il lavoro e l’impresa sono una leva decisiva per contrastare il problema fondamentale di questi territori già preesistente: lo spopolamento. Abbiamo introdotto per la prima volta la microzonazione di terzo livello in tutto il cratere per dare tutti gli strumenti alla programmazione. Abbiamo indicato delle norme tecniche grazie al comitato scientifico per assicurare la resistenza sismica ed il miglioramento sismico. Abbiamo introdotto che in tutte le scuole danneggiate si farà l’adeguamento sismico, ed abbiamo già iniziato la programmazione. C’è stata poi la scelta della legalità, che non è un costo di tempi, ma una garanzia per il futuro delle nostre comunità”.
“Si può vedere il percorso in tanti modi, – ha aggiunto Errani – ma l’unica cosa che non dobbiamo fare secondo me è cadere in semplicismi. Ci sono stati 4 terremoti, di queste dimensioni, in un territorio che rispetto al 24 agosto è diventato ampissimo, ha prodotto conseguenze molto rilevanti, la verifica dei danni ricominciata 3 volte. L’impianto credo sia abbastanza chiaro ed evidente. Ci sono 35 ordinanze pubblicate, 5 già approvate o in via di approvazione, compresa la norma per il Durc di congruità, che ci consentirà sicurezza per la sicurezza dei cantieri”.
Quanto ai numeri, il commissario straordinario ha parlato di 21 scuole nuove, 38 edifici in classe quarta, che è la massima sicurezza sismica e qualità dal punto di vista energetico. Abbiamo costruito un percorso complesso. Oggi apre il cantiere di Amatrice, nelle prossime settimane si apriranno tutte le gare, le scuole (non le più grandi) saranno pronte entro dicembre, le più grandi tra gennaio e febbraio, ma tutte le scuole e l’anno scolastico inizierà regolarmente, sono stati organizzati i sistemi temporanei. Inoltre è stato redatto un programma biennale da 250 milioni per l’adeguamento e la messa in sicurezza di altre 87 scuole.
Previsto poi il recupero di case pubbliche per 52 milioni, anche per ricollocare entro l’anno le famiglie terremotate; un primo piano di interventi per le chiese, del valore di 14,3 milioni di euro per 69 chiese, oltre ad un altro piano per altre 111 chiese. Quindi il primo programma per la ricostruzione di opere pubbliche per 207 milioni di euro in 216 interventi, mentre per i beni culturali sono stanziati 170 milioni per 103 interventi. Ora partiranno progetti e poi si realizzeranno le gare, ha osservato Errani, con tempi molto più brevi rispetto al terremoto dell’Emilia.
Sul fronte dell’emergenza, invece, rimangono circa 7.500 persone assistite nelle quattro regioni, tra container, alberghi e strutture comunali, ha spiegato il capo della protezione civile Angelo Borrelli. Altre 40mila persone invece usufruiscono del contributo per l’autonoma sistemazione; per la popolazione assistita ad oggi a vario titolo sono stati spesi circa 200 milioni di euro. Quanto alle verifiche di agibilità degli edifici, ne sono state effettuate circa 200mila, ne rimangono da fare circa 14mila. Le verifiche hanno evidenziato che il 41,6% degli edifici non è agibile a vario tipo (il 38% per danni diretti, il 3,5% per rischio indotto), mentre per quanto riguarda le scuole, su 2.642, il 66% è risultato agibile ed il 34% no.
Il Dipartimento di protezione civile ha seguito anche l’attività di ripristino viabilità, con una prima fase che ha visto degli interventi immediati, mentre a seguito della scossa del 30 ottobre il Governo ha varato un piano straordinario portato avanti dall’Anas. In programma ci sono 251 interventi per complessivi 473 milioni di euro euro. Si tratta per lo più di interventi nella fase di progettazione o appalto. Lavori in corso solo per il 13,1% di essi, mentre ad essere ultimati sono stati solo l’1,6%, quelli lungo la sp 477 di Castelluccio (intervento portato avanti direttamente dalla Provincia di Perugia), sulla sr 577 del lago di Campotosto e sulla ex statale 80 in Abruzzo.
Quanto alle donazioni attribuite alla protezione civile, Borrelli ha spiegato che sono state pari a 35 milioni di euro, di cui 23 grazie agli sms. Una parte è stata destinata alle scuole, mentre il Comitato dei garanti ha approvato di recente la realizzazione di 18 progetti di intervento: 9, di cui 1 con riserva, nelle Marche, 4 in Umbria, 3 nel Lazio e 2 in Abruzzo.
Ad elogiare il lavoro svolto dal Governo è stata la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini: “Grazie a tutto il sistema nazionale, non ci siamo mai sentiti soli. Il quadro normativo e di certezze economiche e finanziarie che ci viene consegnato ci consentirà di fare una ricostruzione certa, che aumenterà il grado di sicurezza in tutta la zona 1, interessata dal sisma. Non sarà più un territorio com’era, ma sarà molto più di qualità. La ricostruzione sarà molto più sicura”.
