Comuni compatti contro il declassamento dei 4 presidenti di Regione – vice commissari straordinari alla ricostruzione – decisi dal Governo con un provvedimento inserito nel Decreto Genova. Ma a commentare positivamente la mossa accentratrice è il senatore pentastellato Stefano Lucidi, che parla con soddisfazione di una mossa volta ad esautorare il Pd.
Ricostruzione, Regioni esautorate | Ira contro il Governo “Si rischiano contenziosi e ricorsi”
A dare manforte ai presidenti di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio intervenuti ieri contro la decisione del Governo di conferire loro un potere soltanto consultivo al contrario di quanto avvenuto finora è l’Anci Umbria, l’associazione che riunisce i Comuni, attraverso il presidente Francesco De Rebotti.
“Hanno fatto bene i presidenti delle Regioni Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio a manifestare apertamente il proprio dissenso e sulla stessa linea sono anche i Comuni” – afferma De Rebotti. L’emendamento della maggioranza al decreto Genova approvato, stabilisce che il commissario al terremoto potrà emanare le proprie ordinanze senza la “previa intesa” con i presidenti delle Regioni, ma semplicemente avendoli sentiti. “In seno ad Anci Umbria – continua De Rebotti – siamo abituati a valutare le scelte politiche aldilà delle appartenenze ed in virtù di quel principio, non possiamo quindi che criticare questa scelta che penalizza i territori e toglie un interlocutore fondamentale nel percorso di accelerazione della ricostruzione auspicato sia dagli amministratori che dai cittadini”. Nelle votazioni sul dl Emergenze, che è attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari, soprattutto relativamente alle misure per il terremoto del Centro Italia è molto grave – ritiene l’associazione – il fatto che siano stati bocciati anche alcuni emendamenti presentati e concordati con Anci nazionale, che miravano ad equiparare il trattamento rivolto ai cittadini del terremoto del Centro Italia con quelli di Ischia e con quelli delle vittime del crollo del ponte di Genova. Sono stati inoltre bocciati, per esempio, emendamenti importantissimi relativi alla proroga del pagamento dei contributi previdenziali al 2021, oppure la proroga delle misure di sostegno al reddito per i lavoratori del settore turismo al 31.12.2019.
A dare manforte al presidente di Anci Umbria anche il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno (Forza Italia): “Leggiamo con molta apprensione l’evoluzione dei fatti e delle diverse conseguenti dichiarazioni che si susseguono rispetto alle scelte della maggioranza che sostiene il Governo Conte, scelte oggi in discussione nell’ambito dei lavori per la conversione del cosiddetto “Decreto Genova”. Fin dal 24 agosto 2016 tutti i livelli istituzionali, a prescindere dal loro orientamento politico, hanno lavorato e cooperato con un unico obiettivo: l’interesse dei Cittadini! Nel ringraziare l’On.le De Micheli per l’impegno profuso a favore delle nostre comunità, abbiamo salutato con sincera fiducia la nomina del nuovo Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Piero Farabollini, nella speranza che ciò avrebbe potuto contribuire, finalmente, a riaprire il percorso di modifica della governance con meno centralismo ed un maggiore coinvolgimento dei territori. Questo, del resto, era stato quanto dichiarato in ogni circostanza dai Vice Premier Salvini e Di Maio (basta rileggere le loro dichiarazioni). E dire che le condizioni c’erano davvero tutte: un Commissario del territorio al dentro delle vicende “tecniche” legate alla ricostruzione; la volontà di trovare soluzioni diverse per l’interlocuzione politica centro/territori; l’approvazione in ciascuna regione delle relative specifiche norme di contestualizzazione dei processi. L’approvazione dell’emendamento avvenuto la notte scorsa ha invece provocato un nuovo terremoto: il Comitato Istituzionale privato di ogni potere di interlocuzione; i territori relegati a soggetti da “sentire”. Tale situazione ha determinato la mancata partecipazione dei Presidenti delle Regioni all’incontro con il nuovo Commissario. Chiediamo a tutti, nel solco del comportamento tenuto da questa Amministrazione, sempre lontano dalle polemiche, di tornare a discutere sulla assoluta necessità di ritrovare un protagonismo degli Enti Territoriali a partire dai Comuni per il durissimo lavoro che ci attende. Come sempre noi non faremo mancare la nostra proposta”.
Respinge le accuse al mittente, però, il neo commissario straordinario Piero Farabollini, che in un’intervista all’Ansa parla di strumentalizzazione da parte dei presidenti di Regione: “Prendo atto che i presidenti delle Regioni hanno scelto di interpretare in modo strumentale un passaggio legislativo per lo snellimento della ricostruzione. In questo modo si continua a rispondere non alla gente, ma alle logiche della vecchia politica che non appartengono né a me né al Governo”.
A difendere la decisione del Governo anche il senatore umbro del Movimento 5 stelle Stefano Lucidi: “Accolgo con estremo favore l’approvazione dell’emendamento al decreto emergenze sul sisma che ha colpito il Centro Italia, che, relega al ruolo di parere consultivo sul tema quello dei governatori delle 4 Regioni del centro Italia – Catiuscia Marini Umbria, Nicola Zingaretti Lazio, Luca Ceriscioli Marche e Giovanni Lolli per l’Abruzzo. Da mesi sostengo ed ho promosso, questa azione fondamentale, quella di esautorare il Partito Democratico dal ruolo di gestore dei miliardi della ricostruzione, ultimo baluardo e tassello di radicamento politico rimasto a questi politici. Sono passati due anni dal tragico avvenimento del terremoto e la piramide politica del PD si sta sgretolando, il commissario era un parlamentare PD e i 4 sub-commissari sempre targati PD, personaggi che – prosegue Lucidi – nel corso degli anni non si capisce bene cosa abbiano fatto nel merito”.
“È stato di fatto importato un modello di gestione del terremoto, quello emiliano, che mal si è adattato alle caratteristiche del Centro Italia – sottolinea il Senatore umbro del Movimento 5 Stelle – e loro non se ne sono accorti. Una valanga di ordinanze incomprensibili a volte anche agli stessi operatori tecnici costretti a ricostruire il filo tecnico giuridico ad ogni progettazione. La ricostruzione è ferma, la gente è insoddisfatta e i nostri territori si stanno spopolando, senza dimenticare le procure che indagano; un bilancio assolutamente fallimentare quello della gestione del terremoto a targa PD”. “Parole vane, in particolare, quella della Governatrice della Regione Umbria che, fate attenzione, reclama la perdita di autorità ma non si rende conto che al tavolo della ricostruzione se Ella dirà o farà delle proposte concrete e sagge verranno certo ben accolte – chiude Lucidi – è arrivato il momento di passare dalla vana autorità alla pragmatica autorevolezza, questo ci chiedono i cittadini”.