Nel ricorso straordinario al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per annullare la delibera con cui è stato sfiduciato, l’ex primo cittadino Umberto De Augustinis e i suoi legali (il professor Sandro Amorosino e l’avvocato Salvatore Taverna) chiamano in causa sette autorità ed ex amministratori municipali: il Prefetto di Perugia Armando Gradone, l’attuale Commissario prefettizio Tiziana Tombesi, il Segretario comunale Mario Ruggeri e i 4 consiglieri comunali impegnati professionalmente nella sanità, Carla Erbaioli e Marco Trippetti del Pd, Antonio Di Cintio e Paola Vittoria Santirosi di Fd’I.
La notizia del ricorso, anticipata mercoledì da Tuttoggi, ha sollevato un vero clamore in città, specialmente nei principali partiti e liste civiche che per tutta la giornata hanno cercato di capire meglio i rilievi esposti contro la delibera consigliare e il decreto prefettizio che ha sciolto il Consiglio comunale.
Amorosino e Taverna, a quanto ha potuto apprendere Tuttoggi, hanno chiesto l’annullamento del decreto prefettizio del 12 marzo scorso con cui il Prefetto ha nominato la dottoressa Tombesi commissario per l’amministrazione ordinaria dell’ente, fino a nuove elezioni.
Il ricorso, che si compone di 20 pagine e che è stato depositato lo scorso 29 marzo, ruota in buona sostanza intorno a due aspetti.
Il primo legato alle dimissioni del sindaco avvenute prima del voto della mozione di sfiducia, che a questo punto, secondo i legali, non poteva essere votata.
Il secondo invece ruota in buona sostanza intorno alla vicenda del ricorso presentato da De Augustinis al Tar contro l’ordinanza della presidente Tesei che ha trasformato il nosocomio spoletino in Ospedale covid.
Ed è qui che gli avvocati chiamano in causa i 3 consiglieri e medici (Di Cintio, Santirosi e Trippetti) e la consigliera e ostetrica Erbaioli che votando la mozione – che lamentava anche una certa inerzia della Giunta De Augustinis in tema di “programmazione sanitaria e di gestione dell’emergenza…” nonché la mancanza di attenzione “alle indicazioni provenienti dal Consiglio comunale in generale e dalla IV commissione in particolare” – avrebbero manifestato un palese conflitto di interessi essendo tutti dipendenti dello stesso servizio sanitario regionale.
In pratica il loro rapporto di subordinazione dalla Regione avrebbe dovuto comportare l’astensione dal voto della mozione. La votazione, a parere dei legali, sarebbe stata un “favore” nei confronti del datore di lavoro.
Nell’atto i legali chiamano in causa anche il potenziale, indiretto, conflitto di interessi anche dei familiari dei tre medici, atteso che i loro coniugi sono medici in servizio in Umbria (presso la Usl2 e l’Azienda Ospedaliera di Terni).
Se venisse riconosciuta l’illegittimità del voto dei 4 consiglieri – è la considerazione dei legali – la votazione avrebbe solo 11 voti favorevoli, due in meno del minimo previsto per rendere efficace la sfiducia.
In causa viene chiamato anche il Segretario del comune che non avrebbe rilevato tale conflitto di interessi e, approvando la delibera con cui veniva sfiduciato il sindaco, tratto in errore anche il Prefetto che ha decretato lo scioglimento dell’assemblea.
Per gli avvocati, preso atto delle dimissioni, si sarebbe dovuto invece sospendere il consiglio e rinviarlo al ventesimo giorno dalle dimissioni.
Il ricorso, notificato al Commissario prefettizio e al segretario comunale nel pomeriggio di mercoledì scorso, è stato oggetto di una lunga riunione tenutasi ieri mattina a palazzo comunale. Nulla trapela per il momento sulle iniziative che si intendono intraprendere.
Non è da escludere che il Comune debba preparare una relazione al Prefetto di Perugia che la invierà, con eventuali integrazioni, al Ministero dell’Interno competente in materia. Da qui il documento approderà al Consiglio di Stato che dovrà emettere un parere vincolante e obbligatorio che si tramuterà in un Decreto del Presidente della Repubblica con cui verrà accolto o respinto il ricorso. Tempi di attesa? Presumibilmente dai 4 ai 6 mesi.
In attesa che gli ex consiglieri, quali controinteressati, nominino i legali di fiducia, sono i rispettivi partiti, Pd e Fd’I, ad aver avviato un primo esame del ricorso che commentano come “assurdo e privo di fondamento giuridico”.
Sia perché la mozione, per legge, doveva essere discussa entro 30 giorni dal deposito ed era invece stata calendarizzata al 29mo giorno: concedere i 20 giorni previsti dal momento delle dimissioni avrebbe comportato la mancata discussione dell’atto entro i termini stabiliti dalla norma.
Sia perché la stessa mozione, che si compone di 5 pagine, ha toccato il tema dell’ospedale solo per una minima parte, avendo i 15 firmatari contestato molte altre carenze della Giunta e in svariati settori (leggi qui o rivedi la lettura in aula della mozione).
Ma quello che più stupisce i vertici dei due partiti, è che solo oggi De Augustinis, a quasi tre anni dal suo insediamento, rilevi il presunto conflitto di interessi in capo ai consiglieri-sanitari. Alcuni dei quali – come Trippetti e Santirosi – molto ascoltati dal primo cittadino in tempi non sospetti specie su questioni sanitarie.
C’è di più. Lo scorso 30 novembre, in occasione della convocazione dell’ex Capo della Prociv e consulente della Presidente Tesei, fu proprio il consigliere Trippetti ad essere investito dall’aula di illustrare la situazione del nosocomio (rivedi la seduta, da 1h06’50”).
In quella occasione, come in altre precedenti, Trippetti non mancò di segnalare le gravi carenze di personale specialistico nella lotta al covid. Un intervento, basta riascoltare la seduta, non certo a favore del “proprio datore di lavoro” visto che denunciò l’assenza di cardiologi, infettivologi e anestesisti. Bertolaso prese appunti, dichiarandosi sorpreso per tali carenze.
Una dichiarazione che innescò più di una critica dai banchi dell’opposizione: come mai De Augustinis, che sull’ospedale aveva istituito anche un Comitato di vigilanza e che vantava contatti quotidiani con Bertolaso, non lo aveva informato di tali criticità?
Il sindaco concluse il coollegamento chiedendo a Bertolaso: “se ci dai risposte ai principali interrogativi che sono stati tecnicamente sollevati da Trippetti te ne saremo grati”.
Per la cronaca, nel corso della seduta, anche la Santirosi sentì di intervenire per correggere i dati sull’epidemia da covid che il primo cittadino aveva riportato in modo erroneo. A lei inoltre si deve, tra le altre iniziative, la presentazione di una mozione, depositata poco prima di natale scorso, per intervenire con “misure urgenti al fine di contrastare la terza ondata di coronavirus Sars-CoV-19 relativamente a riapertura in sicurezza delle scuole e programma di vaccinazione anti COVID”. Un comportamento quindi propositivo nei confronti della Giunta, al di là della critica politica.
Per non parlare, ricordano invece dal piddì, degli accorati appelli della consigliera Erbaioli che non ha risparmiato critiche alla Regione, “alias il datore di lavoro”, per aver trasferito a Foligno da Spoleto alcuni servizi sanitari di estrema importanza.
Fin qui le prime reazioni a caldo dei dirigenti politici. I due partiti annunciano per le prossime ore una dura presa di posizione nei confronti dell’ex sindaco e della sua iniziativa di ricorrere al Presidente della Repubblica.
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