La presidente Marini si è soffermata sulla questione delle macerie, chiarendo alcuni aspetti. “Per la rimozione delle macerie di parte pubblica, ossia di edifici pubblici o che insistono su aree pubbliche, siamo al 65% in totale nelle quattro regioni. Ciascuna Regione ha scelto le sue priorità. In Umbria, ad esempio, a Norcia la ‘Zona rossa’ dopo gli eventi sismici del 30 ottobre comprendeva il 100 per cento del centro storico; da dicembre ne abbiamo riaperta già una parte e abbiamo fatto un lavoro sistematico grazie al quale oggi meno dell’8 per cento è zona rossa. Quanto alle macerie private verranno rimosse, con la novità, – ha aggiunto, ricordando che a un anno dal sisma dell’Aquila solo 2,26% delle macerie era stato rimosso – che saranno anche saranno anche funzionali per la ricostruzione degli edifici, con un complesso lavoro di selezione”. “Abbiamo garantito assistenza adeguata agli allevatori e al bestiame – ha detto ancora la presidente –, una specificità di questo sisma vista la zona che ha colpito. Tutti soddisfatti i fabbisogni abitativi così come le stalle, solo due in fase di ultimazione, e una settantina di fienili. Così come insediamenti commerciali, siamo in condizione di renderli pienamente operativi tutti, ad eccezione di Castelluccio, entro la fine di settembre saranno consegnati tutti come promesso. Per le casette, tutte consegnate le circa 95 del primo sisma, al 30 ottobre raggiungeremo l’87% del totale fino a completare al 30 novembre anche con le ultime 99 richieste dal comune di Norcia a fine luglio. In tutto il cratere realizzate anche le strutture temporanee per l’apertura delle scuole, quindi non ci sarà nessun problema per la riapertura delle scuole”.
SAE (Soluzioni abitative di emergenza). In Umbria l’emergenza abitativa del sisma del 24 agosto 2016 (96 Sae in tre aree di Norcia) è stata completamente risolta a marzo 2017. Al 18 agosto scorso sono 138 le “Sae” (soluzioni abitative di emergenza) consegnate su 783 ordinate nei tre comuni di Norcia, Cascia e Preci, il 18% del totale. Entro il prossimo mese di novembre verrà ultimata la consegna di tutte le Sae.
Assistenza alla popolazione. Il soccorso e la prima assistenza alla popolazione è stato garantito allestendo dopo gli eventi sismici del 24 agosto 5 aree di accoglienza che sono salite a 55 dopo il 30 ottobre, in 11 comuni, dove sono state assistite al massimo 4100 persone. Al 18 agosto le persone assistite sono 6957 di cui 360 in container collettivi, 139 in strutture comunali, 618 in strutture ricettive (325 nei comuni di residenza e 87 nelle immediate vicinanze). Le persone assistite in autonoma sistemazione sono 5480 (2305 nuclei familiari).
Settore zootecnico. Ormai esaudite le richieste di strutture a servizio degli impianti zootecnici. Sono stati consegnati tutti i 20 Mapre (moduli abitativi provvisori rurali d’emergenza) necessari dopo il sisma del 24 agosto e 44 degli altri 48 moduli destinati agli allevatori per un totale di 64 in cui alloggiano 118 persone. Le stalle consegnate sono 110 su 112; consegnati 74 fienili, l’intero fabbisogno dopo il sisma del 30 ottobre.
Insediamenti commerciali temporanei. Sono 103 quelli necessari dopo i danni causati dal sisma del 30 ottobre; entro il 31 agosto prossimo verranno consegnati 27 insediamenti (oltre il 26%).
Macerie. La stima complessiva è di circa 100mila tonnellate, di cui 60mila pubbliche e 40mila private. Attualmente sono state rimosse 11mila tonnellate di macerie pubbliche e, considerando che in media vengono rimosse 500 tonnellate al giorno, entro la fine dell’anno verranno completamente rimosse le macerie pubbliche, nei due mesi successivi si completerà la rimozione.
Il punto è stato fatto anche dai presidenti delle altre Regioni interessate dalla sequenza sismica. Nel Lazio, ha spiegato Nicola Zingaretti, sono stati aperti 144 cantieri per le stalle, consegnati 42 mapre e 33 villaggi Sae (circa 500 casette); 614 saranno le casette consegnate in tutto alla fine del mese, su un fabbisogno di poco più di 700. Ripristinate poi 52 attività commerciali su 90, con l’obiettivo di completarle entro inizio settembre. Avviate le gare per la rimozione delle macerie private, l’obiettivo è quello di riaprire a breve almeno parzialmente il viale di Amatrice.
Più complicata la situazione nelle Marche, che – ha ricordato il presidente Ceriscioli – conta 87 comuni nel cratere, un terzo del territorio regionale, e 32mila sfollati. Necessaria la realizzazione di Sae in 78 diverse aree e 27 comuni, anche se sono state consegnate soltanto 42 casette, che diventeranno il doppio entro questa settimana. Tutti i cantieri sono attivi, tra progettazioni e gare. “L’obiettivo è di raggiungere il 90% delle 1800 Sae previste entro fine anno”. Fatto il punto anche sulla rimozione delle macerie, su cui si sta spingendo con il coinvolgimento di 3 aziende di cui 2 municipalizzate. Sulle attività commerciali, invece, ne sono state de localizzate 50, con ritardi a Camerino e Visso “perché hanno fatto progetti più ambiziosi”.
Situazione difficoltosa per l’individuazione dei terreni dove posizionare le Sae in Abruzzo, ha spiegato il presidente D’Alfonso, dove c’è da fare i conti oltre che del rischio idrogeologico anche di quello connesso alla diga di Campotosto. Attualmente sono 5.300 le persone assistite, oltre mille ancora in albergo. Entro fine ottobre comunque dovrebbero essere consegnate le casette che interessano 13 comuni.