Alle 16.07 di sabato 7 settembre 2024 è stato ufficialmente avviato il cantiere per la ricostruzione della Concattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia, gravemente ferita dai terremoti del 2016. All’interno di ciò che rimane della chiesa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, dinanzi a numerose autorità civili, militari ed ecclesiastiche, nonché a molti nursini, ha simbolicamente consegnato le chiavi al signor Claudio Umbrico, titolare della ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG) che eseguirà i lavori.
«Iniziamo una bella avventura – ha detto il Presule – che dice la fiducia e l’incoraggiamento per tutta la popolazione di Norcia che aspetta di ritrovare questa chiesa di Santa Maria come la propria casa, casa della comunità cristiana di questa Città. Dopo otto anni questo è un momento di speranza per ricominciare seriamente. L’avvio del cantiere è la parte visibile e immediata dell’opera di ricostruzione che è iniziata da tempo e che, grazie alla sinergia degli Enti coinvolti, sta portando i frutti su tutto il territorio».
Mons. Boccardo ha quindi benedetto il cantiere di lavoro e poi tutti si sono spostati nel vicino DigiPASS per la presentazione del progetto di recupero della chiesa.
Alcuni rappresentanti del gruppo della progettazione – il prof. arch. Riccardo Dalla Negra, l’arch. Giancarlo Battista e l’ing. Andrea Giannantoni – hanno presentato il progetto di ricostruzione della chiesa: «Si tratta – hanno detto – di un progetto complesso, per nulla facile, ma possibile. Reintegreremo tutto ciò che è possibile, grazie anche all’operazione molto attenta che è stata fatta di salvaguardare il materiale recuperato».
Gli eventi sismici del 2016 hanno causato il ribaltamento della sommità della facciata e l’espulsione dei conci di rivestimento delle murature e, all’interno, il crollo della copertura ha coinvolto i pilastri ed ampi brani del paramento interno delle murature perimetrali.
Rilievi anche col drone. Il dato geometrico è stato acquisito mediante laser a tempo di volo (Leica P40) e le scansioni sono state elaborate in un’unica nuvola di punti tramite il software Leica Cyclone. Per ovviare alla problematica posta dalla presenza della messa in sicurezza si sono dovute eseguire numerose scansioni aggiuntive tra la muratura ed i ponteggi, andando poi ad eliminare la sagoma di questi ultimi in fase di elaborazione del modello. Per integrare il dato geometrico con quello materico si è condotto un rilievo fotografico da drone, che ha consentito di analizzare anche superfici che per la loro altezza risultavano poco visibili da terra. L’ampia documentazione fotografica ha poi portato all’ulteriore elaborazione di modelli texturizzati tramite fotogrammetria digitale.
Progetto per gli esterni: recupero delle bozze di pietra dalle macerie; reintegrazione delle lacune tramite la giustapposizione (condotta per anastilosi ove possibile) dei bozzati esterni; ricostituzione del sodo murario da realizzarsi con un conglomerato (calcestruzzo di calce con buone caratteristiche di idraulicità e aggregati provenienti dal recupero delle macerie, opportunamente e variamente macinate). Gli elementi lapidei crollati sono conservati in bancali collocati in parte a piè d’opera ed in parte nel deposito di S. Scolastica. Verranno ricostruiti i paramenti murari.
Progetto per gli interni: reintegrazione delle murature perimetrali; reintegrazione in forme semplificate delle parti architettoniche crollate con lo stesso conglomerato gettato in casserature preformate per restituire una superficie molto compatta; per quanto riguarda i pilastri, si recupera tutto il materiale possibile.
Progetto per le coperture interne: il sistema di chiusura dell’ordine architettonico non vuole replicare mimeticamente l’ultima configurazione dei plafoni crollati, frutto di una ricostruzione riduttiva degli anni sessanta. Al tempo stesso la documentazione fotografica riconduce ad una più complessa definizione decorativa degli stessi plafoni, ma dalla documentazione storica si evince che l’attuale configurazione delle coperture fosse stata sensibilmente abbassata rispetto alle quote originarie. Si percorre quindi la strada della reintegrazione in chiave contemporanea, ma a totale “servizio” della preesistenza, mediante un sistema di volte a sesto ribassato, irregolare nella configurazione, ma pur sempre in grado di sottolineare le “campate” sottostanti, oltre che l’area presbiteriale.
Dopo le fasi della rilevazione dei danni, della messa in sicurezza, della rimozione e catalogazione delle macerie, delle varie istanze burocratiche e della progettazione, il 4 aprile 2024 la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 ha approvato il progetto di ricostruzione. L’importo dell’intervento è di circa 7 milioni e 400 mila euro, che provengono dal fondo sisma 2016, nello specifico ordinanze n. 105 del 2020 e n. 132 del 2022. Il 27 giugno 2024 si è riunita la Commissione di Gara dell’Archidiocesi per l’apertura della gara di appalto: i lavori se li è aggiudicati, appunto, la ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG). Da capitolato la durata dei lavori è stimata in 600 giorni. Si ipotizza quindi la conclusione per l’estate 2026. E il sen. Giudo Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione post sisma 2016, ha rivolto il suo grazie a tutti quanti si sono impegnati per arrivare a questa giornata. «Grazie a mons. Boccardo e all’archidiocesi di Spoleto-Norcia che sta facendo molto sulla ricostruzione, in un lavoro che è enorme ed impegnativo. Sugli edifici di culto, con le Diocesi, stiamo facendo un vero cammino sinodale, un bel lavoro di squadra. Abbiamo due obiettivi: ricostruire meglio e mantenere vive le comunità. Con l’avvio di questo cantiere a Norcia si va proprio in questa direzione».
In rappresentanza della presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei è giunto a Norcia Enrico Melasecche, assessore alle infrastrutture, trasporti e mobilità urbana. «Questa giornata – ha detto – è una pietra miliare per Norcia. La collaborazione fra gli Enti, finalmente, ci fa vedere le stelle della ricostruzione. Qui la vita deve proseguire e quindi vanno bene le infrastrutture, ma la Cattedrale riunisce la comunità, è il segno fondamentale dell’anima di questa zona».
Di pura emozione ha parlato il primo cittadino commentando l’avvio del cantiere. «Questa chiesa – ha detto – è l’identità della nostra Città. La nostra vita si riconduce sempre dentro la Cattedrale».
«Stiamo dando inizio – ha detto mons. Boccardo nell’intervento conclusivo – ad una operazione grande e significativa. Avviamo qualcosa che va al di là delle mura, che dice la voglia di una comunità di guardare avanti. Siamo qui, tutti insieme, a costruire il futuro. La chiesa di Santa Maria è uno scrigno che custodisce le radici di Norcia»